I tempi sono proprio cambiati: non più Silvio Berlusconi ma Matteo Salvini e poi una volta erano i presunti “fondi dagli Usa” ad essere messi alla berlina dal settimanale L’Espresso. Oggi invece sul banco degli imputati della nuova inchiesta in edicola dal 24 febbraio prossimo è la Russia di Vladimir Putin: sì, i tempi sono proprio cambiati. Secondo il lungo reportage di Giovanni Tizian e Stefano Vergine, vi sarebbe una trattativa segreta per finanziare con soldi russi la Lega di Matteo Salvini all’interno di un largo progetto del Cremlino sui foraggiamenti ai partiti “sovranisti” contro l’Unione Europa. Come già avvenuto in inchieste prima e dopo le Elezioni in Francia e Germania, le presunte “interferenze” russe sono sempre al centro di ogni dibattito politico degli ultimi anni e così si appresta ad essere a maggior ragione in vista delle prossime Elezioni Europee del 27 maggio. «Un affare a sei zeri per finanziare la Lega in vista delle elezioni europee. Un sostegno camuffato da compravendita di carburante. Soldi russi per i nazionalisti italiani del vicepremier Matteo Salvini», si legge nelle prime righe che anticipano il lungo servizio di copertina de L’Espresso diretto da Marco Damilano. Secondo l’inchiesta dei colleghi giornalisti, la trattativa riguarderebbe un fedelissimo della lega assieme ad alcuni esponenti dell’establishment economico e finanziario del Cremlino: al centro, uno stock di carburante del tipo “Gasoil EN 590 standards Udsl”, per 3 milioni di euro di tonnellate di diesel che un’azienda italiana sarebbe in procinto di comprare da una compagnia russa.
L’ATTACCO DELL’ESPRESSO
Sempre secondo L’Espresso ci sarebbe (o ci sarebbe stata) una «compravendita grazie alla quale il Cremlino dovrebbe riuscire a rifocillare le casse del partito di Salvini alla vigilia delle europee del prossimo maggio». Gli stessi giornalisti del gruppo Espresso non si dicono certi che l’affare sia stato poi concluso ma intanto lanciano una serie di dati, mail, appuntamenti e “sospetti” riferibili al rapporto tra Roma, Milano e Mosca. Il reportage de L’Espresso è parte di uno libro-inchiesta assai più grande di prossima uscita (edito da Laterza), “Il Libro nero della Lega” dove si prova a mettere sul banco le dietrologie sui 49 milioni di euro fino, per l’appunto, ai presunti finanziamenti in arrivo dalla Russia. L’ex portavoce del vicepremier, Gianluca Savoini, sarebbe l’uomo al centro delle trattativa Lega-Russia: «Ha sancito l’alleanza tra la Lega e il partito di Putin, Russia Unita. Ha fatto decine di viaggi a Mosca, in Crimea e nel Donbass. E ha condotto fin dall’inizio il negoziato per il finanziamento russo», attacca ancora il settimanale del Gruppo Espresso insistendo su come il Carroccio avrebbe raggiunto l’accordo stabilito durante diverse riunioni al Metropol di Mosca sulla base di circa 3 milioni di gasolio in 12 mesi, «Il tutto discusso a Mosca da un uomo, Savoini, che non avrebbe alcun titolo per occuparsi di petrolio né tantomeno di finanziamenti della Lega». La parola ora spetterà alla probabile e attesa controreplica dei diretti interessati: di sicuro la “querelle” non finisce qui..