Scoppia la pace fra Italia e Francia dopo il ritorno a Roma dell’ambasciatore d’oltralpe, Masset, e il successivo incontro con il presidente Mattarella. Il capo dello stato ha fatto visita al diplomatico presso Palazzo Farnese, sottolineando l’importanza dei rapporti fra le due nazioni e congratulandosi per il fatto che la crisi fra le due nazioni sia rientrata. «Il presidente della Repubblica Macron – ha poi spiegato lo stesso Masset – e tutti i ministri del governo francese che ho incontrato in questi giorni di consultazioni a Parigi mi hanno ribadito quanto sia importante per loro la relazione tra Francia e Italia. Non neghiamo che ci siano divergenze o dei disaccordi su dei temi – ha aggiunto e concluso – ma tutto si può affrontare nel dialogo e nel rispetto reciproco. Siamo pronti a lavorare su tutti i temi nell’interesse dei nostri due Paesi». Soddisfatta anche Nathalie Loiseau, il ministro francese per gli Affari europei, che nella mattinata di ieri aveva annunciato l’immediato ritorno in Italia dell’ambasciatore. La Loiseau ha espresso soddisfazione anche per via della netta presa di posizione di Di Maio nei confronti dei Gilet Gialli. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ITALIA-FRANCIA, È PACE: MATTARELLA DALL’AMBASCIATORE

L’ambasciatore Christian Masset è rientrato a Roma dopo la crisi tra Francia e Italia, ritorna il sereno tra i due Paesi. Ma c’è di più: nel corso dell’incontro di oggi al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’ambasciatore ha consegnato una lettera di Emmanuel Macron di invito a compiere una visita di Stato a Parigi. Un invito accettato da Mattarella, che martedì pomeriggio aveva avuto un contatto telefonico con il presidente transalpino per tentare di distendere il clima tra i due Paesi dopo i botta e risposta con Di Maio e il M5s. Matteo Salvini ha commentato su Twitter: «Sono contento per polemica chiusa. Adesso rinnovo la richiesta d’incontro con il ministro francese agli Interni, con l’obiettivo di riportare in Italia alcuni dei 15 terroristi latitanti da anni in Francia». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



FRANCIA-ITALIA, CASO CHIUSO

E’ definitivamente rientrata la crisi fra la Francia e l’Italia. Pochi minuti fa, attorno alle ore 15.30 di oggi, venerdì 15 febbraio, l’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset, è tornato al suo posto a Roma. Masset è rientrato nel Belpaese dopo otto giorni di “fuga”, durante i quali lo stesso aveva fatto ritorno a Parigi per consultazioni, dopo che l’Eliseo non aveva preso bene la visita di Di Maio dai Gilet Gialli. La crisi è stata di fatto risolta dal presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che subito dopo il richiamo di Masset ha contattato telefonicamente Macron per provare a trovare una soluzione. Nel contempo lo stesso capo dello stato pare abbia richiamato all’ordine il ministro del lavoro, colpevole di aver dato vita ad un atto troppo provocatorio nei confronti dei cugini transalpini, alla luce anche dei precedenti e recenti attacchi in merito al franco coloniale. Appresa la notizia lo stesso ministro Di Maio ha commentato: «Sono contento che stia tornando l’ambasciatore francese in Italia, a cui chiederò un incontro. Intanto gli do il bentornato». Il ritorno di Masset a Roma era stato anticipato stamane dal ministro per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



AMBASCIATORE FRANCIA RIENTRATO A ROMA

«Riparte oggi per Roma» ha spiegato il Ministro per gli Affari europei del Governo Macron, Nathalie Loiseau, riferendosi all’ambasciatore francese di stanza a Roma: si chiude di fatto così, dopo solo una settimana, la “crisi” diplomatica nata tra Italia e Francia per via della visita del vicepremier Luigi Di Maio ad alcuni rappresentanti dei gilet gialli nelle scorse settimane. L’ira del Presidente Macron arrivava al termine di una serie di attacchi lanciati da Salvini, lo stesso Di Maio, Di Battista e altri esponenti della maggioranza gialloverde contro il Governo EM: la decisione, per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale, di richiamare l’ambasciatore di Francia a Roma (Chistian Masset, ndr) aveva scatenato una bufera politica non chiusa questa volta dal Premier Conte (insultato e “processato” nel suo primo discorso all’Europarlamento, dunque non nel momento di massima legittimazione internazionale, ndr) bensì dalla telefonata avvenuta sabato scorso tra Mattarella e lo stesso Macron. «Inaccettabili i continui attacchi da parte del Governo italiano», spiegava l’esecutivo dell’Eliseo, dimenticando quanto gli stessi attacchi – «il Governo italiano e i populisti sono come la lebbra per l’Europa», e cosi simili – arrivarono anche da Parigi in direzione Roma.

CRISI FINITA: E ORA?

Ora però la crisi sembra “finita” con l’annuncio della Ministra Loiseau di stamane e il rientro di Masset a Palazzo Farnese a Roma previsto per oggi, 15 febbraio 2019: «Il presidente della Repubblica italiana, Mattarella, ha telefonato al presidente Macron, si sono parlati, hanno detto insieme fino a che punto è importante l’amicizia tra la Francia e l’Italia, a che punto i due paesi hanno bisogno uno dell’altro. Abbiamo anche ascoltato dei leader politici che si erano lasciati andare a parole o comportamenti francamente non amichevoli e inaccettabili, mostrare rammarico». In una intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera, un altro ministro di Macron – il titolare degli Affari Esteri Jean-Yves Le Drian – aveva commentato l’imminente ritorno dell’ambasciatore a Roma in questi termini «C’è stata una serie di attacchi contro la Francia e avevo fatto sapere all’ambasciatrice italiana a Parigi che la successione di prese di posizione di più membri di primo piano del governo quanto alla politica interna francese cominciava a porci seri problemi». E ora? Salvini e Di Maio di certo, avvicinandosi la campagna elettorale per le Europee, non diminuiranno lo scontro politico con il “nemico” n.1, ovvero proprio l’Europeismo di Macron e Merkel anche se probabilmente – dopo la bufera per la crisi diplomatica – potrebbero essere più “accorti” e “stimolati” dalle reprimende del Quirinale se si dovesse sciaguratamente aprire una seconda nuova crisi diplomatica.