Potrebbe essere il 14 febbraio, giorno di San Valentino, il giorno ultimo per scoprire cosa ne sarà della Tav Torino-Lione (e forse del governo M5s-Lega). Lo riferisce Il Messaggero, sottolineando come alle parole di ieri del portavoce della Commissione Ue, che ha lasciato intendere che l’Europa è pronta a chiedere indietro all’Italia i soldi già investiti per la realizzazione dell’Alta Velocità in Val di Susa, si è aggiunta off-records una sorta di scadenza: entro la prima metà di febbraio Bruxelles vuole dal governo una risposta definitiva. C’è però da fare i conti con le divergenze all’interno dell’esecutivo: il M5s è da sempre contrario alla realizzazione dell’opera. Salvini ancora ieri ha dichiarato:”Dovrebbe essere un vanto per l’Italia. Se i lavori partono il primo treno passa nel 2030. Non dipende solo da me faccio parte di un’alleanza. Su questo non siamo d’accordo e cerchiamo una soluzione” che sia “di buon senso” a patto che non piovano “insulti altrimenti le cose si complicano”. E il riferimento ad Alessandro Di Battista (“Salvini non rompa i cogl***i) non è puramente casuale…(agg. di Dario D’Angelo)
TAV, FORZA ITALIA CONTRO TONINELLI
Tav, clima tesissimo: Forza Italia si scaglia contro il M5s e il ministro Danilo Toninelli. Dopo il monito dell’Ue, ecco il commento dell’azzurro Roberto Rosso: «Per settimane Toninelli ci ha raccontato la favola che aveva un impegno con l’Europa sull’analisi costi-benefici sulla TAV. La secca smentita da parte dell’UE, che ha riferito ‘analisi costi non chiesta da noi’, mette a nudo il bluff di un ministro ‘nudo’ e speriamo presto ‘defenestrato’ dagli elettori italiani». Prosegue il vicecoordinatore regionale di Forza Italia in Piemonte e componente della Commissione Trasporti a Montecitorio: «L’Europa mette Di Maio, Di Battista e Toninelli spalle al muro. E’ pronta a presentare il conto salato al nostro Paese se l’Italia non onorerà gli impegni assunti. La narrativa alla Per Pan, dell’Isola che non c’è e per la quale i fondi della Torino-Lione potrebbero essere dirottati sulla linea del metro di Torino, è derubricata a favola da social. Finalmente un bagno di realtà per il M5S che ora dovrà rispondere della propria palese incapacità. Finita la buriana sarà necessaria una Commissione d’Inchiesta per approfondire fino a che punto sia arrivata la truffa dell’analisi costi-benefici commissionata in house grillina e per quantificare il danno arrecato ai bilanci dello Stato italiano, alle imprese che hanno dovuto interrompere i lavori e ai bilanci dei familiari che sono stati mandati a casa dall’irresponsabile ideologia No TAV». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“PRONTI A CHIEDERE SOLDI INDIETRO SE ITALIA TARDA”
L’argomento Tav Torino-Lione diventa tema di dibattito non solo nel Belpaese ma anche all’interno della stessa Unione Europea, uno dei tre soggetti che insieme a Italia e Francia ha già sborsato fior di quattrini per finanziare un’opera il cui completamento viene adesso messo in dubbio dai partiti al governo. In questo caso l’Ue sembra fornire un assist alla Lega di Matteo Salvini, favorevole alla realizzazione dell’opera, nel dibattito con il M5s contrario in nome di un’Analisi Costi-Benefici che – da quel che filtra – sconsiglierebbe di proseguire con i lavori. Un portavoce della Commissione Europea infatti, come riportato da La Repubblica, oggi da Bruxelles ha dichiarato: “Non possiamo escludere, se ci sono ritardi prolungati, di dover chiedere all’Italia i contributi già versati”, senza escludere il “rischio che, se i fondi non sono impiegati, possano essere allocati ad altri progetti” europei.
TAV, UE: “ANALISI COSTI-BENEFICI? NON L’ABBIAMO CHIESTA NOI”
A chi ha fatto notare al portavoce Ue l’essenza di un dibattito in Italia sull’impatto della Tav Torino-Lione molto legato alla questione dell’Analisi Costi-Benefici che dovrebbe essere pubblicata – a detta del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli – nel giro di pochi giorni, il rappresentante delle istituzioni europee ha replicato:”La attuale analisi costi-benefici non è stata richiesta dalla Commissione”, ricordando che questa era già stata presentata nel 2015. Ma quanti e quali sono i fondi a rischio in caso di ritardo o addirittura cancellazione della realizzazione della Tav Torino-Lione? Come riportato da La Repubblica, si parla di cofinanziamenti per 813,8 milioni di euro. Se i ritardi dell’opera, che già ci sono a causa del blocco dei cantieri, proseguiranno, il rischio concreto è che i fondi che l’Italia di fatto non riesce a sfruttare vengano reindirizzati su altri progetti della rete Ten-T, fuori dai nostri confini. Esiste anche la possibilità che il Grant Agreement, l’accordo di finanziamento, venga rivisto, ma bisogna che il governo assuma una decisione in tempi rapidi dal momento che per il mese di giugno è in programma una valutazione di tutti i progetti Cef (Connecting Europe Facility).