Se la Mouraud chiude a una possibile sinergia con il Movimento 5 Stelle, l’ala dura dei gilet gialli apre a Luigi Di Maio. Raggiunto dai microfoni dell’Ansa, Eric Drouet si è detto «molto contento delle varie espressioni di sostegno ai gilets-jaunes, per noi è un appoggio molto importante», aggiungendo che un incontro a Roma con il vice premier sarebbe «assolutamente fattibile». Dello stesso avviso una delle ex portavoce moderate dei contestatori transalpini, Ingrid Levavasseur: «Sono fiera di constatare che il nostro movimento si spinga ben oltre i nostri confini. Contenta che una persona come Di Maio ci tenda la mano, sono pronta ad afferrarla, per spingerci ancora più forte e più lontano. Oggi più che mai abbiamo bisogno di strutturarci e il messaggio del M5S è qualcosa di molto potente», le sue parole a Tg Com 24. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DI MAIO: “LI INCONTRO”

Secondo Francesco De Remigis è solo Luigi Di Maio ad avere bisogno dei gilet gialli, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico rilancia l’asse con i contestatori francesi in vista delle Elezioni Europee. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, il leader politico del Movimento 5 Stelle ha spiegato: «Sto formando un gruppo per le Europee. E nei prossimi giorni incontrerò anche alcuni dei Gilet gialli». Spiega il vice premier grillino: «Non dico quando e con chi. Stiamo organizzando un contatto, di certo con la parte che crede nell’impegno politico non violento. Se vogliono candidarsi alle Europee, io intendo spiegare loro che gruppo vogliamo creare. Non capisco però: Macron può lavorare ad alleanze in Europa, mentre io facendolo commetterei lesa maestà?». Sulle polemiche con la Francia ha commentato: «È stato Macron a dare inizio alle danze, visto che il giorno dopo il nostro insediamento al governo ha cominciato a parlare di “populisti vomitevoli” e di “lebbra”». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LEADER GILET GIALLI: “NON VOGLIAMO AIUTO M5S”

Il Movimento 5 Stelle appoggia e condivide la battaglia dei gilet gialli in Francia, ma non si può dire lo stesso a parti invertite. Infatti, i manifestanti transalpini non sembrano essere sulla stessa linea d’onda: «Dubito che un partito straniero possa aiutarci: siamo due popoli diversi, abbiamo una storia e un’eredità differenti. Sono molto scettica sull’offerta di aiuto del M5s», le parole della leader Jacline Mouraud, che ha anche deciso di fondare un movimento politico (Les Emergents). Prosegue la Mouraud: «In questo momento penso molto di più alla Francia che all’Italia: non conosco abbastanza bene i Cinque Stelle per poter pensare che abbiamo delle cose in comune, ma temo sia difficile ricevere aiuto dall’estero». Queste, invece, le parole di Paul Marra: «Speriamo che il sostegno sia sincero e non sia frutto di una semplice strategia politica per attaccare Macron, come sospettano alcuni di noi: in ogni caso, non prendiamo ispirazione dal M5s». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



GILET GIALLI E IL M5S, SCONTRO ITALIA-FRANCIA

Dopo la lettera “dedicata” ai gilet gialli di Francia ieri sul Blog delle Stelle, Luigi Di Maio ha raccolto due sostanziali conseguenze: la base grillina ha gradito il rilancio “di piazza” ma ha anche aumentato le critiche contro le gestioni molto poco “gilet jeunes” del Governo assieme alla Lega (i casi Carige e Decreto Sicurezza, su tutti); inoltre lo scontro diplomatico tra Francia e Italia si è rintuzzato e questa volta non per colpa di Salvini. La Ministro per gli Affari europei Nathalie Loiseau, dopo la mia lettera di ieri mattina ai gilet gialli, ha attaccato infatti il Governo italiano, «La Francia si guarda bene dal dare lezioni all’Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro». A quel punto il leader M5s non poteva che replicare ancor più duramente, «Forse si dimentica di quando il suo presidente, Macron, parlando del nostro governo ci aveva paragonato alla lebbra: “Li vedete crescere come una lebbra, un po’ ovunque in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire”. Quanta ipocrisia. Il popolo francese chiede il cambiamento e un maggiore ascolto delle loro esigenze. Non posso non condividere questi desideri, nè penso di dire nulla di offensivo verso i cittadini francesi. E’ chiaro che qualcosa deve cambiare».

GILET GIALLI SABATO A ROMA INCONTRERANNO DI MAIO

Ora è ancora l’Eliseo del Presidente Macron ad intervenire per provare a “chiudere” la polemica, con l’immancabile “stoccata” in pieno stile francese: «Le parole di Luigi Di Maio sui gilet gialli sono soprattutto una forma di comunicazione a fini elettorali interni dell’Italia, magari rivolta a Matteo Salvini o Alessandro Di Battista, non certo al presidente Emmanuel Macron. Non vogliamo aggiungere polemiche alle polemiche, non commentiamo, non ne vale la pena», riporta l’Ansa su fonti interne al Palazzo Presidenziale di Francia. Nel merito delle risposte date poi da Di Maio, sempre l’Eliseo ha replicato «non è un commento gradevole, ma questo non significa che risponderemo con un commento dello stesso tenore. E poi l’interlocutore naturale del presidente della Repubblica è il presidente Giuseppe Conte, è con lui che Macron lavora dal primo giorno. Figuratevi che è stato il primo a telefonargli, prima ancora che entrasse in funzione. E mi pare che il signor Conte non abbia fatto alcun commento». Intanto la strana alleanza “prosegue”, sempre che vi siano una leadership riconoscibile con cui trattare: il M5s nacque come una idea e costante “costola” di Grillo e Casaleggio, mentre sui gilet gialli i vertici sono un po’ più difficili da riconoscere. Come riporta il Foglio, sabato prossimo, Véronique Rouillé e Yvan Yonnet, «autoproclamatisi leader moderati del movimento dei gilet gialli francesi, saranno a Roma a Palazzo Falletti per partecipare a un convegno del partito antiliberale e antimondialista P101» e dovrebbero incontrare in gran segreto anche il Ministro M5s provando a dar seguito alla sponda offerta dallo stesso Di Maio.