Dopo che alle Iene – e dal suo ex compagno Giovanni Favia – il caso Giulia Sarti si è incanalato sulla pista della “vendetta grillina” contro l’ex Presidente della Commissione Giustizia alla Camera, ora spunta lo “show” di Vittorio Sgarbi che punzecchiato sull’argomento non si tira indietro nel cercare di leggere cosa sia davvero successo nel mare magnum dei video hard, dei ricatti e delle false denunce contro l’ex fidanzato Andrea Bogdan Tibusche. Intervenendo ai microfoni dei “Lunatici” su Rai Radio 2, il critico d’arte più famoso d’Italia attacca «Ha superato ogni limite sul piano della incontinenza sessuale. Si è fatta riprendere in attività erotica in diretta e poi ha trovato tanti che l’hanno appoggiata nel dire che queste cose non dovevano circolare». Secondo Sgarbi infatti la polemica sul “revenge porn” non c’azzecca nulla, visto che qui la vendetta è meramente politica e avvenuta dopo una “scelta volontaria” come quella della Sarti di farsi riprendere durante presunti incontri intimi. «Ma quando circolavano tutte le intercettazioni che riguardavano Berlusconi, chi ha detto qualcosa? Berlusconi era più casto della Sarti. Non ha mai diffuso o ripreso degli atti suoi. Sono stati fatti a sua insaputa, se io vengo intercettato a mia insaputa posso dire qualsiasi cosa, poi pubblicano quelle intercettazioni e la cosa sembra persino normale. Nessuno se ne lamenta. La Sarti invece si fa registrare da quello con cui scopava, che non si facesse registrare, che non si facesse scopare», sottolinea con i consueti toni “da censura” Vittorio Sgarbi.



SGARBI “SHOW” ANCHE SU CORONA

La vicenda della Sarti resta ancora tutt’altro che risolta, con i probiviri che si sono “rallentati” sull’espulsione della grillina deputata proprio per lo scandalo-bufera delle foto con video hard emersi nelle scorse settimane. Correnti interne al M5s, come denunciava l’ex pentastellato espulso come Giovanni Favia, sarebbero il reale punto d’origine delle prime immagini circolate nel 2013 e anche per la riproposizione dello scandalo giusto qualche settimana fa. Il punto di Sgarbi, come sempre politicamente scorretto, offre una chiave di lettura in più ma saranno le indagini della magistratura da un lato e quelle interne al M5s dall’altro a provare a dare la parola “fine” al caso Rimborsopoli e “sexgate” per Giulia Sarti. Ancora di foto e ancora di inchieste parla Sgarbi davanti ai conduttori Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, ma stavolta il suo obiettivo è il caso Corona dopo l’arresto di ieri sera dell’ex paparazzo: «Non ha fatto niente, ha fatto solo delle fotografie, è evidente che se tu cogli in fallo un Lapo che si attacca a degli uccelli perché vuol fare l’altalena, lo fotografi. Bastava che non si fosse attaccato agli uccelli, tutte le fotografie e le morbosità che Corona ha rappresentato dipendono da una mancanza di contegno di quelli che ne sono vittime. Poi se Corona fa delle foto e le propone, per fargliele comprare, allo stesso personaggio ritratto in atteggiamenti compromettenti, che ne so, dategli una multa. Invece no, lo hanno condannato a 14 anni. Poi a un certo punto lo hanno liberato. E’ pericoloso come lo era prima, cioè per niente. E ora lo rimettono dentro, senza sapere perché. Non è pericoloso, non è come quello che voleva incendiare i bambini. Lo rimettono dentro per un qualcosa che rientra nella sfera del moralismo, di una dimensione etica». Il punto in comune con la Sarti è sempre lo stesso, con Sgarbi che sentenzia «se tu non vuoi farti trovare in una condizione di fallo, non devi fare fallo. Se poi fai fallo, la colpa non è dei fotografi che ti ritraggono».

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