Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando torna alla carica contro il dl sicurezza e il ministro dell’Interno Salvini. Il primo cittadino palermitano ha ribadito ai microfoni de L’aria che tira: «La posizione che ho assunto è di buona politica, voglio rispettare la Costituzione e le convenzioni internazionali. Io non cerco la tribuna, voglio il Tribunale: se solo o in compagnia, mi è indifferente. Considero un dovere morale combattere un decreto disumano e criminogeno, non parliamo di clandestini ma di persone presenti sul territorio nazionale che vengono privati della residenza dall’oggi al domani». Prosegue l’esponente del Partito Democratico: «Se qualcuno mi chiede di cosa mi occupo io, rispondo della sicurezza: si garantisce rispettando i diritti, l’effetto di questo decreto si abbatte su 90-120 mila persone, che potrebbero rimanere in mezzo alla strada invisibili e senza diritti. Rifarei 100 volte ciò che ho fatto». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MARINI: “CORRIAMO PIU’ RISCHI”
Regioni contro Matteo Salvini, i governatori del Partito Democratico uniti nella battaglia al decreto sicurezza. La governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini ha spiegato ai microfoni di Repubblica: «Abbiamo fatto la nostra scelta. Nella terra dei francescani e dei benedettini non possiamo certo abbandonare chi ha bisogno». Guerra sull’accesso alla sanità: «L’accesso alla sanità rimane solo per le emergenze. Ma non esiste solo il problema di vite in pericolo. Faccio un esempio. Cosa succede ai minori che hanno bisogno di vaccinazioni? In realtà questo decreto ha un impatto su tutte le più importanti materie di competenza regionale, non solo la salute. Con il venire meno del permesso di soggiorno per motivi umanitari e la conseguente perdita della residenza si provoca un caos normativo. E gli stranieri, anche quelli che finora erano regolari, finiscono in un limbo, non solo per la salute, ma anche per l’assistenza sociale, il diritto allo studio, la formazione professionale. Riducendo anche la sicurezza generale». A proposito dei rischi per la sicurezza: «Le faccio un esempio: per le forze di polizia è più facile, eventualmente, rintracciare una persona di cui si conosce la residenza anagrafica o un individuo di cui non si sa neppure dove è domiciliato?». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DL SICUREZZA, TRE REGIONI RICORRONO ALLA CONSULTA
Dl sicurezza, continua lo scontro tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e gli amministratori locali. Dopo la rivolta dei sindaci del Partito Democratico, sono scesi in campo i governatori: come riporta Il Messaggero, Umbria, Piemonte e Toscana ricorrono alla Corte Costituzionale contro il decreto del capo del Viminale. E la fronda potrebbe allargarsi: anche Emilia Romagna, Lazio e Calabria stanno valutando il medesimo passo. Antonio Bartolini, assessore umbro, ha spiegato che il decreto «sta creando un vero e proprio ‘caos’ normativo e legislativo e confusione nelle responsabilità dei funzionari di Regione, Asl, Agenzie e Comuni e parallelamente una corsa ad ostacoli per gli stranieri che, entrati con un regolare permesso di soggiorno, oggi o sono riportati, con legge dello Stato, nella clandestinità e nell’irregolarità o gli viene tolta la residenza». Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, ha commentato: «Il decreto è vergognoso. Incontrerò i sindaci nelle prossime ore per studiare affinché non abbia effetti immediati. Stiamo valutando il ricorso alla Consulta, che deve essere cogente e preparato nel migliore dei modi per evitare che sicurezza e civiltà siano messe in discussione», riporta Repubblica.
DL SICUREZZA, SALVINI CONTRO IL PD
Il decreto sicurezza ha creato problemi anche all’interno della maggioranza, con alcuni esponenti M5s che si sono schierati contro Salvini. Il Partito Democratico non ha intenzione di fare passi indietro e rilancia: «Noi tutti stiamo dalla parte dei sindaci, che con serietà e per tempo hanno chiesto di affrontare i problemi che genera il decreto Salvini», le parole di Maurizio Martina. Prosegue il candidato alla segreteria dem ai microfoni del Corriere della Sera: «Battaglia strumentale contro il Governo? No. Le parole di sindaci come Orlando, Nardella, Sala e tanti altri dicono tutta la preoccupazione di chi deve governare i problemi reali creati dalle nuove norme. Ed è vergognoso che un ministro dell’Interno, di fronte ai rilievi dei sindaci, risponda con minacce o provocazioni. Come se ne esce? Io chiedo al premier Conte di incontrare i sindaci e definire con loro le soluzioni ai problemi che genererà quel decreto, perché Salvini a parte battute e provocazioni sui social non ha fornito alcuna risposta seria». Parole che non sono passate inosservate al ministro dell’Interno, che su Twitter ha ribattuto: «Attenti! La priorità del Pd è raccogliere le firme per cancellare il Decreto Sicurezza! Niente di nuovo: questi pensano ai clandestini e se ne fregano degli italiani. Ma chi li vota più???».