Doveva essere un “maxi” spot contro il Congresso della Famiglia e a favore dei diritti civili “arcobaleno”, e così è stato: una lunga intervista con la senatrice Pd che ha spaziato di tanti temi, affondando il colpo però sui temi che un tempo si chiamavano “etici”, con il plauso della padrona di casa Barbara D’Urso. In primis, si è partito del cartello esposto allo sciopero femminista giusto per “scaldare” le polemiche: «Sono d’accordo, me l’hanno dato per fare una foto allo sciopero femminista e io ho accettato. Ma sono d’accordo nel contenuto, tranne quella “vita di merda”, ma insomma quando siamo lì in piazza ci sta tutto..». Si giunge poi alla legge sulle Unioni Civili che porta il suo nome, «Col nuovo istituto due uomini e due donne che si amano possono essere famiglia. Dentro la mia legge c’è anche una parte sui conviventi non sposati: ci può essere una gradualità attenuata di doveri e diritti. Ci sono tre tipi di famiglie: i convinventi, gli eterosessuali sposati, gli omosessuali in unione civile». Ecco dunque l’affondo sul Congresso del 29 marzo a Verona, con D’Urso-Cirinnà unite nell’annunciare «noi rispettiamo tutto e tutti, rispetto bene, ma mi piacerebbe che nel Congresso si parlasse anche della famiglia dove c’è l’amore, ovvero tutte le famiglie». Poi la senatrice Pd si chiede «perché non ci sono tutte le famiglie? Dovrebbero parlare dei diritti di tutte le famiglie: la Chiesa non partecipa perché non condivide alcuni contenuti e metodi. Non si può pensare di ospitare gente che scrive libri “Sposati e sii sottomessa” (anche se si tratta di una citazione biblica assai più complessa e per nulla “banale” come è stato fatto passare da D’Urso e Cirinnà): indegno, come chi dà “inquietanti” visioni di peggioramento dei diritti, con conseguenze che possono arrivare fino al femminicidio».



TUTTI GLI ALTRI TEMI, DA ZINGARETTI A SALVINI

Secondo Barbara D’Urso «Si potrebbe fare un congresso nazionale magari evitando di dare luce a questo cose che sono fuori dal tempo: togliamo anche il diritto al voto delle donne!», e la Cirinnà conclude il tema spiegando come sia «inquietante che vi siano tre ministri del Governo in quel Congresso, di cui quello della Scuola che è forse il più grave di tutto». Si cambia argomento poi e si passa al nuovo Pd di Zingaretti «un grande uomo che gira e si sporca le scarpe: lo attaccano e chiedono le sue dimissioni ma verrà presto archiviata, sono solo intercettazioni “de relato”, la posizione viene archiviata ma chi le ha chieste quelle dimissioni ora vede i loro esponenti arrestati e indagati. Bisogna essere garantisti dall’inizio, non solo contro gli altri, tutti innocenti fino all’ultimo grado di giudizio: troppo facile fare politica infangando». E Renzi? «Ottimo premier e pessimo segretario del Pd: un uomo coraggioso, come dimostra la presenza della legge sulle Unioni Civili, ma se se Premier e Segretario assieme allora qualcosa la trascuri. Spero che Zingaretti cambi lo statuto, se vuoi parlare fuori dal Partito serve cambiare questa regola: Matteo ha trascurato l’organizzazione del Pd, deve essere un partito che ascolta e che può capire. Noi non abbiamo ascoltato la rabbia, l’insicurezza e tanto altro e poi hanno votato Lega e M5s, ma sono inquietanti e pericolosi e mettono a rischio alcuni diritti». Impossibile non parlare poi del ragazzino eroe del bus di Milano che assieme alla famiglia “chiedono” il diritto di cittadinanza italiana: «Non saremmo a questo punto se il Pd avesse avuto il coraggio ad approvare la legge sullo Ius Soli: non era come diceva Salvini ma era il semplice riconoscimento della cittadinanza a bambini nati in Italia che vanno a scuola con i nostri figli e nipoti, ragazzini come Rami. L’Italia li dimentica tutti questi ragazzini, dobbiamo avere più coraggio». Commenti flash sugli ultimi temi, quando stava per finire il tempo: sempre la Cirinnà sul caso Diciotti – «Perché ha avuto paura di farsi processare e ha dovuto farsi salvare dai M5s nel voto al Senato? -, sulla Basilicata – «lenta salita del Pd passa anche dalla Basilicata, troppe volte però ascoltiamo poche le persone in difficoltà. Al Sud serve una rivoluzione nei trasporti, serve connettere le persone perché lavoro e amore possano ripartire». La chiusura, ovvio, riparte dall’inizio, ovvero i diritti civili: «dobbiamo avere il matrimonio ugualitario, quello è il mio sogno come Martin Luther King, voglio diventare “inutile” perché queste battaglie devono essere normalissime. Questi diritti sono la base del vivere civili, queste sono la normalità: serve portare la cultura nelle scuole, vedo ragazzi omosessuali non felici, ma ognuno ha diritto della sua vita».



MONICA CIRINNÀ A POMERIGGIO 5

Dopo Matteo Salvini e Luigi Di Maio, terzo appuntamento politico della settimana nelle trasmissioni di Barbara D’Urso, ma con un sapore decisamente più “schierato”: la senatrice del Pd Monica Cirinnà, titolare della legge sulle unioni civili e attivista pro Lgbt, è ospite di Pomeriggio 5 per ribadire la “battaglia” della conduttrice contro l’imminente Congresso Mondiale sulla Famiglia in scena a Verona. Già nell’intervista a Di Maio, la D’Urso ha provato a insistere sul concetto-lite emersa invece nella chiacchierata con Salvini domenica scorsa: «così si festeggia il Medioevo, le donne sono considerate l’angelo del focolare, a guardare bambini e pensare solo a stirare. Sono contro l’aborto ma sono dell’idea che ogni donna debba avere la libertà di decidere cosa fare», si era scaldata la padrona di casa solo due giorni fa, con i leader M5s che in risposta ha ribadito che nessun Ministro del Movimento sarà presente a Verona perché non condivide nulla di quei contenuti «il Congresso di Verona non avrà nessuno del M5s proprio per la considerazione della donna de Medioevo, è un modo di considerare la donna imbarazzante e svilente. Svilire quel ruolo porta a gesti assurdi: su questo siamo divisi noi e la Lega. La libertà della donna è sacra e rende sacra la famiglia: si fanno solo i Congressi ma non si fanno le leggi per la famiglia».



IL CARTELLO “DIO PATRIA FAMIGLIA, CHE VITA DI M..”

«Oggi alle 18.20 sarò a #pomeriggio5 su Canale 5 per parlare con @carmelitadurso di diritti e libertà e in particolare di #famiglie, di tutte le famiglie, basate sull’amore che qualcuno in questo governo fa finta di non vedere #lovewins #unionicivili», twitta la Cirinnà poco fa. Ricordiamo come Matteo Salvini aveva semplicemente provato a ribadire come «Famiglia è papà, mamma e figlio: combatto contro l’utero in affitto e i bambini in vendita, ogni bimbo ha bisogno di avere un padre e una madre» e poi ancora «prima viene il bambino sempre e comunque. Ci sono queste situazioni, ma io mi auguro per il futuro del mio Paese: il bambino ha diritto di avere una mamma e un papà, scusa ma la penso così. Il buon Dio ha voluto che ogni bimbo abbia una mamma e un papà»: Barbara D’Urso per nulla concorde rilanciava spiegando come «ci sono famiglie “arcobaleno” che esistono e non possono essere discriminate, anche quella è una famiglia». Ebbene oggi con la presenza di Monica Cirinnà si tenta di “tirare la volata” della battaglia contro il Congresso della Famiglia, ribadendo la centralità della legge sulle Unioni Civili e provando ad approfondire il “perché è giusto dire che la Lega sbaglia sul concetto di famiglia”. Da ultimo, sarà anche forse l’occasione per ritornare su quella foto-bufera che vedeva la senatrice Pd in piazza nella giornata di sciopero femminista l’8 marzo scorso: “Dio, patria e famiglia, che vita di merda”. Era una provocazione, sostiene la Cirinnà, e comunque «ognuno ha la libertà di dire quello che vuole». Ecco, tutti tranne chi andrà al Congresso di Verona…