Il primo maxi esame al maxi Decretone arriva in Senato: nessun voto finale oggi, solo le prime discussioni generale per poi arrivare forse già mercoledì alle votazioni su Reddito di Cittadinanza e Quota 100 che, come noto, veleggiano in un unico decreto legge del Governo Lega-Movimento 5 Stelle. Sono circa 50 le prime modifiche apportate al Decretone approvate a fine della scorsa settimana dalla Commissione Lavoro del Senato: in realtà, come notano i vari addetti ai lavori di Palazzo Madama, il provvedimento parte sì con l’esame dell’Aula questa mattina ma sarà nel corso della seconda lettura alla Camera che probabilmente arriverà il grosso delle novità, ripetendo lo “schema” già utilizzato dal Governo Conte sulla Manovra Finanziaria. La settimana per Lega e M5s si profila dunque molto importante anche perché, in parallelo alle discussioni (e probabili voti di fiducia sul Decretone) arriveranno dall’Europa dati importanti e possibili nuove “bufere”: come nota Repubblica, arriveranno i dati definitivi comunicati dall’Istat sul 2018, con l’eventuale conferma della stima prelimare di calo del pil nel quarto trimestre dello 0,2%comunicata un mese fa.



LE NOVITÀ SUL REDDITO DI CITTADINANZA

Sul fronte novità invece, se ancora per la Quota 100 si attendono le “strette” sul fronte scuola e sul fronte Pubblica Amministrazione, la parte del Decretone sul Reddito di Cittadinanza presenta diverse “ultime” novità su diversi fronti dopo le discussioni e accordi interni tra Lega e Movimento 5 Stelle. Come anticipa l’Adnkronos, aumentano i controlli per chi chiede di accedere al reddito e risulta separato o divorziato successivamente al primo settembre 2018: la polizia locale dovrà certificare, con apposito verbale, l’effettivo cambio di residenza del separato/divorziato. Attenzione poi al fattore retribuzione minima: secondo quanto riportato nelle nuove modifiche al decretone, i percettori del Reddito di Cittadinanza in Card PostePay saranno obbligatori ad accettare il lavoro solo se la retribuzione sarà superiore a 858 euro. «La modifica stabilisce che l’assegno dovrà essere superiore del 10% rispetto “alla misura massima del beneficio fruibile dal singolo individuo (comprensiva della componente ad integrazione del reddito prevista per i nuclei residenti in abitazione in locazione)”. Il reddito di cittadinanza può arrivare fino a un massimo di 780 euro che con un incremento del 10% arriverebbe fino a 858 euro», riportano ancora i colleghi dell’Adnkronos.

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