Dopo il caos di ieri alla Camera, il presidente della Camera Roberto Fico è tornato sulla bagarre tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che l’ha visto protagonista. Intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti al convegno della Cisl a Napoli, l’esponente grillino ha commentato: «Oggi i quotidiano riportano le mie scuse e magari non sono stato compreso fino in fondo: il mio scusarmi è riferito solo a quel micro secondo in cui ho detto “arrivederci”, c’erano deputati sotto il banco con le mani alzate che scendevano e che ho salutato». Prosegue Fico: «Per me quel saluto è stato sbagliato, poteva sembrare un po’ di ingaggiare una discussione, ma anche nella gestione del deputato D’Ambrosio e rispetto alla questione sollevata da Emanuele Fiano sul regolamento per me è andata in modo perfetto. Non i sono problemi rispetto alla gestione e a ciò che ho detto in aula: lo rifarei». Conclude il pentastellato: «Tutto quello che avviene in aula verrà esaminato: ieri ho dato l’istruttoria ai questori e ho scritto una lettera perché devono elaborare tutto ciò che è successo all’interno dell’aula e ci saranno provvedimenti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ISTRUTTORIA FICO: “PRESTO SANZIONI”
Dopo la clamorosa bagarre alla Camera, il Presidente Roberto Fico ha deciso di aprire un’istruttoria per accertare ogni qualsivoglia episodio avvenuto nel convulso pomeriggio di Montecitorio: «Tutti i comportamenti in violazione del regolamento sono inaccettabili. Per questo ho chiesto al Collegio dei Questori di aprire un’istruttoria, in base alla quale prenderò quindi una decisione su eventuali sanzioni». Dopo i tanti disordini in Aula, ancora Fico ha spiegato ai cronisti «Mi fa piacere aver ricevuto una lettera di scuse da parte del deputato del Pd che ha lanciato dei fascicoli contro la presidenza». Intanto ha commentato per la prima volta i fatti i giornata anche Luigi Marattin, il dem accusato di aver dato uno “schiaffetto” ad un collega M5s: «Un deputato del M5S ci ha ricoperto di insulti e poi ha fatto il gesto delle manette rivolto a Migliore e al PD per poi rivendicarlo. Venti anni fa quando si sventolò il cappio in Parlamento Napolitano sospese la seduta espellendo il deputato. Fico invece ha avallato il gesto, minimizzandolo. Fico ci ha anche deriso mentre lasciavamo l’aula con un arrivederci. Non ho fatto nessuna aggressione. Non credo faccia parte del perimetro istituzionale che un deputato si alzi e mimi le manette e che confermi il gesto e che il presidente della Camera non faccia nulla. Si sta passando il segno. Patetico anche il tentativo di passare per aggrediti anche se alcuni di noi hanno esagerato ma non bisogna confondere azioni e reazioni. C’è un’igiene istituzionale che sta venendo meno. Le cose possono capitare, ma mi preoccupa che le azioni vengano legittimata. Ciò mi preoccupa molto», ha raccontato il deputato dem a RepubblicaTv prima della presentazione del libro di Renzi in Camera di Commercio.
LO SCONTRO E I DISORDINI
«I 5 Stelle continuano a offendere il #Parlamento. Noi difendiamo le istituzioni e la #democrazia»: i deputati Pd non intendono diminuire il livello dello scontro alla Camera con i grillini. Di contro, il portavoce M5s alla Camera Alessandro Melicchio risponde a tono, ovviamente sui social «Il partito dei lanciatori di fascicoli, prima in testa ad un sottosegretario poi addirittura contro la Presidenza della Camera. Un #PD di violenti oltre che di arrestati». Insomma la bagarre non si esaurisce e e si aggiunge alle parallele polemiche per un altro gesto sgradevole avvenuto nel parapiglia tra il deputato dem Marattin e il deputato collega M5s, Zolezzi: uno schiaffo, documentato da un video, che ora viene denunciato dalla grillina Dalila Nesci «Atto vile in Parlamento: Marattin del Partito Democratico alza le mani su un portavoce del Movimento 5 Stelle. Chiediamo immediatamente l’intervento degli organi preposti. Un episodio di violenza del genere va condannato senza se e senza ma. Marattin deve essere allontanato». (agg. di Niccolò Magnani)
BAGARRE ALLA CAMERA TRA PD E M5S
Momenti di tensione alla Camera tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Tutto è iniziato con il gesto delle manette dell’esponente M5s Giuseppe D’Ambrosio verso il dem Gennaro Migliore, un episodio segnalato al presidente della Camera Roberto Fico da Enrico Borghi: «D’Ambrosio si è rivolto nei confronti dei componenti del gruppo del Pd e in particolare del collega Migliore mimando in maniera esplicita il gesto delle manette. Questa qui dentro non è un’azione tollerabile: lei e il collegio dei questori dovete intervenire altrimenti noi usciamo da quest’aula». La terza carica dello Stato ha replicato immediatamente: «Come avete ascoltato, D’Ambrosio ha avuto il primo richiamo formale ed è stato ripreso: in questo momento oltre non vado, poi vedremo con il collegio dei Questori».
GESTO DELLE MANETTE M5S E FASCICOLO CONTRO FICO: IL VIDEO
Nessuna azione intrapresa contro il deputato grillino, motivo per cui gli esponenti del Pd hanno deciso di lasciare l’aula. Roberto Fico risponde «Arrivederci» e si scatena la rabbia dem, tanto che un parlamentare gli lancia contro un fascicolo. Dopo la sospensione della seduta per cinque minuti, il presidente della Camera è il primo a prendere la parola per porgere le sue scuse: «Siccome c’è stata un po’ di tensione, io chiedo scusa per aver risposto arrivederci: quando sbaglio, chiedo scusa. Mi sono lasciato andare, è stata colpa mia, un mio errore: quando questa Presidenza sbaglia, ci sono sempre le scuse». Sul gesto di D’Ambrosio è intervenuto Emilio Carelli, ospite negli studi di Tagadà: «Si sta approvando la riforma costituzione che prevede l’introduzione del referendum propositivo. La tensione era alta, detto ciò il segno delle manette è deprecabile».