L’Aula del Senato ha dato il via libera con 256 sì all’emendamento (praticamente all’unanimità, solo un voto contrario), già approvato dalle commissioni, che ripristina il taglio al 12% dell’Ires sul Non profit: il blocco alla cosiddetta “Tassa sulla Bontà”, arriva dopo l’ammissione del Governo sull’errore contenuto nella Manovra di Bilancio dove si era portata la tassa al 24%, ripristinando il periodo pre “sconto” voluto da tutti gli ultimi Governi. L’emendamento – giudicato tra gli ammissibili dalla presidenza del Senato – di fatto prevede che una modifica dell’aliquota Ires entri in vigore «solo dopo la revisione del sistema di agevolazioni per le attività non commerciali con finalità sociali». È ripresa intanto nell’Aula di Palazzo Madama l’esame dell’intero Dl Semplificazioni “asciugato” dopo gli avvertimenti del Colle: in serata è atteso il voto finale, sempre che la maggioranza riesca a trovare una quadra sui punti scottanti di Trivelle e tassa-sfollati. (agg. di Niccolò Magnani)



IL COLLE “STOPPA” IL DL: “NO A DECRETO OMNIBUS”

Il Dl semplificazioni subisce una… semplificazione. La presidentessa del senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha infatti tagliato 62 degli 85 emendamenti presentati dal governo gialloverde perché «Norme estranee alla materia del decreto». L’input è arrivato dal presidente della repubblica Sergio Mattarella, che dopo aver letto gli emendamenti ha deciso di intervenire con una pesante sforbiciata perché i contenuti del provvedimento erano ben diversi rispetto al testo originario. Del resto il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, lo aveva già anticipato nella giornata di domenica, ben due giorni fa: «Il Colle ha fatto intendere che non firmerà il decreto perché non vuole un decreto omnibus. Ci dobbiamo concentrare su pochissimi temi lasciando tutto il resto (compreso ciò che è già stato approvato) a un disegno di legge di iniziativa parlamentare con procedura d’urgenza». Ieri si è verificata una giornata di tensione in aula, e i giallo-verdi hanno dovuto rinviare a questa mattina il varo del provvedimento. Poche le norme che si sono salvate mentre sono numerose quelle stralciate fra cui la sospensione dei tributi e dei contributi a seguito del crollo del Morandi a Genova. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DL SEMPLIFICAZIONI: SFORBICIATA DEL COLLE

«Dubbi del Quirinale» sul dl semplificazioni: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella auspica un taglio degli emendamenti presentati. Come sottolinea Il Fatto Quotidiano, il decreto legge comprende norme molto diverse tra loro, dalle trivelle alle nuove regole per gli Ncc, e il capo dello Stato ha optato per una moral suasion: il testo deve essere asciugato già all’esame dell’aula del Senato rispetto alla versione uscita dalle varie commissioni. Una condizione necessaria per evitare la decadenza del decreto, prevista il prossimo 12 febbraio 2019: Lega e Movimento 5 Stelle al lavoro per trovare l’intesa nella revisione del testo, con la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati che potrebbe dichiarare l’inammissibilità del testo in aula al termine della discussione generale in programma oggi, nel primo pomeriggio.



DL SEMPLIFICAZIONI: “ALCUNE PARTI VERRANNO RIVISTE”

Fonti del Movimento 5 Stelle hanno confermato che è in corso una verifica del testo e alcune parti verranno riviste: alcune norme potrebbero restare fuori, finendo in un ddl di iniziativa parlamentare. La Presse evidenzia che la Lega avrebbe indicato come prioritarie le norme sull’Ires, quelle sugli Ncc, il trasferimento degli impianti idroelettrici alle Regioni e lo stanziamento di risorse per i familiari delle vittime di Rigopiano. Il M5s, invece, vorrebbe salvare la norma sulle trivelle e ciò che concerne sanità, blockchain, sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti e smart contract. Ricordiamo che negli scorsi giorni nelle commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato sono stati approvati numerosi emendamenti su argomenti diversi tra loro: basti pensare allo stop al pagamento di tasse e contributi per i contribuenti colpiti dal crollo del ponte Morandi fino al 2 dicembre 2019 e alla ripresa della riscossione dei tributi e la proroga dei termini di prescrizione e decadenza a Lampedusa e Linosa.