Uno dei capitoli della lunga polemica-battaglia politica tra Francia e Italia in questi ultimi mesi è stata certamente la richiesta “stizzita” del Ministro Salvini in merito ai tanti terroristi e brigatisti ancora in asilo politico in Francia, che da anni rifiuta l’estradizione in Italia perché giudica quei processi degli Anni Settanta (in pieni Anni di Piombo) “sommari” e “ingiusti”. La cattura di Cesare Battisti (che prima di fuggire in Sud America si era rifugiato proprio in Francia) è stata la miccia della rinnovata richiesta del Governo italiano contro l’Eliseo di Emmanuel Macron: sono 12 i latitanti che il Viminale richiede a Parigi e fino a questa mattina le risposte del Governo francese sono state interlocutorie e di fatto respingenti le parole di Salvini. Ora però la svolta arriva dal Ministro degli Affari europei Nathalie Loiseau, dopo pochi giorni dalla ricomposta frattura diplomatica (con il ritorno dell’ambasciatore a Roma): «non vedo alcuna ragione per oppormi alla richiesta di estradizione dei terroristi» spiega la Ministra macroniana, in contrasto con la Dottrina Mitterrand che tra il 1981 e il 1995 diede protezione a moltissimi latitanti ed ex terroristi italiani (e non solo).
LA “STOCCATA” A SALVINI
Dalla Sardegna dove si trova in tour elettorale per le Regionali, il Ministro degli Interni Salvini aveva lanciato nelle scorse ore una nuova “stoccata” all’Eliseo spiegando «Ora è tornato in Italia l’ambasciatore francese. Siamo tutti contenti e più rilassati, adesso però aspettiamo che Parigi ci restituisca i 15 terroristi». La replica arriva dalla stessa Loiseau in una intervista a Le Monde: «E’ un tema che viene trattato da giustizia a giustizia. Non spetta a un ministro dell’Interno, sia esso vicepremier, di venire a prendere i brigatisti in Francia e non spetta al suo omologo francese consegnarglieli». Secondo la titolare degli Affari Europei, vi sono in Francia dei magistrati che lavorano tra loro e con quelli italiani «studiando caso per caso, vegliando al rispetto di una eventuale prescrizione dei fatti. Si farà caso per caso, ma non c’è alcun motivo di opporsi a una eventuale estradizione», conclude Nathalie Loiseau. La crisi diplomatica è conclusa, ma le schermaglie sull’asse Macron-gialloverdi non sembrano per nulla destinate a diminuire…