Che Salvini twitti non è certo una novità, che lo faccia durante un silenzio elettorale.. anche. «Abbiamo vinto in Abruzzo, in Molise, a Trento, a Bolzano. Oggi vinciamo in Sardegna e sarà una giornata storica per i sardi, ma per il governo non cambia niente. Si va avanti per cinque anni», scrive su Facebook il Ministro degli Interni quando le urne delle Elezioni Regionali in Sardegna sono apertissime e il silenzio elettorale, in teoria, dovrebbe valere per tutti. La polemica monta ancora a sole due settimane dalla precedente, identica, durante il voto in Abruzzo (poi stravinto proprio dalla Lega di Matteo Salvini), scatenando l’ira sia dei social e sia soprattutto delle opposizioni sul piede di guerra quando ancora i cittadini sardi sono chiamati a scegliere il loro prossimo Governatore. «Il treno passa oggi e poi se ne va. In Sardegna oggi vota Lega!», twitta ancora Salvini e il suo staff della comunicazione Lega che fanno leva – come 14 giorni fa – sulla ambiguità della legge sul silenzio elettorale: mancano infatti ogni accenno a social network e internet in generale e per questo il titolare del Viminale prova a “giocare sul filo”. A far specie in tutta la vicenda è che nella presunta violazione del silenzio elettorale sia stato proprio chi dovrebbe vigilare su ogni corretta operazione di voto, ovvero il n.1 del Ministero degli Interni.

IRA DI PD E LEU

Salvini comunque, non pago dei primi due tweet ha poi scritto qualche ora più tardi, «Se pensate anche voi che sia una buona idea ripopolare la Sardegna con gli immigrati (!), come vorrebbe un assessore del PD, oggi votate loro. Per tutti gli altri (urne aperte oggi fino alle 22) c’è solo il voto alla LEGA!» con il consueto “oggi voto Lega” come hashtag a far da corredo. «Sulla pagina Facebook del ministro – scrive il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro – anche oggi sono stati pubblicati appelli al voto alla Lega per le elezioni in Sardegna. E quando si è il ministro dell’Interno non ci si può certo nascondere dietro all’assenza di regolamentazione sull’uso dei social media nella legislazione elettorale: il significato del silenzio della propaganda nelle ultime ore dal voto è chiaro ed inequivocabile». Poi l’affondo finale dove i deputati di Leu chiedono «Se vuole Salvini faccia approvare una legge che abroghi il cosiddetto silenzio elettorale ma fino ad allora lo rispetti come tutti gli altri perché non solo il ministro dell’Interno non è al di sopra delle leggi, ma con il suo comportamento trasmette anche un messaggio altamente diseducativo». Particolarmente irato contro il comportamento del titolare del Viminale è anche l’ex premier Pd Enrico Letta che su Twitter, of course, sentenzia «C’è la regola del #silenzioelettorale. C’è la regola che stia al #MinistroInterni farla rispettare essendo responsabile,nel nome di tutti,della regolarità del voto.Poi c’è la realtà di un Ministro che rompe lui stesso,anche oggi,la regola.Sono l’unico a trovare indegno tutto ciò?».

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