Sul caos Trivelle la Lega prova a smarcarsi dai Cinque Stelle, mentre continua a montare la polemica «Noi siamo per la difesa dell’ambiente e la tutela del paesaggio. E, ripeto, il pozzo di petrolio non è un treno e se ne può discutere. Ma siamo anche per una produttività che possa innalzare il livello di qualità della vita dei cittadini. E soprattutto siamo contro chi è sempre contro», lo dice Dario Galli (Lega), viceministro allo Sviluppo Economico, in una intervista al Corriere della Sera. «Noi non siamo ambientalisti a prescindere, a differenza dei Cinque Stelle, se c’è una cosa che offre un vantaggio significativo economico, ci si ragiona e se per un vantaggio marginale si fanno danni ingenti all’ambiente, l’Italia non può permetterselo», conclude ancora Galli mentre il vero attacco a Di Maio arriva dall’ex Mise Carlo Calenda, autentica furia nelle parole rilasciate all’Adnkronos. «E’ esattamente la stessa cosa – sottolinea l’ex titolare dello Sviluppo Economico – avvenuta nelle vicende Ilva e Tap. Ciò che risulta grave, soprattutto, è l’incapacità di assumersi le proprie responsabilità quando ci si accorge di non poter mantenere le promesse della campagna elettorale. E’ legittimo cambiare idea, ma poi non si può scaricare la colpa sui governi precedenti, buttandola in caciara». (agg. di Niccolò Magnani)



EMILIANO, “DI MAIO IPOCRITA”

«È insopportabile la bieca ipocrisia di chi, dopo aver finto di lottare al nostro fianco, appena giunto al Governo del Paese anche grazie ai tanti elettori sensibili a questo argomento, ora assume le medesime condotte dei governi precedenti che si volevano contrastare con la richiesta di referendum antitrivelle»: ad attaccare è il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano dopo che il caso-caos trivelle è tornato di stretta attualità con le accuse dei Verdi a Luigi Di Maio e al Governo Lega-M5s. «Totale indifferenza per le questioni ambientali e per la tutela dei nostri mari e dei nostri territori senza alcuna reale prospettiva di sviluppo economico. Ma soprattutto un cinismo spietato e lobbista come già constatato dalla Puglia nei voltafaccia insopportabili sulle questioni Ilva e Tap», attacca ancora Emiliano, poco prima della pronta replica di Di Maio nel lungo post su Facebook che trovate riassunto qui sotto. Fortissima l’ira dei No-Triv, con il fondatore Enzo Di Salvatore che a Radio Cusano Campus racconta «La responsabilità della politica è di non modificare il quadro normativo. Se Di Maio dice: non è colpa nostra, è stato un funzionario a dire di firmare le carte, però allo stesso tempo dice che è colpa dei governi precedenti. Il governo poteva fermare queste trivellazioni, bastava cambiare il piano normativo. L’aveva fatto l’ex ministro Prestigiacomo nel governo Berlusconi. Non c’è nessun rischio di penali. Il ministro dell’ambiente Costa non ha alcun tipo di responsabilità, è l’attuale ministero dello sviluppo economico, attraverso il suo dirigente, che ha firmato l’autorizzazione».



DI MAIO SI DIFENDE: “COLPA DEL PD”

Con un lungo post su Facebook, il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio replica alle accuse fatte dai Verdi in merito alle autorizzazioni del Governo su nuove trivellazioni nel Mar Ionio: «Oggi mi si accusa di aver autorizzato trivelle nel mar Ionio. È una bugia.  Queste “ricerche di idrocarburi” (che non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal Governo precedente e in particolare dal Ministero dell’Ambiente del Ministro Galletti che aveva dato una Valutazione di Impatto Ambientale favorevole». Sempre Di Maio ricorda come a dicembre un funzionario del ministero ha sancito quello che aveva deciso il vecchio Governo, «Non poteva fare altrimenti, perché altrimenti avrebbe commesso un reato. Quando il Pd ha dato l’ignobile parere favorevole un anno e mezzo fa, nessun giornale aveva messo la notizia in prima pagina. Ora che il Mise ha semplicemente ratificato quello che il Pd aveva deciso, è diventata una notizia». Il Ministro dell’Ambiente Costa ha fatto sapere che bloccherà subito i permessi, «Da quando sono ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro paese e i nostri mari e mai lo farò». Immediata la replica dell’ex Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda che si scaglia contro Di Maio «Dopo #ILVA #TAP siamo al terzo “delitto perfetto”. Ancora una volta Di Maio dimostra di non sapere cosa vuol dire assumere una responsabilità. Ed è una cosa ben più grave dell’incompetenza o dell’ignoranza». (agg. di Niccolò Magnani)



I VERDI ACCUSANO IL MISE M5S

Nuova gatta da pelare per Luigi Di Maio dopo la denuncia dei Verdi che tramite Angelo Borrelli dichiarano: “Il Ministero dello Sviluppo Economico di Luigi Di Maio ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. In data 31 dicembre 2018 è stato pubblicato sul BUIG (bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse) che autorizza tre nuovi permessi (F.R43-44-45.GM) di ricerca petrolifera su una superficie complessiva di 2200 km/q a favore della società americana Global MED LLC, con sede legale in Colorado, Usa“. L’esponente dei Verdi ci va giù pesante:”La ricerca autorizza l’uso dell’air gun, le bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica: è il regalo di Luigi Di Maio alla Puglia e alla Basilicata dopo Ilva e le autorizzazioni alla Shell rilasciate dal Ministero dell’Ambiente“.

TRIVELLE, “DI MAIO AUTORIZZA RICERCHE DI PETROLIO NEL MAR IONIO”

Angelo Borrelli è entrato nel dettaglio della questione:”Con la legge di Bilancio Luigi Di Maio  avrebbe potuto abrogare l’art. 38 della legge Sblocca Italia, voluta da Renzi che consente di unificare l’autorizzazione di ricerca con la concessione ad estrarre idrocarburi, ma come ha fatto con Ilva ha confermato per intero quello che ha fatto il precedente governo. Ricordo che Il 10 dicembre il ministero dell’ambiente ha rilasciato in un solo giorno 18 pareri favorevoli di ottemperanza alla ricerca di idrocarburi in modo particolare nel mare Adriatico, permessi che per il ministro Costa erano un atto dovuto“. Secondo l’esponente dei Verdi, “sempre il Ministero dell’Ambiente attraverso la commissione tecnica Via ha dato ben 3 pareri favorevoli, riformulati a novembre scorso, alla ricerca petrolifera da parte della Shell in terraferma su ben 347 km/q con ricerca sismica attraverso geofoni attivati da cariche esplosive, nelle aree comprese nel Parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese. M5S ha usato l’ambiente come strumento di propaganda elettorale e riempie l’Italia di trivelle con una politica energetica fossile: chiedere scusa a chi li ha votati e dire vi abbiamo ingannati non sarà mai troppo tardi“. Luigi Di Maio risponderà a questi attacchi?