«Con noi al governo la Tav non si farà mai»: sembra abbastanza netto il diktat imposto da Di Maio, anche se Salvini si dice alquanto possibilista sul fronte del compromesso futuro, «Mica serve una laurea per capire che è meglio completare un buco di 25 chilometri nella montagna piuttosto che richiuderlo». Al momento due posizioni alquanto distanti e forse non servirà nemmeno quel Conte mediatore finora “servito” in diverse occasioni e spinose liti interne alla maggioranza: il Premier, come il Mit, non ritiene sia un ottimo affare portare in cascina il risultato dell’Alta Velocità: l’unica speranza per la Lega e i Sì-Tav è che dall’Europa arrivino garanzie su nuovi fondi in arrivo da Bruxelles per continuare e ultimare la Grande Opera tra l’Italia e la Francia. Per ora, le distanze restano grandi e il caso Diciotti non fa che esacerbare i rapporti tra Carroccio e Cinque Stelle: in merito, la Capogruppo di Forza Italia al Senato, Annamaria Bernini, ha commentato «Uno squallido baratto, una proposta scellerata. Salvini dovrebbe rinunciare alla Tav in cambio del no grillino all’autorizzazione a procedere sulla vicenda Diciotti?». (agg. di Niccolò Magnani)
VERSO BOCCIATURA MIT-CONTE
Dopo lo scambio a distanza Salvini-Di Maio, arrivano due notizie sulla Tav che non faranno felici i tanti che in questi mesi spingono con diverse manifestazioni per affermare tutto il loro messaggio “Sì-Tav”: da fonti vicine al Mit dell’Ansa, pare che l’analisi dei Costi Benefici sulla Torino-Lione dirà che «l’opera non convincere farla». I detrattori di questa commissione ribadiscono che il loro presidente, l’architetto Ponti, è dichiaratamente No-Tav da tempo e che Toninelli gli avrebbe consegnato l’incarico proprio per “stroncare” la grande opera bloccata tra Francia e Italia. Di Battista, Di Maio, l’Analisi Costi-Benefici e ora anche il premier Giuseppe Conte: i contrari alla ferrovia Torino-Lione vedono l’inserimento del Presidente del Consiglio come possibile “contrario” alla realizzazione della Tav, «Sulla Tav ho preso un impegno a nome del governo: di procedere alla decisione finale non sulla base di sensibilità personali o di una singola forza politica. Il contratto di governo prevede una ‘revisione’ del progetto. Abbiamo interpretato questa clausola quale necessità di procedere all’analisi costi-benefici», – recita infatti una nota di Palazzo Chigi. Salvini però non si arrende e ancora dall’Abruzzo rilancia «Nessuno stop. Un conto sono le parole, un conto sono i fatti. L’intesa si trova sempre». Di contro, il Ministro degli Interni spiega dall’intervista odierna al Messaggero come la Tav toglie da quell’area un milione di tir: «Bisogna rilanciare su tutto, con un grande Piano Marshall sulle opere pubbliche, sulla manutenzione degli ospedali e delle scuole».
SALVINI, “NO SCUDO SULLA DICIOTTI PER OTTENERE STOP TAV”
Lo avevamo già visto negli ultimi 2 giorni sul fronte Tav, la distanza-lite presente tra i due vicepremier Salvini e Di Maio si fa sempre più pressante: impegnati nel rush finale della campagna elettorale verso le Regionali d’Abruzzo (un caso?), Lega e M5s si lancino frecciate e critiche piuttosto piccate che dimostrano una volta di più come la stranezza del Governo gialloverde riesce ad interpretare maggioranza e opposizione allo stesso tempo, escludendo gli altri partiti per manifesta “superiorità” elettorale. Oggi però dalle piazze abruzzesi il leader della Lega prova ad aprire un nuovo “fronte” di discussioni mettendo assieme gli ultimi due grossi problemi interni alla maggioranza gialloverde, il processo sulla Diciotti (con la richiesta al Senato di dar il via libera a procedere) e per l’appunto la Tav Torino-Lione. I cronisti hanno provato a chiedere a Salvini cosa ne pensasse di una lettura piuttosto consolidata tra gli analisti in merito alla “indecisione” di Di Maio sul voto in Senato contro Salvini per poter ottenere dal collega vicepremier il via libera allo stop per l’Alta Velocità: «Non siamo al mercato, io ti dò questo tu mi dai quello, è roba di vecchi governi, non ho bisogno di aiutini, ho fatto il ministro, io blocco gli sbarchi, sveglio l’Europa e fermo i morti e le partenze, l’ho fatto, lo farò, poi sulla Tav aspettiamo i numeri».
LA REPLICA DI LUIGI DI MAIO: “NO A RIDIMENSIONAMENTO TAV”
Salvini però insiste sul fatto che non è in discussione l’accordo di Governo, sebbene «le cose vanno fatte, non bloccate» facendo ancora riferimento alla Tav: il leader della Lega poi commenta a margine di un evento elettorale al Mercato di Campli (Teramo) che l’accordo con i Cinque Stelle alla fine si troverà, magari ridimensionando l’impianto iniziale della Grande Opera tra Francia e Italia. La replica di Di Maio però arriva a stretto giro ed è alquanto “innervosita”: «Finchè ci sarà il movimento al governo Alla fine la tav non si farà. Il tema non è il ridimensionamento dell’opera. Se parliamo di rimensionamento parliamo di una supercazzola». Poi il consiglio, evidentemente a Salvini e alla Lega, di non creare inutili tensioni all’interno della maggioranza, «Per me valgono le priorità. In questo governo ce lo siamo detti chiaramente dall’inizio: ci sono cose su cui siamo d’accordo e altre no. Lavoriamo su quelle su cui siamo d’accordo, altrimenti devo concludere che si spinge su cose su cui non siamo d’accordo per creare tensioni nel governo? Io non lo consiglio».