Sarà la Regione Toscana la prima a fare ricorso alla Corte Costituzionale contro il Decreto Sicurezza alla Corte Costituzionale, con una delibera che sarà approvata nella seduta di Giunta di lunedì prossimo. Già ieri era stato Sergio Chiamparino, presidente della regione Piemonte, ad annunciare la valutazione di un ricorso alla Consulta. Il governatore toscano, Enrico Rossi, ha confermato in una nota pieno sostegno ai sindaci, annunciando che i primi cittadini “fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l’insicurezza”. Enrico Rossi ha ricordato come “già nel 2010 la Corte Costituzione si era pronunciata contro il governo Berlusconi e aveva dato ragione alla Toscana su una legge analoga che riconosceva il diritto di ogni persona alla cura. Forte di quella sentenza la Giunta propone ora al Consiglio regionale una legge più estesa e precisa, l’esatto contrario di quella del Governo, che invece viola i diritti fondamentali della persona umana. Confidiamo che possa essere approvata in via definitiva per la metà di gennaio”. (agg. di Dario D’Angelo)
FORZA ITALIA SICILIA CON LEOLUCA ORLANDO
Il decreto sicurezza di Matteo Salvini ha avuto un effetto particolare a Palermo: Forza Italia si è schierata con il sindaco Pd Leoluca Orlando. Intervenuto al Giornale di Sicilia, il commissario regionale di Forza Italia e presidente dell’Ars ha spiegato: «Uniamoci contro il populismo. Quello che sta accadendo a Palermo intorno alla vicenda del decreto sicurezza, può essere l’inizio di una nuova era. Dimostra che la riunificazione dei moderati è possibile, ovviamente mantenendo ognuno il proprio partito e che, al di là di alcune divisioni antiche, come quelle sulla giustizia, gente come me e Orlando è simile. E noi dobbiamo unire i simili». Prosegue Miccichè: «Bisogna unire i simili a prescindere dal fatto che siano di centrodestra o centrosinistra. Sui temi veri dobbiamo stare insieme. Ne ho avuto la conferma qualche giorno fa, ascoltando i commenti della gente che per strada mi ha visto parlare con Orlando». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL COMMENTO DI PIZZAROTTI
Contrario al decreto sicurezza ma in disaccordo con Leoluca Orlando: il sindaco di Parma Federico Pizzarotti si smarca dal collega palermitano ma contesta sugli stessi punti il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Il decreto Sicurezza va contro gli italiani, ma non credo sia giusto per sindaco decidere di non rispettare una legge dello Stato. Non è un buon esempio», spiega l’ex M5s, che ai microfoni di Quotidiano.net parla di Orlando: «Condivido la battaglia dal punto di vista ideale, ma sono scettico dal punto di vista tecnico su come non rispettare una legge sovraordinata. Comunque quello che dobbiamo fare come sindaci non è disubbedire a un legge dello Stato, ma cercare di cambiarla perché produce effetti negativi e creerà nuovi irregolari e nuovi problemi…». E il tema della sicurezza è centrale per il governo: «Già, peccato che già non ci intendiamo sul concetto stesso di sicurezza. Qui viene identificata sempre con l’immigrazione, ma come la intendo io riguarda nuove assunzioni nelle forze dell’ordine, nuove strumentazioni digitali, nuove auto… Alla fine, invece, si parla di Taser e migranti e poco altro». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PIEMONTE VALUTA RICORSO A CONSULTA
Nello scontro tra Salvini e i sindaci sul Decreto Sicurezza potrebbe inserirsi anche la Regione Piemonte. Lo ha dichiarato il governatore Sergio Chiamparino, intervenendo sulla polemica scoppiata dopo la sospensione del Dl Sicurezza decisa dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Come riportato dall’Ansa, Chiamparino ha affermato:”Non possiamo stare a guardare come se non stesse accadendo nulla. Stiamo dunque valutando se esistono i fondamenti giuridici per un ricorso della Regione, direttamente o come tramite dei Comuni, alla Corte Costituzionale. Se ci sono le condizioni giuridiche, non perderemo tempo”. Secondo Chiamparino, “le forti critiche che emergono in tutto il Paese sono le stesse che avevo avanzato in un recente incontro con i sindaci e i responsabili Sprar del Piemonte”. Rischia dunque di aprirsi un nuovo fronte nello scontro tra i primi cittadini e il Viminale, con la Regione Piemonte pronta a fiancheggiare i primi nella battagli giuridica che sembra ormai inevitabile. (agg. di Dario D’Angelo)
DIGOS ALL’ANAGRAFE DI PALERMO: QUESTURA SMENTISCE
All’interno del mare magnum sul Dl Sicurezza, tra le critiche dei sindaci, le risposte di Salvini e gli attacchi dei dissidenti M5s contro Di Maio, è rimasta in “secondo piano” la notizia della Digos negli uffici dell’anagrafe di Palermo: o meglio, è stata data la notizia ma non in molti hanno poi riportato il fatto che la Questura – e anche il Viminale – hanno smentito appieno la notizia circolata. «La notizia di una asserita presenza di personale della Digos di Palermo presso l’ufficio anagrafe del Comune, per assumere informazioni sulle procedure sui richiedenti asilo politico è destituita di ogni fondamento», si legge nella nota ufficiale della Questura palermitana. Poi è lo stesso Salvini che smentisce le voci circolate di una “punizione” contro Orlando dopo le parole di sfida al Ministro proprio su Dl Sicurezza, «ci penseranno i cittadini a replicare a questi sindaci, il mio decreto è legge dello Stato». (agg. di Niccolò Magnani)
BAGNASCO: “CI SONO PROBLEMI CHE RICHIEDONO GIUDIZI DI COSCIENZA”
Anche la Chiesa interviene sulla polemica tra i sindaci “ribelli” e Matteo Salvini avente come oggetto il decreto sicurezza, che per la parte riguardante l’accoglienza dei migranti messa in dubbio dal provvedimento tocca un nervo scoperto per la cristianità. Ad esprimere la posizione della Chiesa è il cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, che ha dichiarato:”Penso che nessuno voglia essere sovversivo, ma ci sono problemi che richiedono giudizi di coscienza”. Come riportato da La Repubblica, Bagnasco sui sindaci che hanno fatto atto di disobbedienza civile ha commentato:”Dovranno prendere le loro decisioni, verificarle ai livelli giusti. L’obiezione di coscienza è un principio riconosciuto. Ognuno prenderà le proprie decisioni, nel rispetto naturale dell’ordinamento”. Alla domanda se il Decreto Sicurezza sia lesivo dei diritti umani, Bagnasco ha risposto: “Mi interessa che chi ha un bisogno vero possa trovare un aiuto. Se il sindaco di Genova, Marco Bucci, dovrebbe fare obiezione di coscienza? Essendo una cosa personale, bisogna che ognuno pensi a quello che ritiene, ripeto, all’interno dell’ordinamento generale”. (agg. di Dario D’Angelo)
DL SICUREZZA, SCONTRO SINDACI-SALVINI
Lo scontro tra i sindaci e il vicepremier Matteo Salvini sul Dl sicurezza prosegue al punto da aver reso necessario l’intervento del premier Conte e l’apertura di un tavolo di confronto richiesto dall’associazione dei sindaci e inviso al ministro dell’Interno che chiede con forza il rispetto nell’applicazione del decreto. E mentre il sindaco De Magistris apre all’ipotesi di un tavolo a Palazzo Chigi, si fa sempre più forte l’indiscrezione di uno scontro in atto tra Salvini e Conte, questione tuttavia minimizzata da fonti vicine al vicepremier ed esponente della Lega confermando solo le “diversità di approccio alla questione”. Ed a proposito di diversità, anche nel M5s non mancano i malumori. Il senatore Mantero, da sempre critico con il decreto, su Facebook ha commentato: “Ecco quello che si ottiene emanando un decreto incostituzionale e stupido a solo scopo propagandistico”. Alle critiche dei sindaci non è mancata la replica di Salvini che ai microfoni di TgLa7 questa mattina ha commentato: “Per me non esiste la polemica, c’è una legge dello Stato applicata dal 99% dei sindaci, c’è qualche sindaco incapace che siccome non sa gestire Palermo, Napoli, Firenze o altre città si inventa polemiche che non esistono”.
DL SICUREZZA, MINISTRO BONGIORNO LO DIFENDE ED ATTACCA LA SINISTRA
E mentre continua lo scontro accesissimo tra alcuni sindaci di grandi e medie città d’Italia e Matteo Salvini sul tema del Dl sicurezza, a dire la sua è stata nelle ultime ore anche il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno in una intervista a Libero: “Sono entrata in politica con la Lega per un bisogno di regole chiare e perché è troppo semplice parlare sempre di diritti e mai di doveri. Se c’è una cosa che stanno facendo Matteo Salvini e questo governo è dire stop al lassismo e al disordine. Finalmente”, ha commentato. A sua detta, le parole usate dai sindaci che si sono opposti all’applicazione del sicurezza sono “estremamente violente, di una gravità inaudita” dal momento che “Chi rappresenta un’istituzione non può ignorare le conseguenze di quello che fa e dice”. La Bongiorno, da avvocato, torna a ribadire l’importanza delle leggi e del loro rispetto. “Dicono che il Far West è quello che vogliamo fare noi della Lega con la legittima difesa, ma il vero Far West è il loro”, ha proseguito, criticando quindi le amministrazioni di Palermo e Napoli, rispettivamente di Orlando e De Magistris. Le loro, a della del ministro, “sono provocazioni inscenate per spostare l’attenzione e ottenere un po’ di visibilità. E magari proporsi come leader nazionali della sinistra, che al momento non ha nessuno in quel ruolo. Altre motivazioni possibili non ne vedo”.