Che Valdis Dombrovskis non sia proprio l’amico n.1 del Governo gialloverde lo sapevamo da tempo (e lo sapevano soprattutto Conte e Tria che in tutti modi hanno tentato di mediare le posizioni nella Manovra avanzati da Salvini e Di Maio), ma ormai la sua – come quella di Moscovici – sembra divenuta una “battaglia” continua contro la Manovra Finanziaria. «La traiettoria di bilancio dell’Italia era sbagliata, e prima che venisse corretta grazie al negoziato con l’Ue i danni all’economia erano già stati fatti», ha spiegato oggi all’Eurogruppo il vicepresidente della Commissione Ue. «Abbiamo rivisto al ribasso le stime di crescita e bisogna dire che anche in precedenza avevamo detto che la traiettoria di bilancio scelta non aiutava fiducia, stabilità finanziaria, ha portato all’aumento dei tassi, al calo di indicatori sulla fiducia e a crescita rallentata. Il Governo ha corretto questa traiettoria in modo considerevole, ma i danni erano già stati fatti», ha poi sottolineato ulteriormente il n.2 di Jean Claude Juncker. Per Dombrovskis l’importante per i prossimi mesi è che l’Italia «si attenga a una politica di bilancio responsabile per consentire un rimbalzo dell’economia».
LA REPLICA DELLA LEGA: “RECESSIONE COLPA DELL’UE”
Sul problema dell’economia italiana poco prima Dombrovskis aveva sottolineato come vi è un rallentamento della crescita che deve far riflettere l’intera Commissione Ue e Unione Europea: «dobbiamo agire con ordine, non penso che l’Italia si trovi ai margini, al contrario penso che ci sia un incitamento ad andare ancora più vicino al cuore dell’Europa e dell’Eurozona, perché alla fine l’incertezza è più dannosa che utile. E se farà le riforme per aumentare la competitività e la produttività le cose andranno nella giusta direzione». Gli fa eco il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici (un altro degli “amici” molto poco voluti da Salvini e Di Maio, ndr), «Dobbiamo essere chiari: il posto dell’Italia, terza economia della zona euro, è al centro della zona euro, non accanto, non a margine». A replicare a tono (durissimo) ci pensa il Presidente della Commissione Bilancio alla Camera, il leghista Claudio Borghi: «Il signor Dombrovskis ha ancora pochi secondi di tempo per poter fare la voce grossa. Mi hanno detto che forse sarà candidato nel suo Paese alle prossime elezioni europee con i residui del suo partito. Bene, vedremo se verrà eletto, con quanti voti e se otterrà un maggior consenso lui o un candidato leghista alle Regionali in Abruzzo». Intervistato da Affari Italiani, ancora Borghi aggiunge «Il fatto che l’Italia non abbia agganciato la ripresa è anche per colpa delle idee di questa Commissione e dei partiti di governo a Roma – mi riferisco al Pd – che hanno appoggiato le loro teorie. Il Partito Democratico è stato infatti al governo durante tutta la durata in carica della Commissione Juncker. Non rimpiangeremo né lui, né Dombrovskis e nemmeno il signor Moscovici. Non entreranno certo nella storia d’Italia».