«C’è bisogno di una nuova organizzazione nel Movimento»: così spiega Luigi Di Maio da Roma dopo il flop nelle elezioni sarde che hanno consegnato un M5s già “polveriera” tra dissidenti e vertici ad una fase ancora più delicata e “caotica” con un grande accusato, il leader Luigi Di Maio. Dopo le parole di Grillo, a stangare il Ministro ci pensano le consuete dissidenti Elena Fattori e Paola Nugnes: la prima stamattina a Rai Radio 1 ha spiegato «Secondo me Luigi deve fare solo il capo politico, che è già un impegno enorme. Non dovrebbe ricoprire tutti gli incarichi che sta ricoprendo. Il resto gli ruba solamente tempo e ci sono persone altrettanto preparate che possono sostituirlo. l limite dei due mandati secondo me è una regola aurea». L’altra senatrice “ribelle”, Paola Nugnes, già ieri dopo il flop alle Regionali aveva sentenziato «La leadership di Luigi Di Maio certamente va rimessa in discussione. Non credo che una riorganizzazione calata dall’alto sia la soluzione. Ci vuole una riflessione collettiva che porti ad una discussione profonda con proposte da valutare tutti insieme». Per il sottosegretario M5s agli Affari Regionali, Stefano Buffagni, la leadership di Di Maio non va assolutamente messa in discussione anche se «Dobbiamo dare di nuovo un motivo alle persone per capire perché c’è differenza tra noi e la Lega o tra noi e gli altri. Spesso, probabilmente, essendo al governo insieme subiamo questo abbinamento e questo avvantaggia loro. Stiamo facendo una serie di errori».
FLOP M5S IN SARDEGNA
Sono da incastonare all’interno di uno spettacolo comico, ma le parole pronunciate da Beppe Grillo in quel di Catania sono destinate a far discutere il mondo politico sulla solidità della leadership di Luigi Di Maio dopo il flop del MoVimento 5 Stelle nelle elezioni regionali in Sardegna. Come riportato dal Corriere della Sera, il Garante M5s ha aperto così il suo spettacolo al Metropolitan di Catania:”Chi sono, chi siete… Cosa fate. Siete in dissesto, anche Roma è in dissesto… Non so con chi prendermela, con Di Maio, con suo papà… Sono un comico governativo…”. Il fondatore del MoVimento continua, tra il serio e il faceto, come riferito dall’Agi:”Mi contestano, mi gridano Grillo ritorna. Non sono mai andato, siete voi che siete cambiati, avete i debiti, ma anche i crediti. Voi siete tutto e il contrario di tutto…”. Ma inserita in un monologo comico c’è anche una parziale ammissione delle “colpe” pentastellate:”Forse non siamo all’altezza, forse siamo principianti come dicono. Il movimento è nato per dare uno strumento ai cittadini. Abbiamo fatto Rousseau per dare da casa gli strumenti per entrare in una Legge…”.
GRILLO SFIDUCIA DI MAIO?
L’importanza da attribuire alle parole di Grillo è direttamente proporzionale al ruolo che il fondatore del MoVimento 5 Stelle tuttora ricopre nell’organigramma della sua creatura. Come riportato da Il Corriere della Sera, infatti, ormai da settimane i cosiddetti “falchi” M5s stanno chiedendo al Garante la testa del capo politico Luigi Di Maio, ritenuto colpevole di essersi allontanato dai principi pentastellati. Ed è proprio all’interno di questo solco che può inserirsi Grillo: lo Statuto, infatti, recita che Grillo è “il custode dei valori fondamentali dell’azione politica”. Potrebbe essere questa la leva su cui esercitare la pressione necessaria a spodestare Di Maio. Un’azione evidentemente senza precedenti, che però in questo momento sembra essere improbabile soprattutto per una questione di tempistiche. Fra 3 mesi si vota per le elezioni Europee e un’eventuale scissione esporrebbe il MoVimento 5 Stelle ad una crisi potenzialmente irreversibile.