Il giorno dopo gli insulti, profondi e continui, fatti da alcuni membri del Parlamento Ue a Strasburgo contro il Premier italiano Giuseppe Conte, è il Ministro Salvini a prendere forte posizione in difesa del proprio Presidente del Consiglio. «Ha tutta la mia stima e la mia solidarietà perché quei bifolchi e buzzurri insultavano un popolo e non un governo. Alla faccia dei liberal, fortunatamente il 27 maggio quella gente andrà a lavorare se ne è capace»: non poteva certo mancare la stoccata di Salvini a quei parlamentari, su tutti l’eurodeputato del gruppo Alde, il belga Guy Verhofstadt, che ieri si è permesso di dare del «burattino di Salvini e Di Maio» al Premier Conte. Il discorso del leader liberale era più ampio, certo, ma invece che ridurre la gravità ampliando il contesto a leggere bene le altre dichiarazioni si vede addirittura di peggio: «l’Italia è dove è nata la nostra civiltà europea. Per questo oggi mi fa male vedere la sua degenerazione politica, che non è iniziata un anno fa, ma 20 anni fa. Questo bellissimo Paese è diventato da Paese fondatore dell’Europa a fanalino di coda dell’Unione».



IL RETROSCENA SUL PREMIER CONTE: “CROLLO NERVOSO..”

Non solo, è ancora Verhofstadt ad attaccare Conte e il Governo gialloverde quando ieri da Strasburgo apostrofava «Il governo italiano ha impedito all’Ue di essere unita contro Nicolas Maduro e di riconoscere Juan Guaidò. Lo sa bene perché, perché siete sotto la pressione del Cremlino, questa è la verità». Davanti a tali offese e accuse, Conte ha replica in diretta sottolineando «Alcuni interventi non andrebbero commentati, perché hanno pensato di offendere non solo il sottoscritto ma l’intero popolo che rappresento. Io burattino non lo sono. Interpreto e sono orgoglioso di rappresentare un intero popolo e di interpretare la voglia di cambiamento del popolo italiano e di sintetizzare una linea politica di un governo che non risponde alle lobby. Forse i burattini sono coloro che rispondono a lobby e comitati d’affari». In un retroscena riportato oggi su Repubblica, prima della difesa a spada tratta di Salvini, Conte avrebbe spiegato agli eurodeputati vicini a lui ieri «Non parlavano a me sono stato il parafulmine di Salvini e Di Maio. Ma è chiaro che mi assumo la responsabilità del governo che presiedo e ci metto la faccia». Un crollo emotivo, raccontano le fonti vicino all’ambasciatore Benassi (collaboratore molto stretto di Conte in tutti i viaggi all’estero, ndr), avrebbe colto il Premier quando addirittura alcuni parlamentari gli hanno imputato di aver lasciato morire i bambini in mare.

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