Tiene banco il caso Giulia Sarti in casa M5s, con l’ex presidente della Commissione Giustizia alla Camera nel caos per le foto hard sottratte e diffuse illegalmente. Ieri sera Le Iene hanno mandato in onda il nuovo servizio di Filippo Roma, che ha scoperto che l’hacker sarebbe un esponente M5s e che avrebbe utilizzato le “macchine” della Camera dei Deputati, ma non si spengono le polemiche. Barbara Lezzi, ministro per il Sud, in un’intervista al Corriere della Sera ha messo nel mirino il programma di Italia Uno, reo di aver «scavato in modo vergognoso nell’intimo di Giulia Sarti», «strumentalizzando politicamente» la vicenda. Non è tardata ad arrivare la replica de Le Iene: «Alla ministra Lezzi vorremmo ricordare, innanzitutto, che non sono state Le Iene a diffondere le foto private di Giulia Sarti, né nel 2013 (quando saltarono fuori per la prima volta), né nelle scorse settimane (quando sono tornate a circolare via WhatsApp sui cellulari di mezza Italia, a partire da quelli di politici e giornalisti). Nè le Iene fino a ieri si erano mai occupati quelle foto. Visto il grande spazio dedicato all’argomento da tutta la stampa italiana ci siamo posti l’unica domanda che ci sembrava sensata: chi ha rubato e poi diffuso quelle foto? Domanda posta nell’interesse innanzitutto di Giulia Sarti e capiamo se ciò che emerso possa dispiacere alla ministrra: la manina che ha violato l’intimità dell’onorevole sarti potrebbe appartenere proprio ad un grillino delle alte sfere». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IL SERVIZIO DE LE IENE

Non poteva mancare il servizio delle Iene (qui il video) sull’ennesimo capitolo del caso Sarti: come annunciato dalla stessa trasmissione di Italia 1, dopo l’esplodere del caso Rimborsopoli e foto hard, è sempre Filippo Roma a piazzare due intervista importanti per aggiungere gli ultimi dettagli all’intricatissima vicenda. Prima verrà sentito Alessandro Di Battista (amico stretto di Giulia Sarti) e poi un ex deputato del M5s: il tema è lo stesso, ovvero le foto hard hackerate nel 2013 alla bella deputata grillina che si inserisce in un tema più ampio, ovvero l’hackeraggio di diversi parlamentari M5s ad opera di una misteriosa “talpa” interna. Di Battista, uno dei parlamentari a cui era stata hackerata la casella di posta, è stato intervistato per chiedergli se ricorda se all’epoca avesse la stessa password per l’account email e per il sistema operativo dei Cinque Stelle, il pre-sistema Rousseau: «non posso escluderlo, con le password sono sempre stato un pippone quindi non escludo che usassi la stessa password». Ma la scoperta fatta da Roma sarebbe assimilabile a quanto avanzato oggi da Favia sul Corriere della Sera (e non è escluso che l’ex deputato misterioso del M5s sia proprio lui, ndr): «l’indagine su chi avesse hackerato gli account di cinque parlamentari M5S si fermò quando si accorsero che il lavoro di accesso fu fatto da delle macchine della Camera» avrebbe raccontato Stefano Vignaroli, uno dei deputati hackerati, all’ex grillino che rimane anonimo. Poi la “bomba”: «Ci si accorse che poteva essere una cosa interna, allora nessuno disse niente e rimase tutto così, tutto in un limbo. Nessuno poi volle andare avanti nella parte di denuncia perché ci si accorse che potesse essere un danno d’immagine un po’ per tutti del Movimento».



LA REPLICA DI GIULIA SARTI

Dopo il silenzio degli ultimi giorni, Giulia Sarti ha preso la parola dopo le dichiarazioni di Giovanni Favia sul caso delle foto e dei video hard. Intervistata da Adnkronos, l’esponente del Movimento 5 Stelle ha affermato: «Le dichiarazioni rilasciate da Giovanni Favia in merito alla mia vicenda sono pretestuose e infondate. Le sue parole sono il frutto di una ricostruzione fantasiosa di fatti che non lo riguardano». Prosegue l’ex presidentessa della Commissione Giustizia alla Camera dei deputati: «Max Bugani è tra le persone che mi sono state vicine nelle difficoltà e non accetto che vengano fatte illazioni nei suoi confronti. La mia è una vicenda personale ed è orribile che qualcuno tenti di strumentalizzarla per ottenere spazio sui media. Chiedo rispetto e che nessuno si occupi più della mia storia personale. Un ringraziamento di cuore a tutte le persone che mi hanno scritto e mi sono state vicino in questi giorni difficili». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CASO GIULIA SARTI, LE PAROLE DI GIOVANNI FAVIA

Il caso Giulia Sarti, per una volta, visto da un’altra angolazione: da Rimborsopoli alle foto hard fino al “revenge porn”, un nuovo punto di vista viene offerto da Giovanni Favia, uno dei primissimi espulsi dal Movimento 5Stelle quando ancora era consigliere regionale emiliano nella “diaspora” che coinvolse anche Pizzarotti. Oggi ha aperto quattro ristoranti a Bologna ma il Corriere l’ha “pizzicato” per saperne di più in merito ad una delle sue più grandi amiche nel recente passato, proprio l’ex Presidente della Commissione Giustizia travolta dal doppio scandalo in sole poche settimane. «Tecnicamente non eravamo fidanzati, ma le ho voluto moltissimo bene. La nostra amicizia è iniziata nel 2007, era sempre al mio fianco. Poi io ho rotto con i vertici, mentre altri sono rimasti dentro, spinti dalla voglia di arrivare. Raccontavano la favoletta di voler cambiare il Movimento dall’interno», spiega Favia dando un’immagine pessima della Sarti nella sua “ultima versione” «all’inizio volevano fare un po’ i dissidenti come Pizzarotti. Ma poi quel reality diede loro un senso di esaltazione. Giulia ha tradito i suoi principi, si è messa a frequentare lo star system de’ noantri. È diventata una talebana e le ho tolto il saluto».

LE FOTO HOT E L’ATTACCO A MAX BUGANI

È però sul fronte foto hard che Favia offre un contributo nettamente importante dentro la vicenda Le Iene-Rimborsopoli: «il caso delle foto rubate di Giulia non c’entra nulla con il revenge porn», come invece alcuni nel M5s hanno tentato di farlo passare, da Di Maio a Fico e non solo. «Credo siano una vendetta politica interna al M5S. Lì dentro c’è una cyberguerra. Alla Casaleggio avevano una fobia nei miei confronti e tutti quelli che erano stati vicini a me erano visti con sospetto e subivano uno spionaggio stile Stasi», attacca pesantemente ancora l’ex grillino espulso al CorSera, facendo nomi e cognomi «Non si fidavano di lei, pensavano che avesse dentro il germe della dissidenza. Il suo nemico era Max Bugani, l’unico in Emilia che ha tradito me e Pizzarotti». Dall’espulsione “mancata” in passato dunque, secondo Favia, si dovrebbe originare quella diffidenza e senso di rivalsa nei confronti di Giulia Sarti: quando poi esplode il caso Rimborsi con l’ex fidanzato Andrea Tibusche Bogdan, allora qualcuno potrebbe aver premuto il “grilletto”.

LA RITORSIONE

«Delle disavventure di Giulia non mi va di parlare, ma mi dispiace che sia finita alla gogna e voglio dire quello che so per certo», spiega Favia a cui però il nome di Bugani resta tra i principali “colpevoli” dell’intero caso-Sarti: «Non dico che fu lui ad hackerare mail e foto. Non so chi sia stato, se attivisti o eletti, ma certo la corrente era quella. Il solo fatto che Giulia non mi avesse rinnegato era un problema, perché io ebbi uno scontro fortissimo con Bugani. Questa storia è un inside job, inutile prendersela con i media. Gli autori sono persone legate all’ala fideistica e hanno colpito lei perché era sopravvissuta alle epurazioni e se la sapeva cavare in tv». Ma quindi, alla fine, perchè Giulia Sarti sarebbe stata attaccata una seconda volta dopo il 2013? «L’hackeraggio è stata una ritorsione. Per allontanarla dal cerchio magico di Di Maio cercavano la prova che nascondesse qualcosa. La storia del porno è una casualità che gli cade dal cielo. Ma Giulia prese una tale batosta che non osò più alzare le penne», conclude un amaro e al veleno Giovanni Favia.