Dopo i grillini, Salvini e Berlusconi si riapre ancora la fascia “politica” a Pomeriggio 5 con Barbara D’Urso che questa volta ospita Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, a pochi giorni dalle Elezioni in Sardegna: pochi minuti ma una verve politica assai più indomita dei suoi colleghi uomini visti nello stesso studio nelle precedenti settimane. «I pastori sardi hanno versato litri di latte per strada per farsi ascoltare, assurdo: col voto qualcosa potrà cambiare, speriamo che il popolo sardo ci dia fiducia per eliminare gli limiti anni di ritardi e burocrazia che rischiano di uccidere l’Isola». Il caso del giorno riguarda certamente l’arresto dei genitori di Matteo Renzi, con la Meloni che non si accoda all’alleato Salvini nell’allontanare la polemica ma anzi rilancia: «sui genitori Renzi, qualcosa non ci tornava degli affari di famiglia negli scorsi anni, però ora attendiamo cosa diranno le indagini. Alcune cose come FdI già le avevamo notate tempo fa ma nessuno ci aveva dato retta. Non tutto era “naturale” fin da quando era premier: i giudici ci diranno se le indagini siano giuste o sbagliate, di più non voglio esprimermi anche perché non mi compete». Il secondo caso del giorno, come giustamente sottolinea Barbara D’Urso, è il voto online M5s seguito poi dalla decisione della Giunta per le Immunità al Senato che ha votato per non mandare a processo Matteo Salvini: per la leader di Fratelli d’Italia, «era scontato che la giunta votasse a favore di Salvini, se il M5s avesse evitato queste manfrine in queste ultime settimane avrebbero fatto miglior figura, non era giusto processare Salvini per aver fatto il suo lavoro».



DICIOTTI ED MAFIA NIGERIANA, L’AFFONDO DI GIORIA MELONI

Secondo Giorgia Meloni non è comprensibile l’accanimento contro chi sta semplicemente facendo il suo lavoro da titolare del Viminale: «mi chiedo perché i giudici non abbiano mai processato e indagato i ministri che negli anni scorsi lasciavano entrare clandestini con l’evidente reato di favoreggiamento della clandestinità». Ed ecco tornare la sempiterna ricetta della leader FdI: «Per noi l’unico modo per uscire dal problema migranti è il blocco navale alle coste della Libia: gli immigrati poi che arrivano in Italia devono essere trattenuti nei centri di detenzione, altrimenti ci troviamo la mafia nigeriana in giro per l’Italia come avvenuto in questi anni». Nuovo attacco la Meloni lo piazza contro due dei “peggiori nemici” dell’alleato-rivale Salvini, tema ovviamente sempre l’immigrazione: «Lezioni da Saviano e da Fabio Fazio sull’accoglienza non possiamo più sentirle. Da loro mai una parola sulla mafia nigeriana, dall’alto dei loro stipendi milionari si permettono di fare le lezioncine ma non prendono di petto il vero problema. Un conto sono i rifugiati, che giustamente accogliamo, ma un altro sono gli immigrati clandestini spacciatori e criminali: quelli non vanno accolti ma cacciati via». La chiusura dell’intervista a Pomeriggio 5 vede il rinnovato impegno di Giorgia Meloni sulla legge per i seggiolini in auto salva-vita: «è la battaglia di Fratelli d’Italia: non sono mostri chi dimentica i figli in auto, ma come politica qualcosa possiamo fare. La legge è passata, aspettiamo solo gli incentivi: siamo avanguardia nel mondo su questo, le macchine avranno in dotazione tutti questi dispositivi. Se ci riusciamo avrò soddisfatto il mio sogno di politica negli ultimi 25 anni».

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