E’ scontro tra Anm e Matteo Salvini sulla legittima difesa, arriva il commento della Magistratura Indipendente. «È importante abbassare i toni e recuperare un dialogo improntato al rispetto reciproco», le parole del segretario Antonello Racanelli riportate dal Corriere della Sera: «Ognuno faccia il suo mestiere: il Parlamento sia libero di fare le scelte legislative ad esso costituzionalmente riservate ed i magistrati dovranno applicare le leggi che saranno approvate valutando, ove ne ricorressero i presupposti, eventuali questioni di legittimità costituzionale. Ai magistrati spetta certamente la possibilità di formulare valutazioni tecniche ma non possono certamente dire se una riforma si deve o non si deve fare», Prosegue Racanelli: «Penso che il presidente Minisci stamattina sia forse stato frainteso intendendo ancora una volta esprimere le perplessità tecniche condivise da una parte della magistratura sulla riforma in itinere. Conoscendo la sua intelligenza credo non avrà problemi a ribadire il suo rispetto per la funzione legislativa del Parlamento. Nello stesso tempo è opportuno che anche da parte degli esponenti politici si evitino affermazioni che rischiano di delegittimare i magistrati e la magistratura. Cerchiamo tutti di voltare pagina nel rispetto reciproco dei ruoli». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IL COMMENTO DI GIULIA BONGIORNO

La legge sulla legittima difesa andrà in porto, parola di Giulia Bongiorno. Il ministro della Pubblica Amministrazione ha commentato ai microfoni di Radio Anch’io: «Lo slittamento dell’esame alla Camera è legato a questioni tecniche, la legge andrà in porto e limiterà alla tutela dell’aggredito: c’è la volontà di andare avanti». L’avvocatessa ha poi spiegato: «A legislazione vigente quando c’è un’aggressione all’interno di un’abitazione la persona aggredita non può assolutamente difendersi se prima non si rende conto che chi sta aggredendo ha in mano una pistola e gliela sta puntando in faccia». Aggiunge la Bongiorno: «Oggi se io sento che c’è qualcuno a casa mia non posso reagire se prima non faccio un’indagine notturna. Vogliamo evitare di trasformare la vittima in Sherlock Holmes, con la nuova legge se l’aggressore entra in casa con minaccia o con violenza e se io reagisco in uno stato di turbamento o paura, non finirò in carcere». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SCONTRO SALVINI-ANM

«La legittima difesa è calendarizzata in Aula alla Camera martedì prossimo, e sarà legge entro marzo», così il ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo le polemiche sul rinvio della discussione in Parlamento di uno dei provvedimenti bandiera della Lega. E nelle ultime ore si è scatenata una polemica che vede contrapposte l’Anm e il Carroccio. Nelle scorse ore il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Francesco Minisci, ha commentato: «Le decisioni sulla durata delle pena spettano solo alla magistratura. Il rinvio? Una buona notizia, speriamo che sia sine die Noi abbiamo molto chiaro il perimetro della nostra azione e non lo vogliamo superare. Ma reagiamo se viene invaso. Le decisioni sulla modalità e sulla durata della pena spettano solo alla magistratura non al ministro dell’Interno», riporta Il Fatto Quotidiano. Non è tardata ad arrivare la replica del capo del Viminale: «Parole gravi, non spetta a un magistrato dire quale legge bisogna fare e non fare. Altrimenti si candidi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LEGA-M5S CHIEDONO RINVIO

La Lega e il Movimento 5 Stelle hanno chiesto l’ufficiale rinvio ad altra data della legge sulla Legittima difesa, uno dei punti-capisaldi del programma leghista: la richiesta posta dai gruppi parlamentari arriva alla Camera dopo che la stessa aula di Montecitorio aveva in maggioranza respinto le pregiudiziali di costituzionali poste dal Partito Democratico. Al posto della attuale discussione sulla Legittima difesa, i gruppi del Governo hanno chiesto fossero discussi i provvedimenti a favore del settore lattiero-caseario dopo le recenti proteste in Sardegna (e non solo) sul prezzo del latte. Ufficialmente la motivazione poi addotta dal repentino cambio in corsa (doveva arrivare oggi in aula nonostante le frenate del M5s nelle scorse settimane) è il favorire la conversione del Decretone Quota 100-Reddito di Cittadinanza in legge ma è evidente che dietro a ciò potrebbe svelarsi la distanza netta tra la maggioranza dei parlamentari M5s e il leader della Lega Matteo Salvini.

DI MAIO “FRENA” SALVINI DOPO KO IN SARDEGNA

Dopo che si sono diffuse in mattinata voci e ricostruzioni che davano un Di Maio “implorante” a Salvini di rinviare il testo della Legittima difesa dopo il clamoroso ko in Sardegna del Movimento 5 Stelle, è lo stesso Ministro del Lavoro a smentire su tutta la linea: «Tutto il cronoprogramma delle leggi non cambia. È una fake news che avrei chiesto di rimandare la legittima difesa». Forza Italia però non ci sta e chiede lumi ai suoi colleghi-rivali del Carroccio, «Chiedete lo slittamento solo perché non siete d’accordo. Il testo è pronto ed è stato fermato solo per ragioni contabili». Salvini voleva arrivare con l’inizio di marzo ad una legge, quella sulla Legittima difesa (che riforma le modalità e le casistiche delle reazioni ai reati di rapina e aggressione in proprietà privata), che invece ora come minimo potrebbe slittare fino all’ultima parte del mese. «Sapevo che la legittima difesa sarebbe arrivata la prossima settimana, prima del decretone: non è un problema il rinvio ma l’importante è che si approvi presto; è una legge molto attesa», spiega il capogruppo della Lega in commissione Giustizia, Roberto Turri. Di Maio potrebbe comunque aver chiesto una “tregua” nel mentre riorganizza il partito dopo la batosta tremenda Abruzzo-Sardegna: la base grillina infatti potrebbe spaccarsi di nuovo su una legge alquanto discussa. Ma attenzione, non sono pochi all’interno del M5s che temono la contro-reazione della Lega dopo lo “sgarbo” del rinvio: insomma, comunque lo si guardi, il rischio “polveriera” nel Governo è servito.