“Si possono interrompere, anche se l’obbiettivo è salvaguardare i fondi”: dopo che il cda di Telt ha dato il via libera ai bandi o “avis de marchés” in merito agli interventi dei lotti francesi della Tav, i diversi schieramenti politici leggono in maniera contrapposta la decisione presa all’unanimità del consiglio di amministrazione. Se il sottosegretario agli Affari Esteri in quota M5s, Manlio Di Stefano, parla di “fine dell’Alta Velocità” e chi come Luigi Di Maio torna a pungere la Lega e Matteo Salvini, il Governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino ha fatto nuovamente sapere di voler ricorrere ad una iniziativa referendaria da tenersi il 26 maggio, dunque in concomitanza con le prossime Elezioni Regionali locali e anche con la tornata delle Europee: “Il Piemonte non ci sta a farsi prendere in giro da Conte, Salvini e Di Maio che sono in fuga elettorale dalla Tav”, rispondendo direttamente al premier che aveva parlato di “opera poco conveniente” in merito alla Torino-Lione ma pure al numero uno del Carroccio che in merito alla decisione di Telt ha sottolineato la chiarezza delle scelta, posizione sui quali i pentastellati come detto non sono invece d’accordo. (agg. di R. G. Flore)
DI MAIO, “SE FA STARE MEGLIO SALVINI, ALLORA…”
Che sia più una tregua che una vera e propria pace lo si intuiva da giorni, ma dopo queste ultime parole riferite da fonti M5s all’Ansa il dubbio viene letteralmente spazzato via: «Appare evidente che i bandi sono stati rinviati, ma se la Lega vuole che diciamo che i bandi sono partiti, lo facciamo. Se li fa stare meglio ok, basta che chiudiamo questa farsa». Lo fanno sapere fonti vicine ai gruppo M5s al Governo, sottolineando come «anche Telt in una nota stampa ufficiale ha sottolineato l’impegno a verificare le volontà dei due governi al termine della selezione delle candidature, prima di procedere all’invio dei capitolati di gara alle imprese». Le schermaglie continuano anche se da Salvini e Di Maio l’abbassamento dei toni sembra evidente in queste ultime ore: a “sparigliare le carte” ci ha pensato il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino che domani, ha annunciato, presenterà la richiesta di un referendum sulla Tav. «Il Piemonte non ci sta a farsi prendere in giro da Conte-Salvini-Di Maio, tre uomini in fuga elettorale dalla Tav. Domani formalizzeremo la richiesta al ministero dell’Interno di poter tenere la consultazione popolare sul blocco della Tav con le elezioni del 26 maggio», spiega il Governatore piemontese.
CDA TELT SBLOCCA I BANDI ALL’UNANIMITÀ
Nuovi aggiornamenti sul fronte Tav: il CdA di Telt ha firmato l’avvio dei bandi per 2,3 miliardi di lavori nel tunnel di base della Torino-Lione, con il testo ufficiale che comparirà mercoledì 13 marzo sulla GU europea. Via libera alle procedure per i bandi, che prevedono il completamento delle due canne della galleria di base tra l’imbocco di Saint Jean de Maurienne e il confine italiano. Ma non solo: l’Ue ha infatti inviato un messaggio al premier Giuseppe Conte dopo le sue ultime dichiarazioni in cui definiva «negativa» l’Alta Velocità. Un portavoce di Bruxelles ha sottolineato: «La pubblicazione degli avvisi è un primo passo necessario, ma ne serviranno altri». Pierre Moscovici, raggiunto da alcuni cronisti all’ingresso dell’Eurogruppo, ha ribadito: «Spero che i nostri amici italiani valutino che dire che questo progetto è negativo è un errore: si tratta di un grande progetto strutturale, importante sia per l’Unione Europea che per l’Italia che per la Francia. Per questo motivo sono stati decisi importanti finanziamenti europei». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TAV, OGGI IL CDA DI TELT
È il grande giorno atteso da mesi e di fatto causa di una mezza crisi di Governo: oggi 11 marzo è previsto dalle ore 11 in videoconferenza tra Parigi e Roma il cda di Telt, la società italo-francese responsabile dei lavori della Tav Torino-Lione. All’ordine del giorno la conclusione della discussione sui bandi di gara da 2,3 miliardi per lo scavo del tunnel di base: su questo Lega e M5s non erano per nulla d’accordo e sono arrivati ad un palmo dalla crisi di Governo, poi “risolta” (più come tregua che come effettivo accordo, ndr) con la mossa di Conte che ha richiesto l’attivazione della clausola di dissolvenza prevista dal codice d’appalti francese, cosicché il Governo italiano possa nei prossimi mesi anche togliersi dai lavori della Tav senza pagare ulteriori penali. «In assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario, si darà via libera alla pubblicazione degli ‘avis de marchés‘», gli inviti a presentare candidatura per gli interventi dei lotti francesi della galleria: così recita la lettera inviata a Conte e Macron, di fatto scelta obbligata per non perdere 300 degli 813 milioni di euro della prima tranche di contributi comunitari. Il M5s ha ottenuto di poterne “ridiscutere” dopo le Europee ma la Lega ha incassato l’avvio dei bandi, rimanendo la crisi di Governo senza perdere la possibilità di costruire l’opera, battaglia anche personale di Matteo Salvini.
SALVINI: “PARTONO I BANDI, SERVE SHOCK PER INFRASTRUTTURE”
Il Ministro degli Interni nonché vicepremier ha spiegato stamattina una lunga intervista al Messaggero come «La Tav andrà avanti, i bandi partono, ma non c’è soltanto la Tav, di cui comunque discuteremo, sulle modifiche e sulla revisione dei finanziamenti con la Francia e con la Ue, ma ci sono altri 300 cantieri da sbloccare». Salvini assieme a Conte e Di Maio «siamo assolutamente d’accordo che l’Italia abbia bisogno di uno shock sulle infrastrutture». Secondo il leader della Lega, che lancia così un avvertimento chiaro e tondo al collega Toninelli sempre più in “bilico” nel ruolo di Ministro dei Trasporti, è convinto che le discussioni (liti, ndr) sulla Tav siano state molto utili visto che l’opera «va inserita in un discorso più generale, che diventerà operativo già nei prossimi giorni»: il vicepremier rilancia dunque sul decreto urgente che nei prossimi giorni dovrebbe riavviare da Sud a Nord i 300 cantieri ancora fermi «che rappresentano un Paese che non è quello dei cittadini ma era quello del Pd e di chi ha governato prima di noi. Un’ Italia immobile. Noi le diamo una scossa», conclude Salvini al Messaggero. Intanto a Parigi il cda di Telt sta per iniziare con punto di partenza la “richiesta” di Conte inserita nella lettera di settimana scorsa: il premier chiede a Telt «di soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara, di evitare di assumere impegni di spesa gravanti sull’erario italiano e di non pregiudicare gli stanziamenti europei».