Una crepa sempre più grande sembra aprirsi nel MoVimento 5 Stelle al netto dei richiami all’unità di Luigi Di Maio sul fronte della protesta dei sindaci contro il Decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini. Dopo il senatore grillino Mantero, andato all’assalto del ministro dell’Interno, a schierarsi contro la misura bandiera del leghista è la collega Paola Nugnes, che ad Huffington Post definisce il decreto Salvini “una ferita che non si è mai chiusa”. Secondo la senatrice M5s, “bisognerebbe essere in grado di valutare “proposta per proposta e idea per idea” a prescindere da chi la esprime. Sul decreto immigrazione e sicurezza io sono con i sindaci che si oppongono, di qualunque colore politico siano e non mi chiedo se abbiano intenti più o meno propagandistici in questo”. La Nugnes conclude:”Speriamo nella mediazione di Conte, con l’ANCI, che si possano trovare anche se tardive soluzioni, anche nella definizione dei decreti attuativi, che siano capaci di mitigare, di porre qualche rimedio, al destino almeno di quanti sono in attesa di un rinnovo del diritto umanitario che hanno qui la famiglia, figli, una vita. Ma non so quanto e come ciò si potrà concretamente fare”. (agg. di Dario D’Angelo)



ANCHE ELENA FATTORI COI SINDACI

Dopo Mantero arriva a ruota il commento di un’altra dissidente M5s “graziata” dall’espulsione dei probiviri, Elena Fattori, che non accetta per nulla il Dl Sicurezza né come effetti né tantomeno come “origine ideologica”: «Spero che, grazie all’intervento di Conte, qualcosa possa cambiare. Ricordo che la sindaca di Roma e quella di Torino sono state le prime ad approvare una mozione che ne chiedeva la sospensione. Il problema è serio e reale e non basterà espellere tutti i senatori che hanno optato per una resistenza civile a questo obbrobrio per cancellarne le criticità», racconta la “ribelle” grillina a Repubblica. In merito alla possibilità del tutto “scartata” di una modifica da parte di Salvini, la stessa Fattori replica piccata «Non è lui il presidente del Consiglio, deve farsene una ragione». Nel tentativo di stroncare ancora la fronda M5s, interviene anche il leader M5s nonché vicepremier che per la seconda volta in poche ore “tocca” difendere il Decreto Sicurezza dalle critiche interne al Movimento: «Se qualcuno è a disagio si ricordi che i 5Stelle sono a favore della legge. Conte incontrerà l’Anci, che rappresenta una stragrande maggioranza di sindaci favorevoli al decreto», commenta Luigi Di Maio al Mise.



MANTERO VS M5S: “DL SICUREZZA È STUPIDO”

«Un decreto incostituzionale e stupido»: la tocca piano Matteo Mantero, senatore M5s “graziato‘ dall’espulsione dei probiviri il giorno di Capodanno, in merito al Decreto Sicurezza divenuto legge nei mesi scorsi. Intervenendo in merito alle fortissime polemiche sorte nelle ultime ore in merito al contenuto del Dl Salvini, con i sindaci di Pd e Sinistra (su tutti Orlando e de Magistris, ndr) intenzionati alla “disobbedienza civile” contro una legge considerata iniqua e ingiusta, il senatore “dissidente” ha scritto su Facebook un post al veleno diretto a Salvini ma anche allo stesso Di Maio con cui non corre certo buon sangue (basti vedere la foto del suo profilo Facebook che lo ritrae in solitaria assieme ad Alessandro Di Battista). «Un decreto emanato a scopo propagandistico che auspicabilmente sarà smontato dalla Consulta», definisce così il Dl firmato da Mattarella a novembre. Non solo, ancora Mantero attacca duramente: «creare illegalità dove non c’era, ridurre l’integrazione peggiorando le condizioni di vita di italiani e stranieri, far fare bella figura ai sindaci del Pd che hanno contribuito a creare il falso problema dell’immigrazione e ora passano per i paladini dell’integrazione. Filotto insomma…».



CAOS M5S: A RISCHIO LA TENUTA AL SENATO

Mantero sempre nel post su Facebook fa riferimento poi a Raggi e Appendino, considerate ancora come il “buono” del M5s rispetto al board centrale troppo in combutta con la Lega per suscitare fiducia nei vari parlamentari “ribelli”: «La prossima volta proviamo ad ascoltare i nostri sindaci, come quelli di Roma e Torino ad esempio, che avevano esposto in maniera chiara e non strumentale come stanno facendo Orlando & C. le problematiche che avrebbe causato questo decreto». La crisi interna al M5s è evidente ma anche il Carroccio deve guardare con sospetto quanto sta avvenendo: dopo le espulsioni di De Falco e De Bonis, e la “grazia” momentanea mandata a Nugnes, Fattori e Mantero, la tenuta al Senato per il Governo gialloverde si regge su soli 4 voti che potrebbero non bastare nelle prossime infuocate settimane con all’ordine del giorno i decreti cruciali di Reddito di Cittadinanza e Quota 100. Va detto che la posizione di Mantero e degli altri ribelli non è certo “nuova”: come gli altri dissidenti non aveva dato il suo si alla fiducia sul Dl Sicurezza, uscendo dall’aula al momento della votazione per abbassare il quorum.