«Rischiamo di fare la fine di Renzi», questa la confidenza di un ministro della Lega riportata dal Corriere della Sera: il leader del Carroccio Matteo Salvini è chiamato a scegliere a fine maggio se continuare l’esperienza di governo con il Movimento 5 Stelle o tornare alle urne. L’immagine vincente del capo del Viminale potrebbe infatti venire logorata dalla situazione economica, in cima ai pensieri degli italiani ben più dell’emergenza immigrazione. E attenzione alla bomba di Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno: «Di Maio ha iniziato a giocare una nuova partita. In proprio. Deve evitare che il fossato che i sondaggi vedono nel distacco da Salvini diventi una voragine ed evitare soprattutto che il nuovo Pd di Nicola Zingaretti lo raggiunga o addirittura lo sorpassi alle elezioni europee, come avverrà prevedibilmente domani in Basilicata (dopo Abruzzo e Sardegna), la regione dove alle politiche di appena un anno fa il M5S aveva trionfato con il 44 per cento dei voti. Se la politica sulla sicurezza ha portato tanta fortuna a Salvini, ecco Di Maio proporne una propria […] Di qui al 26 maggio la collegialità di governo andrà perciò spegnendosi in favore di singole iniziative elettorali. Ma difficilmente riprenderà il 27 perché un’ altra campagna elettorale sarà iniziata. Per le elezioni politiche». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SALVINI “CONTE FA IL FENOMENO”
Clima di alta tensione tra Lega e Movimento 5 Stelle, crisi di governo dietro l’angolo? L’aria tesa tra le forze di maggioranza si arricchisce di elementi con il retroscena del Corriere della Sera: il segretario leghista Matteo Salvini ha preso tutt’altro che bene le dichiarazioni grilline su sicurezza e Congresso della famiglia. «Il tentativo confuso e velleitario di Di Maio» di commissariare il Viminale non è piaciuto al ministro dell’Interno, con «Conte ha compiuto un atto violento contro il ministro Fontana e si è messo a fare il fenomeno in Consiglio dei ministri». E la leadership del giurista è in ballo, spiega Francesco Verderami: sconfessato da Macron sulla Tav, isolato sulla Cina dall’asse franco-tedesco, inviso ormai alla Casa Bianca per i dossier sugli F35 e sul Venezuela, messo all’angolo persino sulla Libia.
CRISI GOVERNO M5S-LEGA, BONGIORNO: “CHE CI STIAMO A FARE ANCORA QUI?”
«Che ci stiamo a fare ancora qui?»: questo il commento stizzito del ministro leghista Giulia Bongiorno a un collega dopo l’ennesimo scontro con il Movimento 5 Stelle in Consiglio dei ministri. Da escludere una crisi di governo prima di maggio, con le elezioni europee che potrebbero rappresentare un punto di svolta: Salvini, spiega il Corriere, si troverà davanti a un bivio, ovvero se proseguire nell’esperienza di governo gialloverde o porle fine. Nel Carroccio circola la tesi che sarà il M5s a mettere fine all’esecutivo dopo la preventivata disfatta elettorale, così come che Salvini non si metterà alla guida di un governo senza essere passato prima dal voto con «una maggioranza di scappati di casa». Attenzione però alla Finanziaria e all’avvertimento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti: non sarò infatti possibile aggirare l’ostacolo, rimandando i nodi economici all’anno seguente, poiché «la legge di Stabilità sarà un peso gigantesco».