Una trentina di politici sono stati sottoposti fuori dal Parlamento al test antidroga della saliva. C’è chi è scappato e chi invece come il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è sottoposto al test. Ma quelli esaminati sono risultati tutti negativi. «Non esistono più i politici di una volta», scherza Alessandro Di Sarno. Il primo onorevole incontrato è Davide Zanichelli del Movimento 5 Stelle, poi è la volta di Claudio Durigon (Lega), che oltre al fiuto del cane Oney si sottopone anche al test antidroga tramite la sua saliva. Riccardo Magi di +Europa si dice a favore della legalizzazione della cannabis che ammette di essersi fumato da giovane uno spinello. Chi invece dice di non aver mai fumato neppure una sigaretta è Vito Crimi (M5S). Ma a distinguersi è Vittorio Sgarbi: «Va liberalizzata qualunque droga. Se uno a 16 anni vuole drogarsi, deve essere libero di drogarsi e morire». (agg. di Silvana Palazzo)
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SALVINI E IL TEST ANTIDROGA DE LE IENE
Matteo Salvini vuole inasprire le misure in materia di droga, allora “Le Iene” hanno deciso di metterlo alla prova. Alessandro Di Sarno è andato direttamente dal ministro dell’Interno per fargli un test antidroga. Ma non è stato l’unico politico sottoposto al test. Nella puntata di oggi, 17 marzo, verranno mandati in onda i risultati di tutti i politici “esaminati”. Inizialmente titubante, il leader della Lega ha poi acconsentito. «Siamo assolutamente sicurissimi?», chiede la Iena. E Salvini risponde: «Dono sangue, sono assolutamente controllato». Allora Di Sarno dice: «Ci togliamo il pensiero». Il ministro ci scherza anche su: «Puoi farmi i test che vuoi, sono positivo alla pastasciutta e al cioccolato. Però mi sembra…». Quindi si convince, si sottopone al test e il risultato è negativo. Dopo aver annunciato un disegno di legge in materia di droga, promettendo pene più severe e niente concetti di modica quantità per i reati di “lieve entità”, Salvini ha superato la prova de “Le Iene”.
IL DISEGNO DI LEGGE CONTRO LA DROGA
La droga è uno dei fronti di battaglia di Matteo Salvini. «A me interessa togliere dalle strade chi spaccia: poi quello che fa ognuno non mi interessa. I venditori di morte li voglio veder scomparire dalla faccia della terra», ha dichiarato il ministro dell’Interno. Ne ha parlato quando ha presentato il nuovo provvedimento che rievoca i contenuti della legge Fini-Giovanardi, considerata da molti una delle cause che ha portato al sovraffollamento delle carceri e poi dichiarata incostituzionale dalla sentenza della Consulta n.32/2014 per il modo in cui era stata approvata. Oltre il 50 per cento dei reati commessi ricade nella casistica di “lieve entità”. Su questi casi interviene il ddl: ad esempio con l’estensione dell’arresto in flagranza, da cui gli episodi meno gravi erano fino ad oggi esclusi. Le pene previste «passano da un minimo di tre a un massimo di 6 anni e multe da un minimo 5mila a un massimo di 30mila euro», oltre alla «revoca del veicolo».
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