Si chiude (forse) un processo, quello sul caso Diciotti, ma rischia di aprisene un altro per il Ministro degli Interni Matteo Salvini: la Procura di Torino avrebbe infatti chiesto e ottenuto dal Tribunale torinese l’individuazione di una data per celebrare l’eventuale processo al vicepremier per il reato di vilipendio all’ordine giudiziario. Al momento non c’è nessuna avviso di garanzia già scattato, ma le fonti del Palazzo di Giustizia all’Ansa hanno riportato della possibile e imminente citazione diretta a giudizio, dato che per questo tipo di reato non è prevista la celebrazione dell’udienza preliminare. Stando a quanto emerso dal Tribunale di Torino, spiega Tg Com24, il processo che riguarda il leader della Lega potrebbe tenersi entro l’estate aumentando ulteriormente il carico di “sfida politica” all’interno del Governo nei mesi immediatamente successivi alle già determinanti Elezioni Europee.
I FATTI E LE ACCUSE
Secondo i fatti finora emersi, Salvini andrebbe a processo per “vilipendio” per aver pronunciato nell’ormai lontano febbraio 2016 – durante un comizio a Collegno (Piemonte) – alcune frasi offensive contro la magistratura italiana. «Difenderò qualunque leghista venga indagato da quella schifezza che è la magistratura», esclamò l’attuale vicepremier leghista il 14 febbraio 2016 in merito agli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Genova sulla nota “rimborsopoli” dei Consiglieri Regionali liguri, di cui alcuni membri della Lega. Già negli scorsi mesi i pm torinesi avevano ricevuta l’autorizzazione a procedere da parte del Ministero della Giustizia Alfonso Bonafede: «La legge infatti prevede che il ministro della Giustizia dia la sua autorizzazione per questo tipo di reati. Ritengo che, poiché tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, nessuno deve godere di privilegi. Quindi ho deciso di concedere l’autorizzazione a procedere per tutti i casi pendenti. La coerenza è un valore che va coltivato prima di tutto nelle istituzioni». Così il Guardasigilli grillino, diversi mesi prima di quanto però deciso dagli stessi pentastellati (dopo voto su Rousseau) in merito al caso Diciotti sempre per quanto riguarda un processo contro il Ministro Salvini. In seguito a quell’autorizzazione di Bonafede, comunque, i pm notificarono a Salvini la chiusura delle indagini e nei prossimi giorni potrebbe giungere la definitiva convocazione per il processo che rischia – mesi dopo il caso Diciotti – di rimettere in discussione il peso interno della maggioranza.