Imperversa lo scontro dopo l’annuncio del ministro della Difesa Elisabetta Trenta riguardo il ritiro delle truppe italiane in Afghanistan. La Farnesina ha diramato una nota in cui spiega di non essere stata messa al corrente delle intenzioni dell’esponente del Movimento 5 Stelle. I grillini si sono schierati al fianco del ministro, come evidenzia Repubblica: attraverso un comunicato, i senatori penta stellati della Commissione Difesa hanno evidenziato che «certe forze politiche sono prigioniere di tabù ideologici interventisti che impediscono loro di capire una cosa molto semplice, cioè che non ci ritiriamo con disonore perché abbiamo perso una guerra, ma che si torna a casa perché finalmente – ci auguriamo – la guerra finisce grazie a un accordo di pace che garantisce gli obiettivi di sicurezza dell’Occidente». Ricordiamo che la Lega, alleato di governo del M5s, ha già preso ieri le distanze. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IL COMMENTO DELL’ANALISTA BERTOLOTTI

Continua a tenere banco il caso riguardante il ritiro delle truppe del contingente italiano dall’Afghanistan. La decisione è stata di fatto presa dal ministro della difesa, Elisabetta Trenta, praticamente in solitudine. Molti i pareri contrari a tale decisione, come quello rilasciato a Il Fatto Quotidiano da parte di Claudio Bertolotti, analista esperto di Afghanistan per il CeMiSS (Centro Militare di Studi Strategici) e l’Ispi: «Un ritiro entro 12 o 18 mesi come è stato ipotizzato non sarebbe che l’ufficializzazione di una sconfitta di cui avevamo certezza già nel 2012». Il problema grave è che con il ritiro delle forze occidentali, Italia e Stati Uniti compresi, il territorio afghano potrebbe cadere nuovamente nelle mani dei terroristi islamici: «Il rischio – ha proseguito Bertolotti – è che questi combattenti escano dalle organizzazioni di cui fanno parte per andare tra le braccia di gruppi più radicali e che sposano la causa del jihad globale, come al-Qaeda e Isis». Insomma, se da una parte le diplomazie occidentali stanno esultando alla notizia del ritiro delle ultime settimane, la pensano diversamente gli esperti della causa afghana e siriana, preoccupati dal ritorno massiccio degli estremisti in quelle zone. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



AFGHANISTAN, VIA LE TRUPPE ITALIANE: LO SQUARCIO SI ALLARGA

Si allarga ancora di più lo squarcio all’interno del governo dopo che il ministero della Difesa ha annunciato la volontà di ritirare le truppe italiane stanziate in Afghanistan nel giro dei prossimi 12 mesi. Ieri era stato il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ad ammettere:”Lo apprendo adesso che lo avrebbe detto oggi (la ministra Trenta, ndr). Non ne ha parlato con me. Non appena torno a Roma o non appena dovessi sentire il ministro Trenta, ne riparleremo”. Quel chiarimento non è dato sapere se ci sia stato o meno, fatto sta che oggi la Farnesina ha preso posizione ufficialmente con una nota in cui ha confermato di non essere mai stata messa al corrente delle intenzioni del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, prima delle sue dichiarazioni alla stampa relative alla decisione di ritirare il contingente militare italiano dall’Afghanistan. La spaccatura adesso è evidente: un cortocircuito tra Farnesina e Difesa…(agg. di Dario D’Angelo)



EX CAPO DI STATO MAGGIORE CONTRARIO A RITIRO TRUPPE

Nuovo scontro e nuove polemiche a seguito della decisione del ministro della difesa, Trenta, di ritirare a breve le truppe italiane dall’Afghanistan. Anche l’ex capo di stato maggiore della missione Isaf, Marco Bertolini, unico italiano ad aver ricoperto quel ruolo di prestigio, si è detto contrario a tale scelta del governo gialloverde: «Diciamo che è l’ennesima conferma dell’approccio superficiale con cui l’attuale vertice della Difesa affronta problematiche complesse e difficili. Il ritiro di un contingente – aggiunge l’ex comandante della Folgore e delle forze speciali, nonché del Coi, il comando operativo interforze che gestisce tutte le missioni all’estero – non è solo una questione politico-logistica ma soprattutto tattica e di sicurezza e, addirittura, potrebbe essere necessario aumentare il personale presente per garantire alla logistica di fare un passo indietro. In questo momento ci sono minacce significative e dunque bisogna mantenere un dispositivo di deterrenza importante». Secondo Bertolini, chiudere la missione solo per risparmiare è un approccio «superficiale ad un problema che va invece approfondito in tutti gli aspetti. Perch* il ritiro potrebbe costare ancora di più che mantenere il contingente». L’ex comandante si dice meravigliato anche da come è stato dato l’annuncio, visto che ne Farnesina ne gli alleati del governo sarebbero stati informati: «Dimostra come la destra non parla con la sinistra e come si stia affrontando la questione in modo superficiale. E il fatto che non sapesse della decisione del ministro il titolare della politica estera, è un problema serio. Anche perché siamo andati in Afghanistan per volontà della politica». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

AFGHANISTAN, RITIRO TRUPPE: IL GOVERNO SI SPACCA

Governo spaccato dopo l’annuncio del ministero della Difesa presieduto dalla grillina Elisabetta Trenta che ha dichiarato di valutare il ritiro delle truppe italiane in Afghanistan provocando la reazione della Lega. A manifestare perplessità per le modalità di un annuncio riguardante una questione di importanza strategica per gli interessi geopolitici italiani e i rapporti di alleanza che ne derivano, è anche l’opposizione. Maurizio Gasparri di Forza Italia, come riportato dall’Huffington Post, ha dichiarato:”Ma è vero che il ministro della Difesa senza confrontarsi con il Parlamento pensa di azzerare a breve il contingente militare italiano in Afghanistan? Non ci sembra che in quella martoriata parte del pianeta la situazione sia tale da suggerire un disimpegno della comunità internazionale e quindi nemmeno dell’Italia”. Il governo deciderà di riferire in Parlamento? (agg. di Dario D’Angelo)

MINISTERO DIFESA, “RITIRO TRUPPE ITALIANE DA AFGHANISTAN ENTRO UN ANNO “

Se ne parla da tempo e il Ministro della Difesa non è la prima volta che esprime – seppur indirettamente – la volontà di ritirare le truppe italiane dall’Afghanistan: ora però, dopo il possibile accordo di pace stilato oggi tra Talebani ed esercito Usa per il parziale ritiro dei marines dal Paese mediorientale, quelle “voci” si fanno più insistenti e rilanciano le intenzioni del Ministro Elisabetta Trenta. «Il ministro Trenta ha dato disposizioni al Coi di valutare l’avvio di una pianificazione per il ritiro del contingente italiano in Afghanistan. L’orizzonte temporale potrebbe essere quello di 12 mesi», riportano nel pomeriggio fonti interne dell’Ansa alla Difesa. Basta questa come miccia per scatenare un possibile nuovo scontro nel Governo, impiegato nel già difficile braccio di ferro tra Lega e M5s sul fronte migranti e pure sul disastro in corso in Venezuela. «Facciamo quel che serve per riportare pace e stabilità. Al momento nessuna decisione è stata presa ma solo una valutazione da parte del ministro per competenza», riportano fonti della Lega, piccate contro l’uscita del Ministro Trenta.

NUOVO SCONTRO NEL GOVERNO: LEGA VS MINISTRO TRENTA

Per la missione Nato in Afghanistan, il Parlamento italiano ha già autorizzato, per i primi 9 mesi del 2019, un impiego massimo di 900 militari, 148 mezzi terrestri e 8 mezzi aerei: ma ora il M5s vuole dar seguito alle promesse elettorali (non contenute però nel Contratto di Governo, ndr) e intende fare “come Trump” ritirando i contingenti italiani nei prossimi 12 mesi. «La decisione del ministero della Difesa Elisabetta Trenta di affidare al Comitato operativo di vertice interforze la pianificazione per il ritiro del nostro contingente in Afghanistan è molto positiva», lanciano in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle a cui risponde, immediato, il Ministro degli Esteri Moavero Milanesi per nulla convinto dall’uscita della collega in CdM, «Lo apprendo adesso che lo avrebbe detto, non ne ha parlato con me. Non appena torno a Roma o non appena dovessi sentire il ministro Trenta, ne riparleremo». Su Facebook però Alessandro Di Battista aumenta la già parecchia benzina sul fuoco “afgano” e rilancia «Ho appena parlato con Luigi Di Maio complimentandomi per la decisione. Si tratta di un altro successo di questo governo. Faccio i miei complimenti anche al Ministro della Difesa Trenta. Sarà bellissimo vedere i nostri soldati far ritorno già nei prossimi mesi».