«Bisogna superare il termine giornalisti, oggi servono professionisti dell’informazione»: così parlava Vito Crimi qualche giorno fa intervenendo al Festival del Giornalismo Alimentare di Torino, preannunciando la proposta di legge del Movimento 5 Stelle sullo status dell’informazione e dell’editoria. Per il Sottosegretario al Governo con delega proprio all’Editoria, «La professione dei giornalisti a mio avviso va riformata e bisogna farlo in maniera completa, partendo dall’idea che bisogna tutelare innanzitutto i cittadini, i lettori»: oggi in una intervista a La Verità, Crimi ha poi rafforzato questo concetto arrivando ad enunciare alcune delle ipotesi in campo per riformare per sempre il mondo del giornalismo. «La gente vuole informazione e la vuole presto, ma gli editori continuano ad andare in direzioni classiche: vedo molte operazioni di restyling verso l’online ma ci si ferma lì. Mentre la chiave è rendere tutto fruibile immediatamente sullo smartphone: se penso quanto è difficile ancora leggere molti quotidiani sul cellulare..». Per Vito Crimi quindi lo slogan è presto che fatto: meno soldi agli editori, più aiuti ai lettori. Sì ma come?



LA PROPOSTA DI LEGGE “OLTRE” I GIORNALISTI

Per il Sottosegretario M5s non si è mai fatto un intervento strutturale per sostenere qui luoghi dove ancora oggi si comprano l’80% dei giornali, ovvero le edicole: «e poi il lettore non è incentivato. Oggi molti utenti trovano le notizie gratuitamente sui social network, sarebbe meglio sostenerli affinché possano acquistare anche informazione qualificata», spiega ancora ai colleghi de La Verità. Si parla di voucher-buoni diretti agli utenti con Crimi che rilancia «diversi i sistemi di questo tipo possono funzionare. E poi credito di imposta per aiutare gli investimenti pubblicitari e stimolare il mercato». Poi l’attacco parte ovviamente anche contro l’ordine dei giornalisti, più volte criticato nel recente passato tanto da Crimi quanto dal suo leader Luigi Di Maio: «è anacronistico. Oggi ci sono tante sfaccettature non imbrigliabili in schemi tradizionali: comunicatori istituzionali, social media manager, persone che hanno opinioni e capacità a cui un editore fa un contratto». Per questo motivo Crimi pensa ad una possibile legge che trasformi l’ordine in una libera associazione di giornalisti con garanzie deontologiche: «stimoleremo così anche le attività di studio universitario di giornalismo, un modo per arricchire il curriculum». Come spiegava sempre Crimi al Festival di Torino, «La professione dei giornalisti va riformata in modo completo, partendo dall’idea che bisogna tutelare i cittadini. Non è una cosa che si può fare dall’oggi al domani, vanno messi in campo strumenti di valutazione e verifica, un sistema sanzionatorio per i comportamenti illegittimi, un codice deontologico». Per questo motivo la riforma della professione giornalistica significherebbe per il Sottosegretario M5s «tutelare i professionisti dal punto di vista remunerativo, dal punto di vista delle tutele in generale, della tutela delle fonti».

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