Sull’Afghanistan «decido io»: presa di posizione netta da parte del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che ai microfoni del Corriere della Sera ha fatto il punto della situazione sul ritiro delle truppe italiane da Kabul. L’esponente pentastellata non crede ad un rischio isolamento: «È evidente che ogni decisione finale sarà presa di concerto con gli alleati, l’Italia è un Paese che onora i suoi impegni, specie in ambito Nato. In Iraq stiamo chiudendo “Presidium” a Mosul ma restiamo al fianco degli iracheni nella fase di formazione e addestramento». Il Movimento 5 Stelle offre pieno sostegno al ministro, ecco il commento del capogruppo alla Camera Francesco D’Uva: «Il dibattito sulle prerogative del ministro Elisabetta Trenta è fuori dal mondo: ha chiesto al Comando interforze di valutare pianificazione ritiro truppe. Ripeto: valutare non attuare. Quindi niente di assurdo su Afghanistan ma solo sterili polemiche. Ovviamente sarà il Parlamento a decidere». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“SI VA VERSO UN’INTESA”

L’Afghanistan scuote l’esecutivo gialloverde: il ritiro delle truppe italiane annunciato dal ministro Elisabetta Trenta ha sollevato polemiche nelle ultime ore e la titolare della Difesa ha preso posizione. Un nuovo scontro nel Governo all’orizzonte, con l’esponente del Movimento 5 Stelle che ha dato disposizioni al Coi di valutare l’avvio di una pianificazione per il ritiro del contingente italiano da Kabul. La Farnesina ha reso noto di non essere stata informata, ecco il commento di Elisabetta Trenta ai microfoni del Corriere della Sera: «Non era opportuno aspettare? No, perché è stato deciso di valutare l’avvio di una pianificazione per il ritiro, alla luce delle notizie che giungono da oltreoceano. D’altronde sarebbe stato irresponsabile non farlo». Il ministro si è poi soffermata sui tempi: «I tempi sono tecnici e competono al Comando interforze, ma sa cosa mi sorprende? Che persino una missione militare, in Italia, riesca ad essere trasformata in un tabù. Siamo lì da 17 anni, abbiamo avuto 54 morti, speso quasi 7 miliardi di euro, il nostro contributo è stato notevole ma ora c’è una evoluzione in corso, si va verso un’intesa, che mi auguro arriverà, e noi come Paese ne prendiamo atto».



“SULL’AFGHANISTAN DECIDO IO”

Prosegue il ministro della Difesa: «Le dichiarazioni di Stoltenberg sono indicative. Il segretario generale ha risposto a domande sulla situazione generale, non parlava certo dell’Italia, e ciò dimostra che il dibattito sull’Afghanistan è aperto nell’ambito della comunità internazionale. A questo punto è giusto ed auspico che se ne discuta in Parlamento, lo trovo un sano esercizio di democrazia e di realismo». Oltre alle scelte fatte dagli Usa, la Trenta spiega le altre motivazioni: «Ci sono priorità strategiche nazionali. Le faccio un esempio: altri partner Ue hanno cambiato le loro prospettive, come Spagna e Francia, quest’ultima si è addirittura ritirata dall’Afghanistan alla fine del 2014, ma mantiene una presenza importante in Africa. Non vedo perché l’Italia non ne possa discutere, considerando che oggi il nostro principale interesse si focalizza, come è normale che sia, proprio in Africa e nel Mediterraneo». Infine, una battuta su Moavero Milanesi, che ha affermato di non essere stato informato: «Se chiedo al Coi di valutare, e sottolineo valutare, l’avvio di una pianificazione per il ritiro non credo di dover informare il ministro Moavero, perché rientra nelle mie prerogative. Del resto parliamo di una pianificazione tecnica; un’attività che i militari svolgono continuamente per farsi trovare sempre pronti. Ho informato chi di dovere, tra cui il presidente del Consiglio e il Capo di Stato Maggiore della Difesa».

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