Non si placano le polemiche tra maggioranza e Sinistra sul taglio dei parlamentari, che ha ricevuto oggi l’ok dal Senato. Sul tema è intervenuto il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro: «Oggi abbiamo posto la prima pietra per un nuovo Parlamento. Se lo diciamo lo facciamo: istituzioni più efficienti e più partecipazioni dal basso attraverso il referendum propositivo. Gli attacchi delle forze di opposizione? Sono 40 anni che i partiti promettono la riduzione del numero dei parlamentari, noi lo stiamo facendo veramente: il Partito Democratico cerca qualsiasi appiglio per votare contro». Prosegue l’esponente del Movimento 5 Stelle, che spiega le migliorie introdotte dalla riforma ai microfoni del Tg1: «Parlamento più snello ed efficiente, ci adeguiamo agli standard europei e terremo numerosi risparmi: mezzo miliardo risparmiato ogni legislatura». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
L’ATTACCO DI MALAN DI FORZA ITALIA
«Goebbels fa ancora proseliti: dire che si risparmieranno da solo taglio dei senatori 100 milioni di euro è una bugia. Ma voi ripetete mille volte una menzogna e la fate diventare una realtà. Il risparmio, dai dati pubblici del bilancio dei Senato è di 49-50 milioni, non 109. Si dirà meglio 49 che niente, lo diciamo anche noi, ma non siamo per raccontare menzogne alla gente»: così il senatore di Forza Italia Lucio Malan ha commentato in aula il taglio dei parlamentari, con gli azzurri che hanno comunque votato a favore, un’apertura di credito che però mette in guardia il Movimento 5 Stelle. E il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro esulta sui social: «È un giorno storico: l’approvazione in prima lettura al Senato della legge che riduce il numero dei parlamentari segna una svolta nella storia della nostra democrazia. Abbiamo posato la prima pietra per un Parlamento nuovo, più efficiente e con meno costi, in grado di rappresentare al meglio le istanze dei cittadini». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TAGLIO DEI PARLAMENTARI: OK SENATO
Come anticipato negli scorsi giorni da Luigi Di Maio, il disegno di legge costituzionale sul taglio dei parlamentari (sia di Camera che Senato) è arrivato stamattina in Aula a Palazzo Madama e ha appena passato il primo vaglio del Parlamento: il Senato ha approvato con 185 Sì e 54 No (4 astenuti) il taglio dei parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. Il testo così passa alla Camera e si appresta ad avere esito positivo visto che oggi al Senato hanno votato assieme al Governo Lega-M5s anche Forza Italia e Fratelli d’Italia con gruppi compatti. «La nostra è un’apertura di credito alla maggioranza sul tema delle riforma, che richiederà una verifica nei passaggi successivi», fanno sapere fonti di FI-FdI a Repubblica. Del tutto contrari invece al disegno di legge il Partito Democratico, il gruppo delle Autonomie e anche l’intero gruppo di Liberi e Uguali: il Pd aveva presentato un emendamento che di fatto legava il taglio dei parlamentari (a cui di fatto sono tutti concordi, ndr) alla trasformazione del Senato in una Camera delle Autonomie (più o meno quanto contenuto nel Referendum Renzi del 4 dicembre 2016). Quella proposta è stata però dichiarata inammissibile dalla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: per questo, in Aula oggi, hanno votato contrari al taglio dei parlamentari.
LA RIFORMA COSTITUZIONALE IN 4 PUNTI
Il Capogruppo del Pd in Commissione Affari Costituzionali ha spiegato che i dem si oppongono ad un disegno «antiparlamentare, poiché la riduzione del numero dei parlamentari andava collocato all’interno di una riforma seria che perlomeno porti al superamento delle due anomalie più gravi del sistema parlamentare italiano: il fatto che ci sono due camere che fanno le stesse cose e il fatto che siamo l’unico Paese al mondo in cui un ramo del Parlamento non usa il suffragio universale per essere eletto». La riforma non prevede tagli degli stipendi visto che vi sarà un disegno di legge apposito sul quale la Lega ha già annunciato di voler porre un veto in quanto assai distante dalle posizioni grilline. Secondo quanto stilato da Askanews, l’attuale riforma costituzionale che oggi ha ricevuto il primo Sì al Senato, consta di 4 punti principali: il taglio dei parlamentari, la ripartizione dei senatori («La proposta modifica anche il numero minimo di senatori per Regione o provincia autonoma, che da sette passa a tre. Al Molise ne restano due, alla Val D’Aosta uno»), novità sui senatori a vita con il numero complessivo che non sia superiore a cinque (sempre di nomina presidenziale). Da ultimo, l’entrata in vigore: «L’articolo 4 infine stabilisce che la riduzione del numero dei parlamentari trovi applicazione a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e in ogni caso non prima che siano trascorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore: questo per consentire l’adozione del decreto legislativo in materia di determinazione dei collegi elettorali», concludono le anticipazioni di Askanews.