Il padre “fondatore”, assieme a Walter Veltroni, del Partito Democratico lancia un appello a tre giorni dal voto delle Primarie: Romano Prodi invita l’elettorato dem, ma non solo, a partecipare ai gazebo per dare maggior forza al segretario che verrà eletto (lui non lo dice apertamente ma il “favore” per Zingaretti negli ultimi mesi è stato palese in più occasioni) sulla irta strada verso le Elezioni Europee. «Vi chiedo di votare perché i partiti di Governo Lega e M5s non fanno altro che litigare, ci hanno diviso da tutti gli altri amici europei», spiega Romano Prodi in un video in esclusiva a Gedi Visual (network del Gruppo Espresso), non prima di sottolineare «è l’unico cambiamento può essere dato dal Partito Democratico». Di contro, Prodi riconosce come il Pd abbia tardato troppo nella scelta del nuovo leader, «ma ora è importante andare in tanti a votare per dare forza e sicurezza al nuovo segretario», chiunque esso sia. In un recente convegno a Napoli sul futuro del rapporto Italia-Ue, l’ex commissario europeo aveva un altro appello per le Primarie Pd: «Sono fuori da anni dai partiti, ma sosterrò chi potrà dare una mano a fare qualche cambiamento»; al Pd serve poi un progetto “stile Calenda” per il dopo europee, «una lista che riunisca le forze progressiste».



MARTINA-ZINGARETTI, “SEGRETERIA UNITARIA”: NO GIACHETTI

Maurizio Martina

prova a lanciare segnali di unità in vista delle Primarie del Pd. L’ex segretario, a quattro giorni dall’appuntamento dei gazebo, parla della futura segreteria e promette che in caso di vittoria ne farà una unitaria con Zingaretti e Giachetti. «Qui non c’è da dividere ma da unire», spiega a Radio Capital, aggiungendo che la sua priorità è aprire la nuova stagione del Partito Democratico. Ma sulla segreteria unitaria è arrivato subito l’altolà di un altro candidato, Roberto Giachetti. «Noi siamo in una dimensione di confronto di idee e proposte diametralmente opposte. Ed io non credo agli inciuci». Giachetti, espressione dei renziani ortodossi, in caso di sconfitta farà una battaglia di minoranza. Il nodo riguarda anche le future scelte di Matteo Renzi e degli esponenti a lui vicini. Nicola Zingaretti è invece d’accordo con Martina: «Io credo che costruire le condizioni dell’unità sia un fatto molto positivo». (agg. di Silvana Palazzo)



PRIMARIE PD, SI VOTA IL 3 MARZO

Manca poco per le Primarie Pd meno “chiacchierate” della storia dem: il 3 marzo prossimo i gazebo torneranno ad affollare le piazze italiane anche se i consensi per il Partito Democratico sono ai minimi storici e la campagna elettorale “non spumeggiante” tra i tre candidati (Zingaretti, Martina, Giachetti) non hanno certo aiutato ad accendere maggiormente i riflettori attorno alla sfida per il Congresso Pd. Il Segretario che uscirà eletto dalle Primarie di domenica avrà poi poche settimane per organizzare le liste e la strategia del partito verso le Elezioni Europee (fine maggio, ndr) il che dà quantomeno la ragione a Roberto Giachetti quando già mesi fa sosteneva che il Congresso nuovo andava fatto poco dopo la debacle delle Politiche 2018 e non a ridosso delle importanti Elezioni in Ue. Anche se ad oggi avere a proprio sostegno qualche “big” del Pd non è sinonimo di certo bagno di folla e consensi conseguente, è sempre utile provare a “ripassare” le alleanze e le correnti che si sfidano domenica nel turno di votazioni ai gazebo di tutte le città d’Italia. Con Zingaretti troviamo di fatto la “vecchia” guardia del Pd tutta schierata: Romano Prodi, Dario Franceschini, Piero Fassino, Giuliano Pisapia (anche se con passato fuori dal Pd) ed Enrico Letta. Con il segretario reggente uscente Martina invece hanno scelto di esporsi Graziano Delrio, Tommaso Nanniàcini, Massimo Cacciari, Beppe Sala e un finora “enigmatico” Paolo Gentiloni che sembra fino all’ultimo “indeciso” se appoggiare Zingaretti (aveva aperto la sua campagna elettorale, ndr) o virare su Martina. Manca un solo vero nome, molto atteso, ed è ovviamente schierato con il terzo, l’outsider, dopo esser stato abbandonato dallla maggiorparte del partito pur avendo vinto le ultime due primarie (ma avendo anche perso poi tutte le competizioni nazionali col Pd): Matteo Renzi ha scelto Giachetti, e come lui anche Maria Elena Boschi, Luigi Marattin, Anna Ascani e forse anche Calenda se non virerà all’ultimo su Martina.



PRIMARIE PD, IL “BIGINO” DEL VOTO

Un piccolo “bigino” verso il voto potrebbe iniziare ad essere necessario per tutti quegli elettori Pd (e non solo) che vogliono esprimere il proprio giudizio e scelta ai gazebo per le imminenti Primarie del Partito Democratico: dalle 8 alle 20 domenica 3 marzo in tutta Italia sono attesi 7mila gazebo e seggi allestiti nei circoli del Pd. Per poter trovare il proprio seggio i dem hanno messo a disposizione un portale – https://www.pdprimarie2019.it – dove basta inserire il proprio comune e il numero della sezione elettorale indicata dalla propria tessera elettorale, cliccare il bottone “trova il tuo seggio” e così scoprire in automatico il seggio corrispondente dove recarsi a votare. Per scoprire come si vota è assai semplice: il voto si esprime tracciando un unico segno su una delle liste di candidati. Votando il candidato segretario si vota automaticamente anche la lista a lui collegata con i delegati che entreranno in Assemblea nazionale, composta da 1000 membri.