L’Italia viola i diritti umani dei migranti e le norme internazionali. Lo dicono gli “Special rapporteurs” dell’Onu, la cui ultima relazione pone il nostro Paese sotto la cosiddetta “revisione universale periodica” dell’Alto commissariato per i diritti umani. Una posizione imbarazzante per il nostro Paese visto che è entrato a far parte da pochi mesi del Consiglio Onu sui diritti umani per i prossimi tre anni. Gli esperti delle Nazioni unite esprimono grande preoccupazione per la situazione italiana in materia di migranti e razzismo. E non mancano riferimenti agli attacchi che arrivano dal governo ai difensori dei diritti umani, dalla campagna contro le Ong ai giornalisti, come quelli a Roberto Saviano da parte di Matteo Salvini. «Diversi difensori dei diritti umani che difendono i diritti dei migranti – si legge nella relazione – sono stati anche sottoposti ad attacchi verbali e minacce, in particolare sui social media». Il riferimento allo scrittore partenopeo è esplicito. «Roberto Saviano, scrittore e difensore dei diritti umani, che è sotto la protezione della polizia da più di dieci anni per il suo giornalismo investigativo e per aver pubblicamente denunciato la criminalità organizzata in Italia, ha ricevuto minacce verbali da parte del ministro dell’Interno relativo alla possibile perdita della protezione subito dopo aver espresso le sue critiche sulla politica anti-immigrazione del governo».



ONU CONTRO SALVINI: “HA MINACCIATO SAVIANO”

L’Onu riconosce «il ruolo importante ed esemplare che l’Italia ha giocato salvando i migranti in mare negli ultimi anni» e riconosce «le sfide del paese in assenza di una politica globale dell’Unione europea di solidarietà con gli Stati membri alle frontiere esterne dell’Unione europea». Ma al tempo stesso crede «che queste circostanze non possono essere usate come una giustificazione per violare i diritti umani dei migranti e mancare di rispetto agli obblighi internazionali». Gli “Special rapporteurs” esprimono parere negativo sul rifiuto di consentire lo sbarco alle navi Ong nei porti italiani. E riferiscono di informazioni riguardo «implicazioni negative dell’applicazione del nuovo decreto sull’immigrazione e la sicurezza sui diritti di migranti, comprese le vittime o potenziali vittime della tratta di persone». Nella relazione vengono evidenziate negativamente anche le parole del vicepremier Luigi Di Maio, il quale ha definito le Ong “taxi del mare”, e quelle del collega Matteo Salvini che ha descritto gli operatori umanitari come “vicecontrabbandieri”. Una campagna definita «diffamatoria» che ha portato ad una «drastica riduzione delle donazioni» che sta «presumibilmente influenzando la loro operabilità in mare e a terra». L’anno scorso l’Italia ha ricevuto altre cinque comunicazioni su casi relativi a discriminazioni, razzismo e xenofbia senza mai rispondere.

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