La posizione di Luigi Di Maio sullo ius soli non va giù ai figli di immigrati nati e cresciuti in Italia. Per il capo politico del Movimento 5 Stelle «non è nel contratto, né nell’agenda di governo». Il movimento degli “Italiani senza cittadinanza” ribatte citando la vicenda del bus dirottato e incendiato a Milano. «I politici di professione ci dicono che non contiamo niente. A meno che non rischi la pelle e salvi altri 50 bambini. Noi invece vogliamo la cittadinanza per tutti quelli che in Italia crescono». Ma l’ipotesi di concedere la cittadinanza ad uno dei ragazzi dell’autobus sequestrato nel milanese ha riacceso i riflettori sul tema dello ius soli. Per il vicepremier Di Maio si tratta di un argomento che «va affrontato a livello europeo». Il premier Giuseppe Conte a Bruxelles ha risposto con altrettanta cautela: «Stiamo parlando di un singolo caso, non approfittiamo in modo strumentale per aprire una prospettiva più ampia».



DI MAIO E SALVINI “DRIBBLANO” LO IUS SOLI

Il premier Giuseppe Conte da Bruxelles ha espresso comunque parere positivo riguardo la proposta di dare la cittadinanza a Rami avanzata da Luigi Di Maio. «Anche Salvini sta aprendo la questione, sarebbe bello dare questo riconoscimento», e ha dato la disponibilità a incontrare i piccoli eroi. Ma inevitabilmente si riapre il discorso sullo ius soli. Lo sa bene anche l’altro vicepremier, Matteo Salvini, che però preferisce lasciarlo alla sinistra. «La cittadinanza si merita, si conquista: è un valore, non è un biglietto premio, semmai noi la togliamo, come a quell’autista delinquente, a chi non la merita», ha spiegato il leader della Lega. Di fatto, come riportato da Repubblica, la procedura per il caso di Rami è stata avviata stamattina dalla prefettura di Cremona, che ha chiesto al Comune di Crema il certificato di nascita del ragazzo per valutare appunto la concessione della cittadinanza.

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