Hanno scatenato non poche polemiche le recenti dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’economia e finanza, Giovanni Tria, in quota Lega. L’esponente dell’esecutivo gialloverde, senza troppi giri di parole, ha fatto capire che senza la Tav l’Italia farà un netto passo indietro perché nessuno vorrà più investire in un paese che non rispetta i propri patti. Luigi Di Maio, secondo alcune voci circolanti nelle ultime ore, sarebbe andato su tutte le furie, al punto da chiedere fra i denti le dimissioni del titolare del tesoro, ma dovrà vedersela con Matteo Salvini, che con la vittoria del suo Centrodestra in Sardegna ha confermato di essere il politico più potente e nel contempo più amato d’Italia. Intervistato stamane dai microfoni del quotidiano Repubblica, il titolare del Viminale ha testo la mano al collega del Tesoro: «Io mi fido sempre di Tria». Il leader del Carroccio ha poi ribadito il proprio pensiero sulla Tav: «Stiamo lavorando. Io a differenza dei nostri alleati resto convinto che l’alta velocità porti lavoro e sviluppo. Farò di tutto affinché l’opera si realizzi, pur con tutti i tagli ed i risparmi necessari». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRIA “NO TAV? NESSUNO INVESTIRÀ PIÙ IN ITALIA
E’ ira M5s per le parole di Giovanni Tria sulla Tav. Il ministro dell’Economia ha mandato su tutte le furie i grillini, con una fonte governativa pentastellata che ha commentato a Adnkronos: «Sconfessando la linea dell’esecutivo Tria si contraddice: è il primo a creare instabilità, altro che Tav. Sull’alta velocità Torino-Lione c’è un contratto di governo: passino le critiche degli alleati di governo, rientrano nelle dinamiche del dibattito politico, ma che parli lui e in quel modo… in che quota è Tria?». E l’opposizione non si tira indietro, ecco le parole della dem Teresa Bellanova: «Tria pensa che se non si rispettano i patti gli investitori scappano? Lo dica al suo Governo, non a noi. Vergognoso gioco delle tre carte». Così Mariastella Gelmini di Forza Italia: «“Nessuno investe in Italia se si cambiano patti e leggi”. A parlare non è Forza Italia, ma Giovanni Tria, il ministro dell’Economia di quello stesso governo che non sta ai patti, cambia le leggi e le fa retroattive. Tria sfiducia se stesso…Sono alla frutta o al liberi tutti?». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA REPLICA DI TONINELLI
Le parole di Giovanni Tria sulla Tav non sono passate inosservate. Il Movimento 5 Stelle ha preso subito posizione, ecco le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ai microfoni di Zapping: «Tria ha dimenticato che c’è un contratto di governo, lui dovrebbe ricordarlo”. “Tria si atterrà a quello che c’è scritto nel contratto», riporta l’Ansa. Nuova tensione al governo, dunque, con la Lega che spinge per la Torino-Lione e i grillini che dal canto loro frenano. Sul tema è intervenuto anche il viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Edoardo Rixi: «In quindici giorni si dovrà decidere se partono i bandi per la Torino-Lione. La Lega è a favore della Tav», con l’esponente del Carroccio che ha ribadito che «con i Cinque Stelle si troverà una soluzione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TRIA NETTO SULLA TAV
Giovanni Tria a tutto tondo ai microfoni di Quarta Repubblica: intervistato da Nicola Porro, il ministro dell’Economia si è soffermato sul caso Tav e sulla situazione economica dell’Italia. A proposito della Torino-Lione, l’economista ha ribadito la sua posizione: «Non mi interessa l’analisi costi-benefici, il problema non è la Tav: il problema è che nessuno verrà ad investire in Italia se il Paese mostra che un esecutivo che cambia non sta ai patti e cambia i contratti, le leggi. Questo è il vero problema, non la Torino-Lione». Un messaggio chiaro quello del titolare del dicastero dell’Economia, che sembra ribattere alla posizione assunta dal Movimento 5 Stelle negli ultimi mesi. Tria ha tenuto a precisare: «Bisogna portare avanti l’economia italiana».
TRIA: “AUMENTO IVA? E’ UNA FOLLIA”
Giovanni Tria è poi tornato sulla titolarità delle riserve auree in pancia a Bankitalia: «Nessuno può disporre se non la Banca centrale, per motivi di politica monetaria. In base al Trattato europeo nessuno Stato può influenzare o dare indicazioni alla Banca centrale che è indipendentemente e neppure la Banca d’Italia può dare oro all’esecutivo italiano, perché sarebbe aiuto di Stato». Un commento sul salvataggio di Alitalia: «Non deve essere resa pubblica: deve trovare una soluzione di mercato. Una compagnia di bandiera è importante, per quanto riguarda l’ipotesi del Tesoro al 15 per cento ho dato la disponibilità del governo ad aiutare, sotto due forti condizioni: che sia un piano industriale che regga il mercato, con partner forti e che vegano rispettate tutte le norme comunitarie. Entro ciò, se necessario, è anche giusto che il governo aiuto. Ma questo significa non fare perdite».