Mancano due settimane al Congresso della Famiglia, in programma a Verona dal 29 al 31 marzo 2019, e c’è grande tensione tra Lega e Movimento 5 Stelle. Dopo le parole di Luigi Di Maio, che ha definito «sfigati» i cattolici di destra, sul tema è intervenuto il leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha ribadito: «Ognuno fa quello che vuole, io ci vado con tutto il rispetto per le scelte di vita di ciascuno». Il ministro dell’Interno sarà uno dei relatori, come il ministro Bussetti o il governatore del Veneto Zaia, e negli ultimi giorni si è discusso molto del patrocinio del ministero della Famiglia guidato dal leghista Lorenzo Fontana, tra i più grandi sostenitori del World Congress of Families. E non solo Lega: oltre al forzista Antonio Tajani, ha annunciato la sua presenza anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.



M5S ALL’ATTACCO, LE PAROLE DI FANTINATI

«Un congresso da Medioevo», questo il commento del sottosegretario veronese dei 5 Stelle Mattia Fantinati a proposito del Congresso della Famiglia. Prosegue l’esponente grillino: «Se ci andrò? No. Questo congresso racconta un piccolo mondo antico che non ci rappresenta. Siamo a favore della famiglia tradizionale, non tradizionalista che è altra cosa. E pronti a riconoscere altre unioni». Poi passando alla Lega, che sarà presente con il suo leader e con due ministri del governo gialloverde: «Loro hanno quelle idee. Che non sono le nostre. Una ragione in più per votare noi, per le donne e le famiglie vere, non quelle raccontate lì». Una battuta sullo slogan «Dio, patria e famiglia»: «Singolarmente sono valori importantissimi. Ma è uno slogan fascista. Se lo si pronuncia per sostenere che “si stava meglio quando si stava peggio”, come pensa Tajani, è da rigettare in toto».

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