Le nuove critiche dell’Europa alla manovra hanno trovato la risposta del premier Giuseppe Conte. Come riportano i colleghi dell’Ansa, il giurista ha tenuto a precisare: «Le scelte di politica economica e sociale possono essere varie. Noi siamo convinti della nostra ricetta e che ci daranno ragione e siamo convinti di dover evitare l’errore di politiche recessive quando il ciclo economico non è favorevole. Il rapporto dell’Ue contiene stime di crescita che sottovalutano l’impatto delle misure economiche che abbiamo varato e avranno effetti nei mesi a venire». Continua l’esponente del Movimento 5 Stelle: «Siamo concentrati sui provvedimenti normativi, è un po’ la mia materia, sono anche un giurista. Ma sono pienamente consapevole che l’aspetto tecnico-politico-normativo è fondamentale ma non si deve perdere di vista la prospettiva: il governo ha una feroce determinazione a operare, non si accontenta di adottare provvedimenti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO DIFENDE IL GOVERNO
«Non credo che le nostre misure stiano bloccando la crescita. Anzi aiuteranno l’economia europea ad uscire dalla crisi, a far riprendere la crescita e l’export»: queste le parole di Luigi Di Maio dopo la bocciatura Ue della manovra, che secondo la Commissione non stimola la crescita ma anzi rischia di far aumentare il debito. Questa la presa di posizione del ministro dell’economia Giovanni Tria riportata dai colleghi di Repubblica: «Nessuno può entrare nel merito delle singole misure di politica nazionale. Di reddito di cittadinanza e quota 100 non si è assolutamente parlato nell’ecofin di febbraio». E l’opposizione si scaglia contro il Governo M5s-Lega, ecco il commento dell’ex premier Paolo Gentiloni: «#Ue Allarme sull’economia italiana. #Istat Fiducia di consumatori e imprese in caduta libera. Che anno sarà? Un sacco bellissimo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“MANOVRA NON AIUTA CRESCITA”
Già una settimana fa, con le prime anticipazioni emerse sul Country Report (il rapporto sullo stato dell’Unione) si intuiva la bocciatura della Commissione Ue sull’Italia e sulla sua economia e puntuale come un orologio svizzero oggi arriva la “batosta” da Moscovici e Dombrovskis in conferenza stampa congiunta per illustrare i dati dell’economia di tutti i Paesi Ue. Solo Cipro e Grecia hanno lo stesso grado nostro d’allarme: «l’Italia ha ancora squilibri economici eccessivi. In particolare il debito alto e la protratta scarsa produttività implicano rischi con rilevanza transnazionale, in un contesto di alto livello di npl e di disoccupazione. Il debito non scenderà nei prossimi anni, visto che la debole prospettiva macro e gli attuali piani di bilancio del Governo, anche se meno espansivi di prima, implicano un deterioramento dell’avanzo primario», ha spiegato Valdis Dombrovkis (il vice di Juncker, ndr) illustrando i risultati del Country Report europeo. Bocciati Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, con quest’ultimo in particolare «bisogna guardare all’impatto sui conti, il costo sembra molto alto, 0,45% del Pil, che per l’Italia è molto, e bisogna quindi capire se è sostenibile. Un altro impatto da monitorare è sull’occupazione», spiega da Bruxelles la commissaria al lavoro Marianne Thyssen. «L’Italia è e resta un pericolo di contagio per i Paesi dell’Eurozona e dell’Ue tutta», è l’allarme che risuona da Bruxelles con la primissima replica dal Governo che arriva con Di Maio, «Le nostre misure puntano alla crescita e non la bloccano».
MOSCOVICI, “SITUAZIONE PREOCCUPANTE”
«La situazione italiana è preoccupante, e il messaggio inviato da Bruxelles è noto e forte: deve migliorare le sue finanze pubbliche, l’efficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, e rafforzare il sistema finanziario. L’urgenza è ancora più sentita dato l’indebolimento dell’economia italiana che, ricordo, cresce dello 0,2%»: lo ha sentenziato il Commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici nell’ennesimo messaggio “contro” il Governo italiano fin dai tempi della presentazione del Def, ben prima della Manovra di Bilancio firmata Conte-Tria. La Commissione Ue la boccia sonoramente ancora una volta, spiegando come «La manovra 2019 include misure che rovesciano elementi di importanti riforme fatte in precedenza, in particolare sulle pensioni, e non include misure efficaci per aumentare il potenziale di crescita». Nelle conclusioni del Country Report sull’Italia si legge poi come «Nonostante alcuni progressi nel riparare i bilanci delle banche, riforme sul diritto fallimentare e politiche attive del mercato del lavoro, lo slancio delle riforme è ampiamente in stallo nel 2018». Servono dunque riforme per ridurre il dubito e aumentare la produttività: la linea tracciata è sempre quella, la distanza tra Bruxelles e Salvini-Di Maio è però sempre immutabile.