Ok al Senato per il decretone quota 100-reddito di cittadinanza, opposizione sul piede di guerra. Dopo la protesta di Forza Italia, anche il Partito Democratico si è scagliato contro il governo. Netto Matteo Renzi nel corso del suo intervento in aula: «Questo decreto certifica che avete mentito, attesta che ci avete riportato in recessione, dimostra che state creando un clima d’odio. Non fate paura a noi, state spaventando gli investitori e le famiglie». Gli animi si sono scaldati, con tanto di battibecco in Aula fra Marcucci (Pd) e Castaldi (M5s): il dem ha denunciato offese e intimidazioni non più tollerabili. FI battagliera, ecco il commento di Licia Ronzulli: «ll decretone è stato approvato soltanto con 149 voti, ovvero con meno della metà dei 315 senatori eletti. Qualcuno nella maggioranza già inizia a prendere le distanze da un provvedimento che non servirà minimamente a rilanciare l’economia e l’occupazione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BAGARRE FI-TAVERNA
Il Decretone ottiene il via libera dal Senato (senza voto di fiducia, ndr) e passa così l’intero iter alla Camera dove però sono attese le modifiche maggiori per Quota 100 e Reddito di Cittadinanza: 149 voti favorevoli, 110 contrari e 4 astenuti, ma non sono mancate polemiche e bagarre durante la discussione sui circa 900 emendamenti Bandiere, gilet blu e striscioni dai banchi di Forza Italia contro il Governo in particolare contro la senatrice Paola Taverna (M5s) durante il suo intervento. «sì lavoro, no bugie» si leggeva sui giubbetti indossati dagli azzurri, subito ripresi dalla Presidente Casellati (tra l’altro Forza Italia anch’essa, ndr) «Il folklore non appartiene all’aula del Senato ma soltanto alle piazze, vergogna». Poi la Taverna ha attaccato pesantemente il Pd difendendo a spada tratta il Reddito di Cittadinanza e accusando i dem di aver prodotti «elemosina» con gli 80 euro: alle prevedibile repliche da banchi del Pd, ancora la Casellati è intervenuta contro la Taverna (che è anche vicepresidente del Senato, ndr) «Si limiti a fare una dichiarazione di voto tranquilla». Per non farsi mancare nulla, poco prima la Taverna aveva attaccato il senatore di FI Antonio Saccone (che consigliava a Di Maio di tornare a fare lo steward, ndr) con tali “invettive”: «Vede saccone noi siamo fieri di avere un capo politico che a 32 anni è incensurato e ha fatto lavori umili, come tutti i ragazzi italiani, prima di fare il ministro. Non sono certo io a doverle ricordare la storia del suo capo politico».
DECRETONE IN SENATO: VERSO IL VIA LIBERA A QUOTA E RDC
Dopo il via libera ieri sera al numero di emendamenti da presentare sul Decretone per Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, oggi è atteso al Senato il primo voto per l’ok al “maxi decreto” del Governo gialloverde sule misure più importanti del Contratto del Cambiamento. Qui trovate le ultimissime novità sul testo “centrale” che ora sarà messo alla prova dei circa 900 emendamenti presentati in Senato: mentre la diretta del voto la potete trovate qui sotto, è utile sapere che il Governo non ha posto la questione di fiducia e quindi verrà esaminato ogni singolo emendamento dopo le dichiarazioni di voto ancora in corso. Ieri sera, tra gli ultimissimi emendamenti che hanno ricevuto il “via libera” da Palazzo Madama vi è anche quello che sospende la pensione a chi ha la condanna passata in giudicato per terrorismo o mafia o comunque qualunque altro reato «con pena non inferiore a due anni di reclusione, che si siano volontariamente sottratti all’esecuzione della pena», con le risorse risparmiate andranno alle vittime di mafia, usura ed estorsione.
I 900 EMENDAMENTI IN SENATO
Tra le altre misure contenute nel Decretone con un emendamento a firma M5s, viene concesso l’anticipo di 6 mesi della cassa integrazione straordinaria per tutti i lavori di imprese in crisi con un organico superiore alle 500 unità: lo aveva promesso il Ministro Di Maio nel weekend scorso davanti ai lavoratori Blutec di Termini Imerese e ora il Movimento 5 Stelle vuole mantenere quanto detto anche per poter cominciare a risalire, passa dopo passo, nei consensi sugli strati più deboli e martoriati dall’economia nel Paese. Confermati invece le principali novità già emerse negli scorsi giorni, specie sul Reddito di Cittadinanza: un emendamento al Decretone Lega-M5s prevede che i beneficiari del RdC saranno obbligati ad accettare la proposta di lavoro «solo se il salario sarà di 858 euro al mese». Questo visto che l’offerta è da ritenersi congrua solo «se la retribuzione è superiore di almeno il 10 per cento del beneficio massimo fruibile da un solo individuo, inclusivo della componente ad integrazione del reddito dei nuclei residenti in abitazioni in locazione». Dopo le varie rassicurazioni della Lega sulla Quota 100 in merito al “ricambio” tra persone in pensione e giovani assunti nelle imprese, un’altra novità del Decretone riguarda i limiti al controllo delle spese della card del reddito di cittadinanza, imposti dalla legge sulla privacy: la famosa “spesa all’Unieuro” si potrà fare insomma, quando invece la grillina Laura Castelli con una gaffe aveva escluso categoricamente solo qualche mese fa.