C’è il rischio che il reddito di cittadinanza venga attribuito anche a chi ha commesso reati gravi, magari ai pedofili? Sì, secondo Forza Italia, che per questo motivo ha presentato un emendamento che porta tra le altre la firma di Zanettin, Siracusano, Polverini e Bagnasconella Commissione Giustizia della Camera. L’obiettivo degli esponenti del partito di Silvio Berlusconi è quello di ampliare “la categoria delle condanne a cui consegue di diritto l’immediata revoca del beneficio del reddito di cittadinanza con efficacia retroattiva, e il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito, inserendo tutti i reati per i quali è attualmente previsto il divieto di concessione dei benefici penitenziari”. Secondo gli azzurri, infatti, “in pendenza di procedimento penale in relazione” a reati gravi “l’Inps può sospendere in via cautelativa l’erogazione del beneficio”.
“REDDITO DI CITTADINANZA AI PEDOFILI”
La possibilità che il reddito di cittadinanza così studiato dalla maggioranza M5s-Lega abbia tra i beneficiari anche i condannati per pedofilia viene enunciata chiaramente da Forza Italia. Come riportato da Il Giornale, l’azzurro Zanettin ha spiegato:”Il numero di reati per i quali viene esclusa la possibilità nell’articolo 7 di prevedere il reddito è troppo limitato. Si parla di associazione mafiosa, ma per esempio un pedofilo potrebbe ottenerlo”. Lega e M5s hanno votato un parere in cui si sottolinea “l’opportunità di chiarire se nella fattispecie delittuosa ivi prevista rientri anche l’ipotesi in cui la finalità consista nel conseguimento di una misura differente da quella effettivamente spettante del reddito di cittadinanza”. L’articolo 7 del provvedimento chiede di valutare “l’opportunità di ampliare il catalogo di reati da cui consegue, in presenza di una condanna definitiva o di una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, la revoca del beneficio con effetti retroattivi”. Ed ancora: “Si valuti l’opportunità di prevedere all’articolo 2 del provvedimento, tra i requisiti necessari per l’accesso al beneficio, l’assenza di condanne definitive o di sentenze di applicazione della pena su richiesta delle parti per tali reati”. Secondo Forza Italia, però, questo parere non è abbastanza:”È troppo generico”, osserva ancora Zanettin.