Lunga intervista di Matteo Salvini ai microfoni di Porta a Porta, il ministro dell’Interno si è soffermato sul processo per il caso Diciotti. Il capo del Viminale ha evidenziato: «Senato dovrà dire se quello che ho fatto l’ho fatto per interesse pubblico del Paese, o per mia bizzarria personale. Milioni di italiani mi hanno votato per bloccare gli sbarchi». Prosegue il segretario federale della Lega: «Faccio il ministro da 8 mesi: gli sbarchi si sono ridotti da centinaia di migliaia ad alcune migliaia. Ciò significa: problemi in meno, morti in meno, reati in meno e quattrini degli italiani spesi in meno. Stiamo lavorando per vietare l’ingresso di navi non gradite in acque italiane. Mi è costato insulti, denunce ed indagini, ma sono felice di quello che ho fatto. Lo rifarei». Al suo fianco il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: «Da garantista non ho alcuna esitazione, Salvini ha agito e ha pensato di poterlo fare da ministro: è la politica che deve dare un giudizio su questo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TENSIONE LEGA-M5S
Giorni difficili per il Governo Lega-M5s. La recessione tecnica, il caos Venezuela e… il processo a Matteo Salvini per il caso Diciotti: questi i temi che scuotono l’esecutivo gialloverde e la tensione sembra sempre più alta. Come riporta La Stampa, il premier Giuseppe Conte è al lavoro per mediare tra i due partiti ma la situazione si aggrava: il caso infatti continua a gonfiare il malcontento in casa Movimento 5 Stelle. «Salvini vuole farci implodere, vuole staccare la spina al governo senza essere lui a farlo», la rivelazione di un esponente grillino, con il pressing dell’ala ortodossa che resta costante. E c’è un dato da non sottovalutare, ovvero i numeri in Senato, senza dimenticare che «una spaccatura dei M5S al Senato potrebbe comunque salvare Salvini dal processo (ha pur sempre dalla sua i «no» di Forza Italia e Fratelli d’Italia) logorando ulteriormente il gruppo pentastellato», osserva il quotidiano torinese. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“DI MAIO AVVISATO DELLA LETTERA”: M5S SMENTISCE
Le fonti del Movimento 5 Stelle contattate da Adnkronos danno una interpretazione diversa delle parole dette da Salvini a Porta a Porta: se il vicepremier leghista ha confermato di aver avvisato Conte e Di Maio delle lettera inviata al Corriere della Sera in cui di fatto annunciava la sua contrarierà al processo sul caso Diciotti, in casa M5s non è visto esattamente nello stesso modo. Le fonti parlano di un Di Maio “divertito” dalle dichiarazioni del collega vicepremier: «non è mai avvenuto nulla di tutto questo». Insomma, non finiscono le “tensioni” più o meno ingenti all’interno della maggioranza: va detto che all’interno del Movimento non tutti sono schierati, come ben sappiamo, sul fronte del “Sì al processo” in primis quello stesso Di Maio che vorrebbe in tutti modi evitare una frattura insanabile nell’esecutivo gialloverde. Le parole di Salvini di questa sera però potrebbero aver quantomeno incrinato tale “asse” finora comunque stabile tra i due vice del Premier Giuseppe Conte.
DICIOTTI, PARLA IL MINISTRO SALVINI
Questa sera il Ministro degli Interni Matteo Salvini apparirà in seconda serata nel salotto di Porta a Porta ma come da tradizione, il programma di Bruno Vespa viene registrato nel pomeriggio e per questo sono già state rese note le prime importanti dichiarazioni sul caso Diciotti e sul parallelo e per certi versi assai simile, sbarco della Sea Watch 3 giunta oggi a Catania. «Avevo avvertito la sera prima della lettera al ‘Corriere della Sera’ la Presidenza del Consiglio e il vicepremier Di Maio», spiega il vicepremier negli studi Rai, salvo poi aggiungere «Io ero tranquillo, dicevo ‘male non fare, paura non avere’. Tutti gli amici mi hanno detto che il processo sarebbe stata un’invasione di campo senza precedenti. Il Senato dovrà dire se l’ho fatto per interesse pubblico o mio capriccio personale. È stato un atto politico che rifarei: ho agito da ministro, mica da milanista..». Ieri è cominciato il lungo iter nella Giunta Immunità al Senato, cominciato ricordiamo con la richiesta di procedere avanzata dal Tribunale dei Ministri di Catania nei confronti del Ministro degli Interni per aver «posto a sequestro di persona» i migranti e il personale della nave Diciotti durante il mese di agosto scorso. A questa accusa, il vicepremier in un primo momento aveva affermato di voler essere processato salvo poi cambiare idea nella ormai famosa lettera al Corriere della Sera.
LA “NUOVA” LINEA DEL M5S
Intanto dopo quelle parole di Salvini di due giorni fa è scoppiato il “caos” interno al M5s: chi vuole evitare uno scontro nel Governo e chi invece insiste sul voler dare l’assenso a procedere con voto in Senato (storica è la battaglia dei Cinque Stelle contro l’immunità parlamentare). I componenti del M5s interni alla Giunta hanno spiegato ieri che avrebbero preso una decisione in merito al voto in Senato una volta lette bene tutte le carte: arriva oggi la replica di Salvini, sempre a Porta a Porta, «So che chi sta leggendo le carte dubbi non ne ha, ma non mi voglio sostituire ai senatori. Chi ha letto le carte sa cosa è successo, che è stato un atto politico. Lascio ai M5s la loro scelta, ma penso che voteranno di conseguenza, avranno le idee chiare». La “nuova” linea invece improntata dal Premier Conte prova a dare un assist ai grillini dal momento che afferma «parlare di immunità per Salvini è uno strafalcione giuridico. Definire questo voto un salva-Salvini è un falso: il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori: se abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o se abbia agito per i suoi interessi personali». Già ieri lo stesso Presidente del Consiglio aveva spiegato come il Govenro intero prese la decisione sulla nave Diciotti e non fu per nulla un fatto “politico” deciso solo dal Ministro degli Interni: su una cosa poi sia Conte che Salvini ripetono assiduamente anche in queste ultime ore, «Non ci sarà alcuna crisi di governo quindi non mi pongo il problema. Un conto sono le scelte locali, un altro le scelte nazionali: non c’è nessun sondaggio, neanche quello più allettante, che mi possa spingere a far cadere questo governo. Ho una parola sola».