Espulso dal Movimento 5 Stelle, il capitano Gregorio De Falco non molla: lunga intervista dell’ex senatore pentastellato ai microfoni de Il Giornale. Ecco le sue parole sull’allontanamento dal M5s: «Le motivazioni dell’espulsione io non credo neanche siano esaustive. Il provvedimento non reca una firma. In maniera generica si evoca questa figura «mitologica» dei probiviri. Credo non sia legale e questo mi conferma un modo di fare improvvisato. Mi si imputa di aver espresso, in alcune circostanze, opinioni e voti in dissenso dalle indicazioni del gruppo. Il codice etico prevede che se c’è un presidente del Consiglio espressione dei 5 stelle il parlamentare sia tenuto a dare la fiducia». E De Falco precisa: «Qui abbiamo una situazione differente, perché il presidente del Consiglio non è espressione del M5s, ma di un accordo con la Lega. Le soluzioni portate sono diverse rispetto al programma dei 5 stelle. In particolare, sul punto del Decreto sicurezza, c’è un quasi totale annullamento degli Sprar per cui era previsto un potenziamento». Il capitano si è detto d’accordo con la protesta dei sindaci contro il dl sicurezza: «I sindaci stanno facendo ciò che giocoforza si deve fare. Per far sì che emerga l’incostituzionalità è necessario lo dica la Corte costituzionale».



GREGORIO DE FALCO: “CONTRATTO DI GOVERNO, UN PARAVENTO”

Il Movimento 5 Stelle si sta spostando verso destra, accusa De Falco: «È vero. Avrebbe fatto meglio a fare un’analisi del voto il 5 marzo: dopo aver eroso l’elettorato di centrosinistra, il mandato ricevuto proviene da quell’area sociale e politica e dal Sud. Non serve una grande capacità per capire per quale motivo il Movimento sta perdendo consensi: perché si sta appiattendo su tutti i temi della Lega. Addirittura su quello dell’autonomia, che in realtà è secessione». Sul suo futuro: «Dal punto di vista giuridico mi farò seguire da un avvocato. Entrerò, come da regolamento del Senato, nel Gruppo misto. Io sono di sinistra, su questo non c’è dubbio, però non vedo nel Pd alcuna possibilità. Sono legati ancora lì fermi, con Renzi che li ha tenuti ostaggio fino a ieri. Ecco perché è stato facile erodere il loro elettorato. Perché il Pd non ha proposta». Infine, una battuta sulla durata dell’esecutivo: «Mi sembra di capire che andranno alle Europee ognuno con i propri simboli e separatamente e dopo penso cambierà qualcosa. In Europa si avrà un’ulteriore alleanza, ma non ci sarà più da chiamarla contratto. Il contratto non regge, è un paravento».

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