Non si placano le polemiche sul mancato accordo per la legge che punisca il revenge porn, arriva da New York il commento del vice premier M5s Luigi Di Maio. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico “sconfessa” la linea della maggioranza gialloverde e commenta: «L’emendamento si può votare: il Movimento 5 Stelle lo vota, la Lega non lo so». La ripresa della seduta, sospesa per la bagarre in aula a Montecitorio, è fissata per martedì: «Per me quell’emendamento è un primo passio: martedì quando torneremo in aula si può benissimo votare, poi c’è da approvare un disegno di legge organico». Pronta la replica della forzista Mariastella Gelmini: «Bene Di Maio su disponibilità a votare nostri emendamenti su revenge porn e sexting. Aspettiamo che a parole seguano fatti, ma senza battaglia in Aula delle deputate e dei deputati di Forza Italia questo non sarebbe stato possibile». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



OPPOSIZIONE VS GOVERNO

Opposizione sul piede di guerra contro il governo per il caso revenge porn. Pd, Fi e LeU, le cui deputate hanno occupato l’aula quest’oggi nel caos generale, proseguono la battaglia sui social, ecco il commento di Laura Boldrini: «Tutte le forze politiche hanno votato il mio emendamento sul #RevengePorn tranne Lega e 5Stelle. Per 14 voti si è persa l’occasione di proteggere i nostri giovani da questo odioso fenomeno che colpisce soprattutto le donne. Ma come si può?». All’attacco Giorgio Mulè: «Abbiamo dovuto spiegarglielo per sei ore e occupare l’aula per far capire ai 5Stelle la necessità di approvare subito la proposta di @forza_italia di prevedere pene severe per il #revengeporn. Ora Di Maio annuncia che i 5Stelle voteranno martedì il nostro emendamento. W le donne!». Così la forzista Deborah Bergamini: «Altro che diritti delle donne: qui gli unici diritti che sembrano interessare al governo sono i diritti d’autore su una legge che doveva essere condivisa da tutti». Dura la dem Giuditta Pini: «Siamo state costrette a bloccare i lavori della camera sul #revengeporn i deputati 5stelle e lega silenti stavano lì a fare le battutine e guardare il telefono. La difesa è sempre legittima se non si tratta della difesa ai diritti delle donne». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



REVENGE PORN, LE PAROLE DEL MINISTRO GRILLO

L’esame della Camera del disegno di legge “Codice Rosso” sulla violenza sulle donne slitta a martedì 2 aprile. La decisione è arrivata dopo l’occupazione dell’Aula da parte delle deputate dell’opposizione, in protesta contro la bocciatura di un emendamento sul “revenge porn”. L’esame del testo ripartirà quindi martedì dall’emendamento di Forza Italia, volto a punire proprio questa pratica. La castrazione chimica è l’altro nodo da sciogliere: in queste ore si è prodotta una nuova tensione tra Lega e Movimento 5 Stelle. La ministra della Salute Giulia Grillo è intervenuta parlando di «questione di tempi» e assicurando che si tratta di «una battaglia condivisa». In Senato c’è una proposta di legge, quindi «il processo ha una velocità superiore rispetto a quella che avremmo se oggi approvassimo questo emendamento». Infatti a Palazzo Madama c’è una proposta di legge contro la violenza sul web del M5s e una di Forza Italia, mentre è in arrivo un’altra del Pd. Il disegno di legge presentato dal M5s prevede un aumento delle pene, che arrivano fino a 10 anni se la diffusione delle immagini a sfondo sessuale senza il consenso dell’interessato porta alla morte della vittima. Inoltre, c’è un accordo con il ministero dell’Istruzione e la Polizia postale per dare una spinta alla prevenzione. (agg. di Silvana Palazzo)



LEGGE SU REVENGE PORN, LITI E CAOS IN PARLAMENTO

Bagarre totale alla Camera durante le votazioni sul Ddl “Codice Rosso” presentato dal Governo in merito alle varie norme contro la violenza sulle donne: le norme sul revenge porn, da settimane in discussione specie dopo il caso-scandalo Giulia Sarti (ex Presidente Commissione Giustizia M5s, finita nella bufera per foto e video hard del 2013 ritornate virali), non saranno alla fine inserite nel ddl. Il motivo è presto spiegato visto che Lega e M5s non hanno votato compatti a favore delle norme presentate dalla deputata di Forza Italia (sostenute anche dal Pd) Federica Zanella, arrivando alla bocciatura (con voto segreto) con 218 sì e 232 no. Il reato di revenge porn (la”vendetta” e ricatto sul web di foto, immagini e video che ritraggono l’ex compagna in atti intimi, ndr) non sarà inserito nel pacchetto di norme “Codice Rosso” con le opposizioni che fanno esplodere un’autentica bagarre: «Alla camera Lega e M5s votano contro l’introduzione del reato di revenge porn. E sapete perché? Perché la proposta di legge non è loro, mai visto tanto cinismo giocato sulla pelle delle vittime di un reato così odioso» attacca Maria Elena Boschi (Pd), mentre la Gelmini (FI) sottolinea «il Codice rosso senza legge sul revenge porn è una vittoria mutilata, un bicchiere mezzo pieno». A seguito, tutte le donne dell’opposizioni si sono portate al centro della Camera per una protesta vistosa verso i banchi del Governo «onestà, onestà», gridavano guidate dalla deputata azzurra Stefania Prestigiacomo.

REVENGE PORN, LA DIFESA DEL M5S

A provare a spegnere le polemiche ci pensa un deputato M5s, Mario Perantoni «Nella costruzione e nell’esame del testo sul Codice Rosso e sul ‘pacchetto antiviolenza donne e bambini’ ci siamo mostrati sempre aperti a tutti i contributi costruttivi delle opposizioni, perché per noi è una battaglia che non ha colore politico.  Oggi invece le forze di minoranza alzano un polverone in Aula perché vogliono inserire, nello stesso testo, norme di contrasto al revenge porn che sono già oggetto di una proposta depositata in Senato. Questo atteggiamento è soltanto polemico e strumentale: significa che in fondo le opposizioni non hanno la volontà di approvare il Codice Rosso e il ‘pacchetto’ nei tempi che ci eravamo dati. Così perdiamo un’occasione, è bene che i cittadini lo sappiano». In aggiunta, anche la capogruppo Commissione Giustizia di Montecitorio M5s Angela Salafia «Trovo assurdo che nell’ambito dell’esame parlamentare di un provvedimento importante come quello del codice rosso e violenza di genere, che tra l’altro è il frutto di un lavoro largamente condiviso con diverse forze delle opposizioni, anziché arrivare quanto prima all’approvazione, si perda tempo con polemiche inutili. Siamo tutti d’accordo che il fenomeno del revenge porn sia da debellare quanto prima. E lo abbiamo dimostrato proprio presentando al Senato una proposta specifica su questo. Ma proprio perché è una questione molto delicata ed importante, merita degli approfondimenti che solo le audizioni di esperti possono consentire. Non si può pensare di risolvere tutto con un emendamento unico. Pensiamo piuttosto a concludere quanto prima l’esame della proposta di legge».

TESTIMONIANZA DELLA MAMMA DI TIZIANA CANTONE

Proprio oggi infatti al Senato il gruppo M5s capitanato da Stefano Patuanelli ed Elvira Evangelista hanno presentato un ddl ad hoc proprio sul revenge porn: intervenute a sostegno anche le giornaliste Selvaggia Lucarelli e Federica Sciarelli e soprattutto la mamma di Tiziana Cantone che ha rilasciato una breve testimonianza del dramma vissuto con il suicidio della figlia proprio dopo la diffusione e il martellamento social dei video hot contro la sua volontà. «Non dimenticherò mai gli ultimi giorni insieme. Mia figlia è stata trattata come una prostituta e ancora adesso viene insultata da persone che si permettono di parlare in questi termini perché non vengono individuate», ha detto mamma Maria Teresa commossa al Senato.