Fiumi di parole sono state scritte in questi giorni con riferimento alla condanna definitiva riportata da Roberto Formigoni.

Rispetto per la sentenza, valutazione delle condotte tenute da Roberto Formigoni, corruzione endemica, soddisfazione o disperazione.

Parole, parole, parole … così è parte del ritornello di una famosa canzone.



Non vorrei aggiungermi a questo inutile fiume di parole, pro o contro. Desidero solo porre l’attenzione su alcuni aspetti della complessa situazione.

Roberto Formigoni è stato condannato ad una pena severa per aver asservito la propria funzione a favore della Fondazione Maugeri e dell’Ospedale San Raffaele: è l’unico pubblico ufficiale a rispondere del reato di corruzione.



Per anni (2006-2011) nessun soggetto politico (assessori della giunta regionale) o amministrativo (dirigenti generali e/o degli assessorati competenti) si è avveduto del consumarsi di questo scempio. Sia chiaro: è un’osservazione che intende valutare positivamente l’operato di tutte queste persone!

La sentenza non ha in alcun modo valutato questa fondamentale circostanza che avrebbe dovuto quantomeno porre significativi interrogativi.

Nel medesimo periodo (2006-2011) il consiglio regionale della Lombardia ha approvato due leggi, quasi all’unanimità (maggioranza e opposizione concordi), entrambe finalizzate a sostenere le attività di “riabilitazione” fornite ai cittadini – non solo lombardi – da parte di strutture pubbliche e private: queste due leggi – lo si ripete: “leggi” – sarebbero il frutto malato della capacità criminale di Roberto Formigoni al fine di assicurarsi benefici personali.



In altre parole Roberto Formigoni avrebbe spadroneggiato per anni, in lungo e in largo, senza alcuna opposizione, al fine di garantirsi lauti vantaggi.

Anche questa circostanza è stata praticamente ignorata dalla sentenza.

I risultati del funzionamento del sistema sanitario della Regione Lombardia sono sotto gli occhi di tutti coloro che se ne servono, non solo dei lombardi.

Da ultimo si considerino anche i risultati in termini economici essendo la Regione Lombardia la più virtuosa nella gestione delle risorse destinate alla spesa sanitaria.

Le sentenze si rispettano ma è certamente possibile non condividerne le conclusioni.

Ciò a tacere della barbarie della carcerazione totalmente contraria ai principi basilari della nostra Carta Costituzionale.