In Basilicata, dove si vota domani per il rinnovo della giunta regionale, “ci sarà un’affermazione del centrodestra e un forte calo di M5s” pronostica Roberto Weber, sondaggista, presidente dell’Istituto Ixè.
Tutto come nelle regionali precedenti?
Quello di M5s è un calo che ha caratteristiche nazionali. Davanti al risultato dell’Abruzzo pensavamo che fosse una cosa locale, ma il successivo schianto in Sardegna (11,2%) dove tutti i sondaggi davano i 5 Stelle intorno al 20%, quindi già con i voti dimezzati, indica che potrebbero andare verso la marginalità politica.
Non potrebbe essere una sorta di effetto Pci rovesciato, che perdeva alle politiche nazionali ma vinceva le amministrative?
Il Pci vinceva le elezioni locali ma lo scarto con il voto nazionale era pur sempre di 4-5 punti. Qui siamo di fronte a 25 punti e più.
Cosa non va bene agli elettori?
I nostri dati ci dicono che la perdita maggiore per i 5 Stelle si verifica nella fascia 35-54 anni, la più insofferente, nella quale avevano il loro punto di forza. Queste persone avevano bisogno di soluzioni fattuali e al tempo stesso di una radicalità che tenesse il punto.
E invece?
Semplicemente questo partito non era attrezzato per andare al governo, poteva e può solo fare opposizione. Amministrare l’Italia poi ha generato un riflusso nei politicismi, inevitabili ma giudicati come opachi da chi è abituato solo alla freschezza della contestazione.
Quanto valgono oggi M5s e Lega?
Intorno al 22% M5s e 30-31% la Lega. Con la Lega in crescita e con M5s in ulteriore calo. Un calo che a mio avviso è difficile stimare.
Perché? I campioni non sono rappresentativi?
E’ una valutazione difficile perché il fenomeno assomiglia molto alla dissonanza post-acquisto. Il consumatore fa un acquisto ma cerca di nasconderlo, o si dice pentito, perché ha la sensazione di avere lasciato da parte un’alternativa che forse offriva più vantaggi.
Cosa pensano gli italiani dell’Unione Europea?
L’adesione è alta. Il 51% ha molta o abbastanza fiducia nell’Ue. I dati che abbiamo sono tali da non giustificare in un partito del 30% come la Lega una politica radicalmente antieuropea. Va anche detto che la componente anti-Ue in Italia è variegata al suo interno, non sta tutta nel perimetro della Lega ed è comunque minoritaria. E un’uscita dall’euro non si può neppure considerare.
Quindi lo scenario di una Italexit in cui una maggioranza di italiani, sia pure risicata, dice no all’Europa non è immaginabile.
E’ pura fantapolitica. Gli italiani sono grandi risparmiatori; se vedono o percepiscono che la loro ricchezza è intaccata da un’operazione che la mette a repentaglio, non ci pensano neppure.
Non così in Gran Bretagna.
E’ un altro mondo. Oltremanica il costo della Brexit sarà pure pesante, ma per gli inglesi la valenza immateriale è sufficiente a giustificare l’uscita. Una valenza immateriale che a casa nostra non esiste.
In Abruzzo e Sardegna la metà degli elettori è rimasta a casa. E’ così anche a livello nazionale?
Più o meno sì. Lo spazio per un’altra offerta politica diversa da quelle esistenti c’è, ma nessuno ha la strumentazione per afferrare quel consenso. Manca il soggetto politico in grado di farlo e il suo tempo di costruzione è molto, troppo lungo rispetto alle scadenze che interessano oggi.
Nemmeno Salvini può riuscirci?
No, nemmeno Salvini. E’ troppo monotematico e per questo il suo elettorato è ancora molto fluido.
Cosa significa?
Vuol dire che nel momento in cui si attenua il flusso di immigrati verso il paese, può venir meno anche la ragione per votarlo.
Il Movimento 5 Stelle?
Prima delle europee può ritrovarsi sotto il 20%. Dovremo sentirci più avanti.
Tutti dicono che il Pd può risalire.
Risalirà di sicuro. La coalizione di Zedda in Sardegna ha recuperato oltre 100mila voti rispetto alle politiche del 4 marzo ma c’è un problema, anche il centrosinistra che mette insieme dagli ex Pci a Tabacci è un modello esperito. E’ rasserenante e paga perché la divisività di Renzi ha stancato tutti, ma ha un limite nei contenuti.
Quale?
Il già visto.
Conte è un valore aggiunto?
E’ percepito molto meglio di come viene raccontato dai giornali, ma fuori dal cono di luce del governo non esiste. E’ il contratto a dargli agibilità politica, se viene meno il contratto viene meno anche lui.