E’ scontro tra il ministro del lavoro e vicepremier Luigi Di Maio e il ministro per la famiglia Lorenzo Fontana. Il tema è il prossimo Congresso mondiale della famiglia che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, a cui, a quanto sembra, il ministro leghista ha concesso il patrocinio del governo, il cui logo appare infatti su manifesti e locandine. Ma Di Maio non ci sta, dice che non gli risulta sia arrivata alcuna richiesta e che comunque il governo non darà il patrocinio, il ministro Fontana, dice, può andarci come rappresentante del suo partito ma non del governo. Vincenzo Spadafora, sottosegretario M5s con delega alle Pari Opportunità fa sapere che Palazzo Chigi ha chiesto al dipartimento dell’Editoria e a quello della Famiglia di ritirare il patrocinio. E Di Maio esprime il suo disprezzo per l’evento, definendo gli organizzatori “cattolici di destra” e aggiungendo che sono solo degli sfigati: «Più che destra sono degli sfigati. Quella visione della donna sostanzialmente mero angelo del focolare non rappresenta niente della cultura del M5s. Chi vuole tornare indietro ne risponderà alla storia, neanche agli elettori». 



IL PATROCINIO NEGATO

Ennesima divergenza fra le due culture di Lega e cinque stelle, uniti da un governo che si regge solo sul tornaconto personale dei due partiti. «Non risulta alcuna richiesta di revoca del patrocinio al World congress of families di Verona», fanno sapere dal ministero della Famiglia. «È spiacevole che questa notizia emerga mentre il ministro Fontana è in viaggio per New York per un evento all’Onu sul tema della conciliazione dei tempi famiglia-lavoro». Gli organizzatori del congresso dicono che la revoca è una bufala: «La revoca è una bufala – dicono gli organizzatori -. Forse ignorano questi produttori di bufale che la posizione del congresso è in linea con i principi fissati dalla Costituzione: per esempio, la promozione dei diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio» (articolo 29 Costituzione). Scopriamo quindi che la Repubblica riconosce questi diritti e Spadafora no?»

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