Mentre al Senato veniva approvato il Decretone, alla Camera veniva approvata una mozione di Fratelli d’Italia (con appoggio di Forza Italia) che mirava a bloccare il Global Compact (l’accordo dell’Onu per dare una risposta globale al problema dei migranti tra Africa, Medio Oriente e Unione Europea): ebbene, grazie all’astensione decisiva di Lega e Movimento 5 Stelle, la mozione è stata approvata di fatto sentenziando la bocciatura del Global Compact dopo mesi di discussioni e scontri tra Salvini e Meloni (assolutamente contrari) e il gruppo dirigente del M5s (Roberto Fico su tutti). «Il governo è impegnato a non sottoscrivere il Global Compact e a non contribuire in alcun modo al finanziamento del relativo trust fund» si legge nella parte centrale della mozione di Fratelli d’Italia. Non solo, si prevede anche l’adottare «iniziative per garantire l’immediata creazione di hot spot nei Paesi del Nordafrica per l’esame di domande di asilo, e a porre il tema di quello che appare ai firmatari del presente atto un approccio neocoloniale francese nei confronti dell’Africa e del franco Cfa all’attenzione delle istituzioni europee».



MINI-FRATTURA NEL M5S: TRE DEPUTATI VOTANO COL PD

L’unico punto che non passa è la battaglia-simbolo di Giorgia Meloni e FdI, ovvero il blocco navale sul Mediterraneo davanti alle coste libiche: nel frattempo, Fratelli d’Italia, Forza Italia e di fatto anche Lega-M5s astenendosi hanno approvato la parte in cui si specifica «porre il tema di quello che appare ai firmatari del presente atto un approccio neocoloniale francese nei confronti dell’Africa e del franco CFA all’attenzione delle Istituzioni europee». Mini frattura si è consumata nel Movimento 5 Stelle, già alle prese con i casi Sarti e post-crollo in Sardegna: tre deputati grillini “ribelli” hanno votato con Pd e Leu e rispondono al nome di Giuseppe Brescia, Valentina Corneli e Doriana Sarli. In particolare hanno votato “contro” sulla parte che chiedeva al Governo di non sottoscrivere il Global Compact, dissociandosi così in maniera evidente sulla decisione di astensione imposta dal M5s. Il forte dissenso di una parte del Movimento è stato manifestato alla Camera anche da altri deputati come Gilda Sportiello che è andata via polemicamente contro la linea ufficiale di Di Maio e Fraccaro.

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