La manovra correttiva? Per Conte e Tria “non serve”, per Salvini “è una discussione sul nulla”. La Tav? La Camera approva la mozione congiunta Lega-M5s per ridiscutere l’opera, perché tra i ministri leghisti e quelli pentastellati la distanza sull’opportunità o meno di completare la Torino-Lione resta ampia. Intanto, oggi arriverà il rating di Fitch sull’Italia, lo spread ha ricominciato ad alzare la cresta, la Ue ieri ha bocciato la manovra italiana perché “non contiene misure sufficienti per garantire la crescita sul lungo periodo”. Insomma, la politica è sospesa come in una bolla? “Sì – risponde Stefano Folli, editorialista di Repubblica – è tutto sospeso almeno fino alle europee. Il governo non è più in grado di decidere su nulla e i 5 Stelle sono in una profondissima crisi politica, perché non hanno retto la prova di governo”.



Di Maio, Grillo e Casaleggio si sono incontrati in un vertice di quattro ore, da cui è emersa la necessità e volontà di riorganizzare il M5s. Si va verso il superamento del limite dei due mandati, a livello nazionale e locale? E basterà a ricompattare i 5 Stelle?

Una forza anti-sistema, con una piattaforma di voti davvero notevole raccolti il 4 marzo, adesso è in grave crisi, ci sono mille segnali a confermarlo, e non ha gli strumenti per superarla. E’ possibile che vadano verso una divisione, non subito, ma prossimamente.



Il processo di divisione, dopo il voto non particolarmente positivo in Abruzzo, potrebbe essere accelerato da una nuova caduta di consensi in Sardegna domenica 24 febbraio?

Queste due tornate elettorali regionali sono secondarie. Semmai potrà succedere dopo le europee di fine maggio.

Il M5s cerca di divincolarsi perché si sente alla mercé di Salvini?

Non c’è dubbio che Salvini esercita una forza di attrazione su una parte del loro elettorato, ma non su tutto. L’altra parte del M5s segue un’anima di sinistra, chiamiamola così. E questa componente oggi è molto delusa, per cui tende a rifugiarsi nell’astensione. Ma quanta “anima” davvero hanno perso in questi mesi, lo si vedrà solo dopo le europee e solo lì capiremo dove potrebbe essere andata a finire. In buona misura, a mio avviso, nell’astensione. Poi c’è una piccolissima parte che si potrà riconoscere in un centrosinistra nuovo, ammesso che ci sarà mai un centrosinistra nuovo. Infine, una quota che andrà con la Lega di Salvini. Ma non sarà un processo rapido, richiederà tempo e una forte sofferenza interna.



Ad aprile dovrebbe partire il reddito di cittadinanza. Darà nuovo smalto al M5s, in chiave elettorale?

Secondo me, non tanto. Certo, male non fa alla parte più debole economicamente di quell’elettorato, ma ho l’impressione che questo effetto sia già stato smaltito, un po’ come succede in Borsa, dove i mercati tendono ad anticipare i fenomeni. Quando poi questo elettorato si accorgerà che il Rdc è comunque abbastanza precario e richiederà una serie di adempimenti, ho l’impressione che prevarrà più la delusione. All’inizio, forse, fungerà un minimo da ricostituente.

Se alle europee si confermerà il trend elettorale recente, con una Lega in forte ascesa e un M5s colpito dall’emorragia dei consensi, è ipotizzabile un ritorno del centrodestra unito con Salvini candidato premier?

Dopo le elezioni politiche, non prima. Non riesco a vedere come Salvini possa rimettersi con Berlusconi, non è nel suo interesse e non in questo modo, attraverso un cambio di maggioranza in Parlamento. Anche perché Salvini può anche raccogliere il 40% dei voti alle europee, ma in questo Parlamento è debole, ha solo il 17%. Dove va? Tutt’al più si potranno immaginare una serie di passaggi che poi sfoceranno in elezioni anticipate.

Sull’economia il governo continua a essere ottimista a oltranza: per Tria niente manovra correttiva e per Conte il secondo semestre sarà più favorevole alla crescita. Non stanno scherzando col fuoco? Non rischiano di bruciarsi, magari anche prima dell’autunno, quando ci sarà da preparare la legge di bilancio 2020?

La situazione economica è pessima e la prossima legge di bilancio sarà complicatissima da comporre. Oggi sono tutte parole dette perché siamo in campagna elettorale. Non ci sono decisioni politiche prese dalla maggioranza. Conte e i suoi ministri ripetono un ritornello ottimistico per guadagnare tempo. Il vero problema è che questo governo ha finito la sua forza, non è in grado di fare più nulla né di prendere una direzione di marcia. Quindi si aspetta che ci sia un evento politico o politico-elettorale che scuota l’albero. Dopo di che si parlerà di Def, di legge di bilancio e di tutto il resto. Ma fino ad allora siamo al balletto di gente che comunque rimane ferma sempre allo stesso punto.

Il governo – vedi anche la tregua firmata ieri sulla Tav – sta solo prendendo tempo?

Sì, in un modo o nell’altro. Sulla Tav, sui conti pubblici, su regionalismo differenziato, su tutto. Non è più in grado di decidere su nulla.

Ma questo prendere tempo non assomiglia troppo a un perdere tempo, e prima o poi i nodi verranno al pettine. Il conto per il governo sarà salato?

Non abbiamo ovviamente tempo per restare fermi fino a fine maggio. Però, come sempre succede, i tempi della politica sono molto più lenti e macchinosi dei tempi dell’economia. Oggi però sono tutti concentrati sulle europee. Dopo, sarà il momento per nuove valutazioni e nuovi scenari. Fino ad allora assisteremo a un lunghissimo surplace. Certo, poi può sempre capitare qualcosa di clamoroso, ma al momento non vedo cosa possa essere. Sul caso Diciotti, fosse stato vero che erano insofferenti, i 5 Stelle avrebbero avuto un’ottima occasione per rompere la maggioranza, ma non l’hanno fatto, perché non hanno voglia di farlo. Saranno, probabilmente, costretti a cambiare direzione dopo le europee, se e quanto saranno puniti dall’elettorato.

(Marco Biscella)