Due reazioni, altrettanto dure, alle parole di Alessandro Di Battista contro l’ex presidente Napolitano: diametralmente opposte, una dal Pd l’altra dalla leader di FdI Giorgia Meloni. Partiamo dai dem: «Di Battista si vergogni, ha perso un’occasione per tacere. Da lui ricostruzioni fantasiose e inaccettabili. Solidarietà al Presidente Napolitano a cui va la stima di tutto il popolo italiano», attacca Graziano Delrio, mentre Filippo Sensi «Con il presidente Napolitano. Contro l’ignoranza, l’arroganza, l’accatto, il dolo di questi qua». La difesa di Napolitano arriva poi anche dal senatore Marcucci, «un piccolo esponente del M5S si permette di apostrofare un gigante come Napolitano». Molto dura ma del tutto diversa la posizione della presidente di Fratelli d’Italia che va addirittura oltre Di Battista: «Suggerisco alla sinistra di non alzare polveroni sulle parole di Di Battista che dice che Napolitano si è piegato in modo vile alle pressioni della Francia per la guerra in Libia del 2011. Questa sarebbe l’ipotesi meno grave per Napolitano, visto che le alternative sono quella di aver sostenuto la guerra in Libia per totale incompetenza o perché tramava insieme alla Francia contro i nostri interessi nazionali e contro il Governo italiano che si opponeva all’intervento. Vile, incompetente o traditore, in ogni caso c’è ben poco da difendere».



“NAPOLITANO FU VILE SULLA GUERRA IN LIBIA”

Dalla Francia al Venezuela, passando per la Libia e il Quirinale: Alessandro Di Battista è uno “show” praticamente ogni volta che entra nel tubo catodico con interviste e dichiarazioni. Non è stato da meno nell’intervista odierna a “In mezz’ora in più” con Lucia Annunziata, condendo il tutto con un attacco senza precedenti all’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «La Francia chieda scusa per l’intervento scellerato in Libia nel 2011 che ha provocato esodo dei migranti e migliaia di morti. Ha deposto un dittatore e Napolitano si é piegato in modo vile. Berlusconi ancora di più perché era contrario», spara a zero l’ex parlamentare M5s. La Annunziata ha provato a far ritrattare il termine “vile” usato da Di Battista contro il Presidente emerito, ma il “caudillo” grillino ha rilanciato «mi rifiuto di scusarmi, Mattarella non si sarebbe mai comportato come Napolitano». La polemica pompa subito a mille con il Pd su tutti che si indigna per le frasi e accuse rivolte a Napolitano: su tutti interviene il senatore Dario Parrini che attacca «È tragicomico che un uomo minuscolo, ignorante e volgare come Alessandro Di Battista lanci accuse di vigliaccheria a una grande personalità come Giorgio Napolitano. Solidarietà totale al Presidente».



TRA FRANCIA E VENEZUELA, IL NUOVO ATTACCO DI DI BATTISTA

Era collegato dalla Francia Di Battista – «sono qui per motivi personale, ma volevo annusare la situazione» – e già che c’era ha rintuzzato nuove polemiche contro Parigi dopo la clamorosa decisione di Macron di richiamare l’ambasciatore da Roma: «Le istituzioni italiane incontrino al più presto quelle francesi per parlare di punti politici, del futuro dell’Europa. La crisi diplomatica va risolta a testa alta. Bisogna risolvere nella prossima Commissione Ue alcuni nodi chiave per il futuro dell’Europa. Ad esempio tagliare gli stipendi dei commissari europei. Ma mi chiedo: si può essere paladini dell’Europa e mettersi al di fuori delle regole europee?». Rintuzzata anche la polemica sul fronte migranti, con “Dibba” che attacca di nuovo «il governo di Parigi non può fare la morale a noi sul razzismo quando i loro gendarmi alcune settimane fa hanno sbattuto i migranti alla frontiera in una foresta come cani». La Libia e la Francia sono poi la possibilità di parlare, ovviamente, dell’emergenza in Venezuela con il M5s che continua ad opporsi (contro Salvini e il Quirinale, ndr) al riconoscimento di Guaidó: «Non ho mai detto che essere neutrale vuol dire stare con Maduro, sono fake news. Legittimare un signore presidente dell’Assemblea che si è auto-legittimato vuol dire soffiare sul fuoco. Sto col presidente russo Vladimir Putin? L’Europa avrà un futuro se si sgancerà dagli Stati Uniti, guardiamo oltre gli assetti post seconda guerra mondiale».

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