Prima Giorgetti, poi Garavaglia e Salvini ora anche il Ministro dell’Economia Giovanni Tria smentiscono le voci che darebbero il Governo pronto ad una Manovra correttiva (dopo le Europee, dicono le fonti più autorevoli) per provare ad andare incontro alle richieste dell’Europa che ancora spingono sull’acceleratore della polemica contro la Finanziaria e il Decretone dell’esecutivo gialloverde. «Su un’eventuale Manovra correttiva 2019 sembra prematuro esprimersi in tal senso» ha spiegato oggi al Question Time alla Camera il titolare del Mef, aggiungendo poi «Certamente nel prossimo Def si aggiorneranno le previsioni economiche e l’aggiornamento porterà a una valutazione e alla verifica dei saldi che saranno oggetto del confronto con la Ue». Tria ha poi spiegato come la Manovra approvata dal Governo a fine 2018 contiene una apposita clausola di monitoraggio, con accantonamento di 2 miliardi di euro, per l’intero 2019: «questi margini di riserva al momento appaiono più che sufficienti». È però lo stesso Ministro dell’Economia ad ammettere che, se i conti non dovessero crescere come previsto dal Governo, «cosa che ci auguriamo non accada, la proiezione del saldo di bilancio potrà essere rivista a condizione che non dipenda solo dal quadro macroeconomico, allo scopo di evitare politiche procicliche che rischiano di aggravare il quadro congiunturale».



LA LEGA ESCLUDE LA MANOVRA BIS, ALMENO PER ORA

In mattinata era stato il vice di Tria, Massimo Garavaglia, a spiegare in modi simili lo stesso identico contenuto: «siamo preoccupati e siamo determinati a far ripartire al più presto gli investimenti. Non c’è necessità di una manovra aggiuntiva adesso. Semmai bisogna far partire al più presto domanda interna e investimenti», ha spiegato il n.2 del Mef intervistato a Radio1In Viva Voce. Giusto due giorni fa il Sottosegretario della Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, spiegava in un convegno a Milano come «Questo è un altro problema e lo vedremo nei prossimi mesi» a chi gli chiedeva conto di una possibile Manovra correttiva per risolvere il rebus della recessione e la mancata crescita dell’economia italiana. L’apertura leghista è stata però subito stroncata tanto da Tria quanto da Matteo Salvini, intervenuto ieri sera dalla Sardegna «non ci sarà bisogno. Una manovra correttiva la escludo categoricamente. Lo spread è un problema ma ormai sale dal primo giorno che siamo al governo».

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