Social scatenati: le dichiarazioni di Cecile Kyenge sull’immigrazione non sono affatto passate inosservate. L’ex ministro del governo Letta ha infatti affermato di avere 38 fratelli e, come provocazione al ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha sottolineato che potrebbero venire tutti in Italia. Tra chi contesta la presa di posizione dell’esponente del Partito Democratico e chi invece sostiene la sua battaglia, arriva una presa di posizione da Trieste, dalla Lega. Parliamo del consigliere regionale del Carroccio Antonio Lippolis, che su Facebook ha ironizzato sulle esternazioni della politica: «La Kyenge sembra che abbia 38 fratelli che, aggiunge lei, potrebbero anche venire tutti in Italia. Chi mi dà l’indirizzo del padre che gli spedisco uno scatolone di preservativi». Non è da escludere una contro-replica… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“L’ITALIA VUOLE LO SBARCO DEI MIGRANTI DELLA SEA WATCH”
Cecile Kyenge a Siracusa per manifestare la sua vicinanza ai 47 migranti bloccati sulla Sea Watch in attesa di una decisione sullo sbarco, o meno, a Siracusa. L’europarlamentare del Partito Democratico ai microfoni de La Zanzara si è scagliata contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ed ha parlato anche del destino delle persone bloccate a bordo dell’ong: «Secondo me tutta l’Italia vuole lo sbarco di queste persone. Dovrebbero sbarcare subito, toccare terra, ricevere le cure necessarie, e poi discutere per vedere come redistribuire le persone». Un giudizio netto quello dell’ex ministro del governo Letta, con la Kyenge che ha poi sottolineato come a suo avviso Matteo Salvini e Luigi Di Maio stiano «infrangendo la legge e Costituzione», evidenziando come «prima di tutto bisogna salvare vite umane» e non «si chiudono le frontiere». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
KYENGE: “HO 38 FRATELLI, VENGANO TUTTI IN ITALIA”
In due giorni l’ex Ministro Cecile Kyenge ha attaccato pesantemente il vicepremier Matteo Salvini ovviamente a partire dal caso dei migranti sulla Sea Watch 3 finendo anche su una considerazione “generale” sull’impianto delle politiche sulla migrazione di questo Governo: «Non mi fermerà niente, salirò sulla Sea Watch» ha raccontato ieri a Lettera43 poco prima di impostare assieme ai suoi colleghi dem la “staffetta” sulla nave dove da una settimana sostano i 47 migranti salvati davanti alle coste di Libia e Tunisia. «Quello di Salvini è un becero tentativo di propaganda sulla pelle delle persone. L’Italia è il primo Paese di approdo, non possiamo negare lo sbarco delle persone. Nemmeno se la responsabilità è condivisa con il resto d’Europa», riporta ancora l’ex Ministro per l’Integrazione del Governo Letta, assolutamente a favore della salita dei parlamentari a bordo della Sea Watch nonostante il blocco della Capitaneria di Porto.
L’EX MINISTRO ATTACCA SALVINI: “XENOFOBO E POPULISTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”
Intervistata poi anche da La Zanzara su Radio24, la stessa Kyenge lancia un’altra invettiva contro il Ministro Salvini, poche ore dopo l’annuncio su Facebook che recitava: «Sono in viaggio per Siracusa, dove la propaganda populista e xenofoba di Salvini ha portato all’ennesima inutile prova di forza contro persone che sono in difficoltà e non si possono difendere». Ai microfoni di Cruciani ha poi affermato «Salvini prende decisioni disumane sulla pelle delle persone. Si guardi allo specchio la mattina, e si giudichi secondo la sua coscienza. Le persone non possono esser lasciate così». A quel punto i conduttori hanno chiesto alla Kyenge quanti fratelli ha ancora lei in Congo e la risposta ha sorpreso un po’ tutti: «Veramente i miei fratelli e le mie sorelle sono un po’ sparsi per il mondo. Ma che c’entrano con la nave? Ne ho 38. Non è una cosa strana. Lo dico chiaramente senza vergognarmi. Se la mia famiglia è questa, lo devo dire. Quelli di mia madre sono nove. Poi mio padre ha fatto figli con altre donne». E venissero tutti in Italia, incalza ancora Cruciani, non sarebbe un problema per la Kyenge: «perché no? Con 38 posti l’Italia va in tilt?”. Anche perché, insiste la piddina, “nei prossimi 30-40 anni l’Europa avrà bisogno di almeno 50 milioni di immigrati, minimo. Alcuni territori devono essere rigenerati. Quei territori devono vivere, l’economia deve andare avanti. Bisogna saper guardare oggi al domani. Quindi dico 50 milioni… minimo».