Si alza il tenore dello scontro, a botte di repliche e controrepliche, tra il Movimento 5 Stelle, la Francia e i vertici dell’Unione Europea dopo che nella giornata di ieri, sul Blog delle Stelle, era apparso un post di sostegno alla protesta dei gilet gialli dal titolo “Non mollate!” e a firma di Luigi di Maio. La Ministra transalpina per gli Affari Esteri, Nathalie Loiseau, aveva replicato al vicepremier invitandolo elegantemente a farsi gli affari suoi e quest’ultimo aveva ribattuto ricordandole che era stato lo stesso Macron, tempo addietro, a impicciarsi nelle vicende italiane quando aveva paragonato l’esecutivo a trazione M5s-Lega alla “diffusione della lebbra”. Tuttavia nelle ultime ore anche da Bruxelles arrivano punzecchiature a Di Maio, coi maggiorenti della Commissione che paiono schierarsi dalla parte del Presidente francese e attraverso i loro portavoce affermano di “non voler commentare i commentatori di professione”. In attesa della prossima controreplica di questa saga sull’asse Roma-Parigi. (agg. di R. G. Flore)
UE, “STIAMO CON MACRON”
«Non facciamo commenti ad altri commenti, ma sulla questione dei gilet gialli la Commissione Ue sostiene Emmanuel Macron e le autorità francesi, che hanno tutta la nostra fiducia per mettere in opera il programma per cui il presidente è stato eletto»: con queste parole il portavoce della Commissione Ue, collaboratore di Jean Claude Juncker, ribadisce una secca bocciatura all’appoggio fornito dal M5s di Luigi Di Maio al movimento di piazza che sta sconvolgendo lo stato francese negli ultimi tre mesi. Intanto prosegue la “maretta” interna al M5s, non più solo tra i dissidenti Fattori e Nugnes contro il board centrale, ma anche da Gianluigi Paragone fino ad oggi alquanto allineato con le mosse di Casaleggio e Di Maio: «Questo caso di Carige non può finire come tutti i casi trattati dai governi precedenti, con una soluzione abbastanza simile. È mai possibile che nessuno nel governo del cambiamento stia chiedendo a Bankitalia di rendere conto delle sue responsabilità? Vogliamo farla questa benedetta commissione d’inchiesta (sulle banche, ndr)? Sarà realmente operativa? Sono incazzato, sono un gilet giallo, non volevamo esserlo?». Il caso della Banca di Genova, secondo Paragone, rischia di allontanare il M5s dall’idea di voler essere, come Di Maio rivendica, vicini ai Gilet Gialli: «per evitare che il mio governo faccia un autogol facciamo i gilet gialli. Dobbiamo dimostrare di essere forti, il governo del cambiamento, vicini alla gente», conclude Paragone in aperta polemica con le ultime decisioni sul caso Carige.
FATTORI VS DI MAIO: “NOI SIAMO DIVERSI”
Luigi Di Maio e il M5s al fianco dei gilet gialli, ma non tutti i pentastellati sono d’accordo. E’ il caso della senatrice Elena Fattori, nota per essere tra i dissidenti grillini, che ai microfoni del Corriere della Sera ha commentato: «Ma quali gilet gialli. Noi siamo un’altra cosa. Noi siamo stati e siamo francescani, quelli lì invece sono dei violenti… La nostra è stata una rivoluzione gentile». Prosegue la Fattori: «Io sono iscritta al M5S dal 2009. Ricordo come fosse ieri le battaglie per la raccolta differenziata. Ricordo la raccolta delle firme per il referendum sull’acqua pubblica. Eravamo propositivi: all’epoca non ci sarebbe mai frullato nella testa di andare a sfondare l’ingresso di un ministero, oppure di lanciare petardi, lacrimogeni. Ecco, sono sotto gli occhi di tutti le differenze». E mette nel mirino Di Maio: «Prima di tutto vorrei dire una cosa: noi del Movimento Cinque Stelle non siamo mai stati consultati su questo tema che tra le altre cose è assai complesso. È un’ulteriore critica al vicepremier? Se Luigi la pensa così è liberissimo di farlo. Ma io non sono d’accordo. Non possiamo sostenere un movimento che si fa sempre più violento». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO: “MACRON PARAGONO’ GOVERNO A LEBBRA”
Nuovo botta e risposta tra Italia e Francia, questa volta tra il governo transalpino e il M5s. Luigi Di Maio, leader grillino che ha appoggiato le proteste dei gilet gialli, ha scritto su Facebook: «La ministra per gli Affari europei Nathalie Loiseau, dopo la mia lettera di ieri mattina ai Gilet Gialli, ha dichiarato: “La Francia si guarda bene dal dare lezioni all’Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro”. Forse si dimentica di quando il suo presidente, Macron, parlando del nostro governo ci aveva paragonato alla lebbra: “Li vedete crescere come una lebbra, un po’ ovunque in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire”». Prosegue il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico: «Quanta ipocrisia. Il popolo francese chiede il cambiamento e un maggiore ascolto delle loro esigenze. Non posso non condividere questi desideri, nè penso di dire nulla di offensivo verso i cittadini francesi. E’ chiaro che qualcosa deve cambiare. Come ad esempio è ora di smettere di impoverire l’Africa con politiche colonialiste, che causano ondate migratorie verso l’Europa e che l’Italia si è trovata più volte a dover affrontare da sola». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IRA DI PARIGI
La solidarietà espressa da Luigi Di Maio ai Gilet Gialli francesi ha scatenato anche la reazione diretta di Parigi, che alla luce dei disordini avvenuti nelle ultime settimane ha preso le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio italiano come un’ingerenza non gradita: “La Francia si guarda bene dal dare lezioni all’Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro”, ha twittato la ministra per gli Affari europei del Governo di Macron, Nathalie Loiseau. Da Parigi fanno notare come le velleità sovraniste di Di Maio, e in generale del Governo gialloverde, stridano fortemente con questo tipo di esternazioni, che vedono di fatto il Governo italiano commentare in maniera diretta ciò che accade in un altro stato. Una contraddizione, secondo la Francia che ha chiesto maggiore misura nei commenti all’Italia, anche alla luce di quanto è accaduto nelle strade con molte manifestazioni dei Gilet Gialli che sono sfociate in scontri con gli agenti di polizia. (agg. di Fabio Belli)
IL CENTRODESTRA PRENDE LE DISTANZE
Non solo Salvini, è l’intero Centrodestra che prende le distanze dall’endorsement “grillino” ai Gilet Gialli d’Oltralpe: «Il governo di Luigi Di Maio aumenta le tasse in Italia per quasi 13 miliardi. I gilet gialli protestano in Francia contro l’aumento delle tasse. Luigi Di Maio offre il sostegno dell’M5s ai gilet gialli: trova l’errore», spiega Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. Renzi ritorna ancora sulla lettera-post del leader M5s e sottolinea, «Il ministro Di Maio assicura il proprio sostegno ai ‘Gilet Gialli’ francesi proprio nel momento in cui questi usano violenza sui palazzi delle istituzioni e contro i poliziotti». Nel pomeriggio, in seguito al post con cui Di Maio ha inteso lanciare il proprio impegno diretto nella campagna elettorale per le Europee, lo stesso vicepremier ha condiviso sempre sui social una foto con l’intero gruppo dirigente M5s intento a preparare le prime “mosse” elettorali: spicca su tutti, Davide Casaleggio, l’ex fidanzata di Di Maio Silvia Virgulti e soprattutto Alessandro Di Battista, rientrato a pieno regime dopo il viaggio in Sud America.
DI MAIO AI GILET GIALLI: “M5S VI SOSTIENE”
«Gilet gialli, non mollate! Dall’Italia stiamo seguendo la vostra battaglia dal giorno in cui siete comparsi per la prima volta colorando di giallo le strade di Parigi e di altre città francesi»: è un tripudio di “giallo” che sgorga dal lungo post di Luigi Di Maio dedicato oggi sul Blog delle Stelle (il canale ufficiale del M5s), con un endorsement tutt’altro che nascosto nei confronti della piazza francese che da 8 sabati consecutivi protesta in piazza contro il Presidente Emmanuel Macron. Se nei primi mesi dell’emergenza a Parigi (e non solo) nelle file del M5s si erano tenuti piuttosto alla larga, con qualche dichiarazione “spot” di simpatia verso quei “gilet jeunesse”, ora il cambio di rotta è evidente e a suo dire clamoroso (se non fosse che i grillini ben sanno il calo dei consensi dovuto alle tante “promesse” finora non mantenute). E allora Di Maio compie la svolta, cercando una partnership in questo momento assai “seguita” da molti cittadini italiani che guardano con curiosità all’esperienza di piazza francese. «Sappiamo cosa anima il vostro spirito e perché avete deciso di scendere in piazza per farvi sentire. In Francia, come in Italia, la politica è diventata sorda alle esigenze dei cittadini che sono stati tenuti fuori dalle decisioni più importanti che riguardano il popolo. Il grido che si alza forte dalle piazze francesi è in definitiva uno: “fateci partecipare”», scrive ancora Di Maio che compie di sua sponte un paragone-somiglianza tra i due movimenti “gialli”.
DA SALVINI A RENZI: LE REAZIONI ALL’ENDORSEMENT GRILLINO
«Il MoVimento 5 Stelle è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno. Come voi, anche noi, condanniamo con forza chi ha causato violenze durante le manifestazioni, ma sappiamo bene che il vostro movimento è pacifico. Possiamo mettere a vostra disposizione alcune funzioni del nostro sistema operativo per la democrazia diretta, Rousseau, per esempio call to action per organizzare gli eventi sul territorio o il sistema di voto per definire il programma elettorale e scegliere i candidati da presentare alle elezioni. E’ un sistema pensato per un movimento orizzontale e spontaneo come il vostro e saremmo felici se voleste utilizzarlo», è la proposta ufficiale fatta da Di Maio ai gilet gialli, in vista evidentemente di quelle Elezioni Europee 2019 che il M5s teme di poter perdere senza un cambio di passo deciso nei confronti dell’alleato-rivale della Lega. Proprio Salvini è il primo a “reagire” davanti all’endorsment tirato dal collega vicepremier ai manifestanti francesi: «Sostegno ai cittadini perbene che protestano contro un presidente che governa contro il suo popolo; condanno però ogni episodio di violenza che non serve a nessuno». Assai più critico l’altro Matteo, Renzi, in un breve ma “velenoso” tweet, «Quella scheda gli scienziati per le loro idee (Giulia Grillo, ndr). L’altro sostiene chi in Francia picchia i poliziotti e usa violenza contro le Istituzioni. Non è folclore: 1miliardo e 700milioni nel 2018 in più per lo spread. Il populismo costa. E alla fine il conto lo pagano gli italiani».